Un romanzo che è anche un’epica intima, che si distingue per un incredibile lirismo per una storia che parla di due eroi: Mimo e Viola, la cui infanzia sembra distante anni luce l’una dall’altra per identità e ceto sociale. Una storia pronta a rompersi, a spezzarsi, narrata con un realismo romantico alla Jules Vallès o Jules Renard, che sembra uscito dall’Ottocento francese, qui reinventata in un vagabondaggio, nella giostra impazzita della storia.
A Marina Andruccioli non è parso vero, poterla leggere e raccontarvela.
Una insolita storia di bellezza e di destino

Certi esseri provano molto presto una spaventosa impossibilità a vivere per loro stessi. Per dirla tutta, non sopportano assolutamente di vedere la propria vita in faccia, e di vederla nella sua interezza, senza zone d’ombra, senza sfondi.