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Quando ho saputo finalmente la data dell’uscita in Italia dell’ultimo libro dello scrittore Robert Galbraith non mi vergogno affatto di condividere con voi l’aver messo in atto la mia solita “tattica”.
Leggendo davvero tantissimo, e avendo nel tempo dovuto ammettere a me stessa di essere una lettrice compulsiva, mi son dovuta dare un tetto di spesa all’acquisto di libri; ma non volendo assolutamente rinunciare a questa passione ho deciso di usare, tra l’altri, anche questo stratagemma per garantirmi la scorta di letture: attingo a piene mani dalle biblioteche della mia zona e dal loro servizio di e-book per leggere tutto quello che attira la mia attenzione (da alcuni anni anche gli audiolibri sono entrati a far parte della mia cassetta degli attrezzi) e poi aggiungo ai miei soliti acquisti anche quei libri che mi sono davvero piaciuti o che penso mi piacerebbe rileggere ciclicamente (ammettiamolo: tutti abbiamo dei libri che leggiamo e rileggiamo all’infinito…).
Ma si sa, quando un libro chiama a gran voce il lettore, l’urgenza aguzza l’ingegno, e ho deciso che tanta era la voglia di leggere questo libro che per soddisfare tale voglia potevo addirittura utilizzare la funzione del programma della rete della biblioteche della mia regione che permette di visualizzare i nuovi acquisti, per potermi accaparrare questo libro per prima e con un pizzico di fortuna … ci sono riuscita: trovata la prima biblioteca che ha reso disponibile il romanzo di cui vi voglio parlare, con un click pieno pienissimo di aspettative l’ho fatto mio per un intero mese. Son piccole (grandi) soddisfazioni che solo un vero lettore compulsivo può comprendere fino in fondo…
Robert Galbraith è lo pseudonimo della famosissima scrittrice J.K.Rowling, la mamma di inchiostro del maghetto Harry Potter, che dopo la tiepida accoglienza riservata al primo romanzo che ha scritto post-saga magica (Il seggio vacante), risultato da attribuire forse aalla penna affilata di alcuni critici letterari ma sospetto più probabilmente dalla delusione dei suoi lettori abituali, che si aspettavano qualcosa di simile alle atmosfere dei libri precedenti a tema incantato.
Ed ecco che la fortunata penna, protetta da uno sconosciuto nome, compie nuovamente la magia: siamo a Londra ai giorni nostri, incontriamo un ex militare che ha perso parte della gamba destra su una mina in Afghanistan che sta tentando di far decollare la sua agenzia investigativa, e per un mero errore un giorno si vede arrivare alla porta dell’ufficio una segretaria non richiesta.
Parte così l’avventura di Cormoran Strike e di Robin Ellacott che Galbraith ha sviluppato in sette libri, a mio avviso uno più bello dell’altro.
La maestria della Rowling/Galbraith nel saper narrare la conosciamo già, ma in questi romanzi riesce a modellare una realtà vivissima e vividissima, un intreccio di storie notevole, a disseminare i libri di personaggi tridimensionali e presentarci dei protagonisti che crescono di pagina in pagina e di libro in libro, ed è per tutto questo che non vedevo l’ora di leggere Sepolcro in agguato.
Appena saputo il titolo del libro ho pensato a quella deplorevole usanza di cambiare i titoli originali dei libri per adattarsi al mercato del paese in cui sono tradotti. E lancio un appello: se uno di voi conosce chi sia il responsabile che approva il “cambio titolo” me lo faccia sapere subito, sono anni che mi piacerebbe dirgliene quattro.
Beh, in questo caso però il titolo è stato tradotto esattamente uguale al titolo originale, quindi il mio disappunto è finito in un amen. In ogni caso, la storia è davvero avvincente, seppur inquietante; l’agenzia viene contattata da un padre che ha bisogno del loro aiuto per riportare a casa il figlio, entrato in una setta, che rifiuta ogni contatto con la sua famiglia.
Ogni buon scrittore, per essere tale, necessita sia di una buona dose di immaginazione, sia di sapiente dote narrativa sia di una bella storia dall’intreccio complesso e non troppo elaborato per non rischiare di perdere il lettore in una macchinosa complessità, ma a mio avviso chi fa scorrere l’inchiostro deve avere anche una buona dose di conoscenza dell’animo umano. Uno dei pochi (pochissimi) scrittori che a mio avviso ha tutte queste caratteristiche è Stephen King, ma lo è sicuramente anche la Rowling e il suo altrettanto bravo alter ego Robert Galbraith.
Che vi piacciano o no questo tipo di romanzi, vale la pena leggere Sepolcro in agguato per apprezzare i protagonisti di questa storia, dove si avvicendano persone deboli e succubi, personalità forti e carismatiche, dove veniamo immersi nostro malgrado in una lettura che genera una notevole dose di repulsione emotiva ma ci attrae anche irresistibilmente, ed è da molti libri che non provo questo richiamo: passatemi il termine poco corretto ma molto calzante.
Abbiamo tutti una zona d’ombra, in cui ci sentiamo deboli e influenzabili, e siamo pronti a credere a chiunque ci prometta meraviglie, ovvero ci prometta che se crediamo ciecamente in lui, non soffriremo più.
Ci ho messo solo un fine settimana a leggere le mille e cento pagine del romanzo e mi è rimasta addosso una duplice inquietudine che ci metterà del tempo a sparire del tutto: la prima è sorta quando ho realizzato quanto sia attuale il sentire sviluppato in tutto il libro, ovvero quanta sia l’urgenza e la voglia di credere fortemente in un qualcosa che ci faccia stare bene e ci strappi dalla deludente ma vera realtà che ci circonda, non rendendoci conto di cosa stiamo sacrificando di noi stessi su quell’altare dorato che promette meraviglie e benessere istantaneo, invece di lavorare su di noi e sui nostri limiti. Ed ognuno di noi ha il suo altare.
E la seconda inquietudine si è affacciata all’anima della lettrice compulsiva quando ho realizzato quanto tempo dovrà passare, prima di poter leggere nuovamente delle vicissitudini di Cormoran e Robin in un nuovo romanzo firmato da Robert Galbraith.
Per fortuna il bello dei libri è anche questo: quando ci manca qualche personaggio che abbiamo amato, possiamo immergerci nuovamente nella lettura e godere nuovamente della compagnia dei nostri beniamini.
per BookAvenue, Marina Andruccioli
il libro:
Robert Galbraith,
Sepolcro in agguato,
Salani,
ed. 2024 pp.1120
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