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Certi libri sono di una bellezza dolorosa. Leggere L’educazione è stato esattamente come guardare lo scintillio del sole sul mare: bellissimo, sì, ma gli occhi si riempiono di lacrime. “Non sei come la pirite che luccica solo in una luce particolare. Chiunque diventerai, qualunque cosa farai, lo sei sempre stata. Era già dentro di te. Dentro di te. Sei oro.”
Tara è la più piccola di sette fratelli, cresciuta in una famiglia di mormoni che vivono ai piedi di Buck Peak in Idaho negli Stati Rocciosi in America, vivono insieme alla mamma prima levatrice e poi guaritrice ed al padre, che si occupa della discarica di rottami intorno casa. Tutti e sette i figli non vengono mandati a scuola e la nascita di alcuni di loro non è stata neppure dichiarata, vengono cresciuti lontani dalla società e indottrinati dal padre, un uomo con un grave disturbo bipolare che vede congiure e nemici dappertutto.
Come tutti i bambini, Tara crede ciecamente ad ogni parola del padre, e crescendo non ha modo di confrontare il modo in cui vengono cresciuti e istruiti lei e i suoi fratelli, della violenza non verbale a cui tutta la famiglia è sottoposta, della rigida e folle educazione. I fratelli più grandi se ne vanno di casa man mano che realizzano l’assurdità delle cose che il padre impone alla famiglia: ammassano derrate alimentari, benzina ed acqua per quando arriverà il male, perché la venuta dei giorni dell’abominio è una certezza che non abbandona mai i pensieri del padre. Tara è obbligata da piccolissima ad essere di aiuto alla madre quando si reca dalle partorienti, a preparare le erbe che serviranno per i distillati e gli olii che la madre usa al posto delle medicine, e quando la manodopera maschile inizia a scarseggiare in famiglia, il padre la obbliga a lavorare nella discarica di rottami mettendo la ragazzina addirittura in pericolo di vita più di una volta.
Ma il vero pericolo per Tara si rivelerà essere uno dei fratelli rimasti a vivere nella vallata, un ragazzo pericoloso, violento ed emotivamente instabile. Eppure eccola la luce: l’educazione. Tara viene spinta da uno dei fratelli a studiare anche se quel poco che sa sia stato insegnato sia a lei sia ai suoi fratelli dalla madre a casa perchè il padre non credeva nella scuola pubblica e nonostante il padre sia contrario prova a passare l’esame di ammissione alla scuola come privatista, riuscendoci.
E scopre un mondo di cui non sospettava neppure l’esistenza, che si disvela appena passato il confine della proprietà dei Westover. Ma la diversità inculcata da quel modo di vivere le rimane sotto pelle: sebbene la ragazza si diplomi, vinca borse di studio che la porteranno addirittura in prestigiose università e ad ottenere un dottorato di ricerca in Storia, malgrado l’isolamento culturale a cui era sottoposta la portasse addirittura a non sapere cosa fosse l’olocausto, Tara si ritrova ad oscillare tra questi due mondi.
Sarà proprio in uno dei corsi di psicologia che Tara sente parlare per la prima volta del disturbo bipolare, riconoscendone tutti i sintomi in quel padre che l’ha cresciuta. Ma i bambini che crescono in una famiglia disfunzionale, anche davanti all’evidenza, scelgono sempre la famiglia continuando a negare il male ricevuto.
Non ammettere l’orrore serve a preservare una apparente normalità a cui aggrapparsi per andare avanti:
“Sto bene” risposi, come dicono sempre le persone che non stanno bene.
Ma dopo aver scusato per anni ogni tipo di stranezza della sua famiglia, dopo aver subito gravissime aggressioni da parte del fratello violento arriva un giorno in cui rivede nella sorella la sua stessa modalità di negare la violenza della realtà in cui erano cresciute Tara ammette finalmente a se stessa che c’e qualcosa che non va: troverà grazie all’educazione appresa la forza di tagliare le catene che la tengono ancòra emotivamente segregata in quella casa attorniata dalla grande discarica.
Smette di assumersi una colpa che non è sua, smette di vergognarsi della sua famiglia e di nascondere a se stessa il dolore che le hanno inferto le persone che dovevano amarla e in cui tutti i bambini ripongono la loro fiducia: la famiglia.
“Chi scrive la storia?” scrisse sulla lavagna il professor Kerry. Chi scrive la storia? Pensai. La scrivo io. E’ un libro intenso e crudo questo di Tara Westover: tramite le sue pagine ho vissuto il terrore di Tara, sentito una rabbia cieca verso le ingiustizie che ha subito, ammirato il suo coraggio e assorbito tutta la sua caparbietà per riuscire ad allontanarsi emotivamente e fisicamente dalla sua famiglia.
E se dovessi riassumere in una frase le 380 pagine di questo libro, sarebbero queste cinque potentissime parole: questo dolore finisce con me. Giunti alla fine del libro, ci sembrano proprio sussurrate da Tara stessa.
Marina Andruccioli
il libro:

Tara Westover,
L’educazione,
Feltrinelli,
pp.380 ed.2020
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