Sto percorrendo la strada che da Montpellier va verso il mare a Perols, una delle più belle, forse, di tutta la Provenza, mentre la radio sta mandando Joy Inside My Tears. Credo di aver passato soli alcuni momenti di trascurabile felicità tali da rimanere impressi nella memoria: questo è uno di quelli e ve lo regalo.
Stevie Wonder ha scritto e cantato alcune delle più belle canzoni di tutti i tempi. Song in the key of life, da dove è tratto il brano citato, Music of my mind, Conversation Peace, My Cherie amour, sono album che resteranno per sempre nella memoria collettiva di più di una generazione di appassionati di blues.
Per chi ha avuto la fortuna di essere già “adulto”, o quasi, negli anni settanta (leggi: il mio due di coppia), ha significato fare propria quella musica e condividere quella generazione di artisti oltre che – a vario modo – le passioni politiche di quegli anni, che ha tenuto quella bella gioventù sulle barricate. Stevie Wonder ha accompagnato quei ragazzi fino ad oggi e consegnato loro le chiavi del mondo.
Ma la sua musica è diventata un’incredibile successione di stardard musicali: è praticamente impossibile non riconoscerla qualsiasi sìa il cantante che provi a suonarla. Provate ad ascoltare, chiunque ci provi ,le note di ” I just call, to say I love you”: come non riconoscerlo? Una vera forza musicale. Questo artista enorme, sulla strada da quando aveva solo 12 anni – il suo disco di esordio “A tribute to Uncle Ray” e che ha fatto la fortuna, e bandiera, della Motown, ha attraversato le linee razziali superandole in nome di un amore universale, sollecitando la gente del mondo in un abbraccio collettivo. Non si contano, poi, le collaborazioni con tanti artisti che, a contarli, si fa fatica. Una per tutti, quella con Paul McCartney per Ebony and Ivory. Stevie Wonder, a conferma di quello appena detto, non ha mai avuto paura di affrontare con le sue canzoni le grandi questioni sociali, a tal punto, da far passare una festa nazionale per il giusto riconoscimento a Martin Luther King.
Naturalmente 63 anni (li ha festeggiati il 12 Maggio scorso) sono un’importante compleanno, non salutato, a dire il vero, da nessun disco. Anzi, che mi risulti, Live at last è l’ultimo uscito dopo una lunga pausa. Nel corso della sua lunga carriera, Stevie Wonder, ha accumulato molti riconoscimenti per il suo lavoro, per dire che un Oscar e 25 Grammy, compreso l’inserimento del suo nome nella Rock and roll Hall of Fame, sono davvero tanti a testimonianza del suo grande talento. Una leggenda tanto grande, quanto il suono inconfondibile della sua armonica.
Ma niente può distogliermi dall’incanto di questa giornata di sole, dopo tanta pioggia, su una strada che scende dalla collina e lo sguardo si stende lontano fino all’acqua.
“And baby that’s you – you – you Made life’s history Caue you’ve brought some joy inside my tears And you have done what no one thought could be You’ve brought some joy inside my tears...”
Agnese saprà trovare il video e postarlo. Io vi mando un abbraccio francese (se ne esiste uno). Buon ascolto e alla prossima.
Dalla collezione di casa consigli per gli acquisti:
Sono tutti molto belli, personalente preferisco: Songs in the Key of Life, My Cherie Amour, The Woman in Red, poi seguono: I Was Made to Love Her, Music of My Mind, In Square Circle e, infine, Conversation Peace.
I libri.
A parte quello edito da Edel, S.W. At the close of a century, non sembra esserci altro in giro
[…] Alicia Keys, John Legend, Stevie Wonder e Elle Varner ho dedicato un numero di giro apposta. A Kayne West metterò penna presto. […]