Uno scrittore cileno di nome Alberto Fuguet decide di cercare suo zio Carlos, emigrante ed ex detenuto che, da un lontano giorno degli anni ottanta, ha troncato ogni contatto con la sua famiglia che si è trasferita in California. Dunque Missing non è la storia della ricerca di un desaparecido ai tempi della dittatura di Pinochet, come il titolo e la nazionalità dell’autore potrebbero far credere, ma quella di un uomo libero che ha deciso di perdersi negli Stati Uniti.
Anche se il contesto è quello realistico di una saga familiare, Missing non va letto come uno studio, ma piuttosto come un romanzo fondato sulla premessa fittizia della non fiction, con trama e personaggi liberamente inventati. Allo stesso tempo, in quanto romanzo autobiografico, Missing è un esempio di come l’autofiction non si accontenti più di essere la figlia orgogliosamente povera dei memoriali e della saggistica. L’aspirazione avanguardista a superare l’arte con il materiale della vita porta l’autore a prestare al narratore la sua stessa famiglia, il suo passaporto e il suo curriculum, e perfino a creare un pastiche combinando nelle pagine del libro generi diversi: cronaca, intervista, saga familiare, brani sciolti di un Bildungsroman, monologhi in versi liberi, posta elettronica, riflessioni metaletterarie. La “biografia” – non importa se finta o autentica – dello zio Carlos è legata al tema dei latinos trapiantati negli Stati Uniti. I momenti conflittuali (la reclusione in carcere, le rotture amorose, le liti con il padre, il rancore per la passività della madre) sono narrati in un mezzotono riconciliato perché ricomposti attraverso l’esercizio mnemonico.
E qui si arriva al risultato: il molteplice carattere testuale collabora con il verismo biografico alla creazione di un personaggio ottocentesco, un aggettivo che, se riferito ai romanzi, è sempre positivo. L’odissea di Carlos per hotel, letti e strade secondarie – sullo sfondo di un paesaggio solitario e incontenibile – lo convertirà nel simbolo della condizione drammatica dell’emigrante: Carlos, ente fittizio segnato dall’incertezza, rappresenta più una possibilità che un personaggio verosimile: quella del latino letteralmente perso negli Stati Uniti.-Geney Beltrán Félix, Letras Libres
Alberto Fuguet, Missing, La Nuova Frontiera