Morire per l’istruzione

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I dieci taliban sospettati di aver cercato di uccidere l’attivista pachistana Malala Yousafzai sono stati arrestati. Lo conferma l’esercito pachistano. L’arresto fa parte dell’offensiva delle forze governative contro i militanti islamisti del Ttp e altri gruppi estremisti locali. Malala Yousafzai è stata attaccata dai taliban per la sua campagna a favore dell’istruzione delle bambine in Pakistan.

 

 

L’aggressione è avvenuta nell’ottobre del 2012 nella valle di Swat, mentre la ragazza era a bordo dello scuolabus che la riportava a casa. Malala è stata raggiunta da alcuni colpi d’arma da fuoco alla testa e alla spalla. La ragazza, che oggi ha 17 anni, è guarita dopo essere stata operata a Peshawar, in Pakistan, e poi a Londra. Malala Yousafzai è originaria di Mingora, nella valle dello Swat. La regione tra il 2007 e il 2009 è finita sotto il controllo dai taliban, che hanno chiuso le scuole e imposto la legge islamica.

Malala è salita alla ribalta nel 2009, all’età di 11 anni, quando ha cominciato a scrivere un blog sotto lo pseudonimo Gul Makai sul sito della Bbc, raccontando l’esperienza sua e degli altri bambini sotto il dominio dei taliban. Il 10 ottobre 2013 la ragazza ha vinto il premio Sakharov per la libertà di pensiero, assegnato ogni anno dal parlamento europeo.

Il 12 luglio 2013, in occasione del suo sedicesimo compleanno, Malala ha pronunciato un discorso all’Assemblea generale delle Nazioni Unite in cui ha chiesto ai governi di tutto il mondo di impegnarsi nella difesa dei diritti delle donne e dei bambini. E’ Stata candidata al Premio Nobel per la Pace.

il suo libro

Valle dello Swat, Pakistan, 9 ottobre 2012, ore dodici. La scuola è finita, e Malala insieme alle sue compagne è sul vecchio bus che la riporta a casa. All’improvviso un uomo sale a bordo e spara tre proiettili, colpendola in pieno volto e lasciandola in fin di vita. Malala ha appena quindici anni, ma per i talebani è colpevole di aver gridato al mondo sin da piccola il suo desiderio di leggere e studiare.
Per questo deve morire. Ma Malala non muore: la sua guarigione miracolosa sarà l’inizio di un viaggio straordinario dalla remota valle in cui è nata fino all’assemblea generale delle Nazioni Unite.
Oggi Malala è il simbolo universale delle donne che combattono per il diritto alla cultura e al sapere, ed è stata la più giovane candidata di sempre al Premio Nobel per la pace. Questo libro è la storia vera e avvincente come un romanzo della sua vita coraggiosa, un inno alla tolleranza e al diritto all’educazione di tutti i bambini, il racconto appassionato di una voce capace di cambiare il mondo.

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