Bob Dylan: il premio Nobel del secolo

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Abbiamo chiesto alla curatrice di Podcast, la rubrica di libri & musica di BookAvenue, il commento al Nobel per la letteratura di quest’anno.

Bob Dylan ha vinto il premio Nobel per la letteratura: l’Accademia lo ha lodato per “aver creato nuove espressioni poetiche all’interno della grande tradizione canzone americana.” Un contributo dato in uno straordinario lavoro che comprende canzoni come “Like a Rolling Stone,” ” Blowin ‘in the Wind “e” Mr. Tambourine Man “. Un annuncio stupefacente e del tutto inaspettato, quello di quest’anno, che ha segnato una prima volta per un musicista vincitore del più ambìto dei premi letterari.

Bob Dylan, che ha 75 anni, ampiamente considerato come il più influente poeta-musicista della sua generazione, è già stato candidato- senza vincerlo- una quindicina di anni fa. E’ il primo vincitore americano del premio Nobel per la letteratura da Toni Morrison nel 1993.I giornalisti e gli altri ospiti riuniti presso la sede dell’Accademia svedese, hanno reagito con un forte applauso liberatorio quando è stato letto il nome del cantante.

Le sue canzoni di protesta, come “Blowin ‘in the Wind” e “The Times They Are A-Changin'” sono divenuti inni, per gli Stati Uniti e il mondo, contro la guerra e per i molti movimenti per i diritti civili degli anni 1960. Il suo straordinariamente poetico e ricco di immagini “Mr. Tambourine Man” ha contribuito a inaugurare il movimento folk-rock e non parlo solo di un genere musicale. Per non parlare di “Like a Rolling Stone”, del 1965, la storia di una giovane donna costretta a provvedere a se stessa, è stata proclamata la più grande canzone di tutti i tempi dalla rivista Rolling Stone.

Dylan dà raramente interviste, e un suo rappresentante ha detto che il musicista non ha rilasciato commenti. Egli è tutt’ora in tour e sta per andare a Las Vegas dove canterà la prossima settimana, nella notte di Giovedì, leggo dal NYTimes.

Non ho dubbio della delusione del mio due di coppia che ha sollecitato le righe che state leggendo, e sono altrettanto convinta che oltre Baricco, l’annuncio ha fatto arrabbiare molte altre figure letterarie in giro per i mondo. Ma se proprio devo dirvela, non sto più nella pelle per questo premio! Con buona pace di tutti, compreso il direttore di BookAvenue che ancora si ostina a tifare Roth!

L’impatto di Dylan sulla cultura popolare è stata immensa, la sua influenza come autore di testi si estende su quasi tutte le principali figure della musica degli ultimi 50 anni; dai Beatles a Bruce Springsteen, Bono, Ed Sheeran e oltre.

Generalmente descritto come un musicista rock, Dylan ha impiegato numerosi stili musicali, compreso il country, il gospel, e naturalmente, il blues, il folk e il pop. Le sue canzoni possono essere ringhiose e accusatorie (leggi, “Idiot Wind,” ”Positively 4th Street “); apocalittiche (” Hard Rain “); dense e allucinatorie (” Desolation Row “); tenere e malinconiche (“Visions of Johanna”); incoraggianti, (quale altra se non “Hurricane”?).

Alcune delle sue canzoni sono costellate di riferimenti storici, letterari o politiche (Jack lo Squartatore, il capitano Achab, Shakespeare, Paul Revere, TS Eliot e Fidel Castro. “Blowin ‘in the Wind” è stata la colonna sonora e inno, come detto, dei movimenti degli anni ’60 per i diritti civili, ma sembra come se fosse stata tramandata attraverso la tradizione orale di un altro secolo, e con la stessa eco è giunta fino a noi oggi con la stessa disincantata forza e con la stessa inalterata potenza.

Anche se Bob Dylan era stato menzionato nel Nobel per anni, molti esperti lo avevano escluso, pensando che l’Accademia non avrebbe osato estendere la sua influenza per un premio “secolare”, è il caso di dirlo, al mondo della musica. Si sbagliavano. Ci sbagliavamo. Il segretario permanente dell’Accademia, Sara Danius, ha detto che mentre Dylan esibisce la sua poesia in forma di canzoni, non è diverso dagli antichi greci, le cui opere sono state spesso eseguite per la musica e il teatro; genere, quest’ultimo, che è stato per altro già premiato più volte. “Bob Dylan scrive poesie per l’orecchio,” ha detto. Ma è bene leggere le sue opere come la poesia.”

Durante i commenti post annuncio, per chi non ha visto la diretta, la Danius ha inoltre dichiarato a un giornalista dell’Associated Press che a “grande maggioranza”, i 18 membri del comitato che decide il premio (quelli che il mio due di coppia chiama “I Parrucconi”) hanno votato per Dylan. Ha detto anche che le sue canzoni preferite di Dylan includono “Chimes of Freedom” e “Visions of Johanna”. Molti scrittori, musicisti e persino capi di stato hanno commentato scelta dell’Accademia Nobel su Twitter. Lo scrittore britannico Salman Rushdie, il cui nome viene spesso menzionato per lo stesso premio Nobel, ha dichiarato che la scelta di Dylan è stata una “grande scelta“. Naturalmente, qualche voce fuori dal  “coro” si è fatta sentire: oltre al già citato mal di pancia di Baricco su Repubblica, lo scrittore scozzese Irvine Welsh ha dichiarato con un altrettanto forte mal di stomaco qualcosa come “Sono un fan di Dylan, ma questo è un premio nostalgia mal concepito e strappato dalla prostata rancida in preda alla senilità”. (della serie: “ma noi scrittori, non stamo mica a pettinà e bambole” direbbe, se fosse romano!)

Tuttavia i molti contrariati del premio dovranno farsene una ragione. Molti testi scolastici da questa e dall’altra parte dell’oceano danno una misura della stima letteraria dell’opera di Dylan. I suoi detrattori non dimentichino che questo ragazzotto ebreo americano ha cambiato il suo nome dando al suo nome, l’eteronimo del grande poeta americano Dylan Thomas e chiunque abbia voglia di consultare tanto il Guglielmino quanto l’Introduzione alla letteratura americana della Norton troverà il testo di “Mr. Tambourine Man”. Che si decidano i molti insegnanti a farlo leggere nelle classi!

La sua carriera è stata un tale pasticcio complicato di stili in continua evoluzione che ci sono voluti sei attori per ritrarlo nel film “Io non sono qui”, dedicato alla sua biografia. Ha vinto un Oscar nel 2001 per il brano “Things Have Changed” e ha ricevuto un premio alla carriera dall’Academy of Recording Arts and Sciences nel 1991. Nel 2008, è stato insignito del premio Pulitzer per i suoi contributi alla musica e alla cultura americana.

Dylan è il più eterodosso vincitore del premio Nobel per la letteratura a partire dal 1997, quando il premio è andato al nostro drammaturgo Dario Fo che, per una triste coincidenza, è morto in mattinata poche ore prima della proclamazione del premio.

Chiudo con un paio di info: la scrittrice bielorussa Svjatlana Aleksievič ha vinto il premio Nobel per la letteratura lo scorso anno. Con quello del premio letterario è stato completato il serial degli annunci del premio Nobel di quest’anno. I sei premi, ciascuno del valore più o meno di un milione di euro, saranno consegnati il ​​10 dicembre, anniversario della morte di premio fondatore Alfred Nobel nel 1896.

Libri e dischi, magari un’altra volta, eh?. Contentatevi di quelli citati.

Per BookAvenue, Francesca Schirone

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