Quando eravate bambini, e poi adolescenti più o meno ribelli, e infine adulti, vi siete sentiti amati poco, abbastanza oppure molto? I pochi fortunati che si sono sentiti molto amati non hanno bisogno di un libro di conforto. Chi si è sentito poco amato potrebbe rispolverare titoli come “Incompreso” o “Senza famiglia” per il noto meccanismo del consoliamoci che c’è chi sta peggio. Ma qui vorrei occuparmi di chi si è sentito amato abbastanza, categoria in cui secondo me rientriamo quasi tutti. In questo caso “Ritratto di bambina con pesci” di Caterina Ferraresi è perfetto.
Perché racconta di Betty, cinque anni, un po’ goffa e ritenuta impegnativa dalla tata, non adeguata dalla bella mamma, fonte di stress come tutte le sue compagne dalla suora della scuola materna. Betty vive in una casa dove si muovono solo donne – il padre lavora lontano – tranne il giardiniere factotum: la giovane madre ‘per caso’ triste e sgomenta del ruolo che è chiamata a impersonare, con quella figlia inadeguata e una neonata in ospedale in equilibrio tra la vita e la morte; poi la tata, la nonna, la governante. Tutte amate abbastanza, tutte con una piccola voragine di affetto. Ma questo non è un romanzo triste, bensì una storia ironica, un po’ caustica, buffa e sgualcita come la piccola protagonista. Ma quindi cosa succede, quale è la trama? Questo lo scoprirai leggendo e quando arriverai alla parola ‘fine’ la piccola voragine di affetto ti sembrerà un po’ più leggera.
Per BookAvenue, Carla Casazza