“ Chi non viaggia non può conoscere nulla – dice sempre il mio papà”.
Nadir ha 10 anni ed è viaggiatore ma non per scelta.
Inizia così, il diario, a tratti buffo e commovente, di un bambino che fa parte di quel mondo di piccoli migranti che, come li ha ben definiti Tahar Ben Jelloun, sono:“la génération involontarie” la generazione involontaria, quella destinata a subire il destino degli adulti che emigrano come le gru in cerca di cibo, casa, lavoro.
“ Vengo da Casablanca in Marocco. I miei genitori non sono bianchi e non sono neri, perché sono arabi , così sono arabo anch’io(…)In Italia sono diverso io, perché tutti i bambini sono italiani. Ma se un bambino viene in vacanza in Marocco, il diverso è lui…”(pag.8)
Pane arabo a merenda




Il prossimo numero della 
Una notte d’inverno, verso Natale, in una Milano fredda e frettolosa, una piccola mendicante di 7 anni, Lavinia, sola di fronte ad un modo di grandi, arroganti e indifferenti, sta per morire di freddo e di stenti …
Nabokov diceva che la curiosità è “insubordinazione allo stato puro”. Di sicuro ci fa aprire al nuovo e il premio Nobel assegnato a Mario Vargas Llosa ha stimolato la mia di curiosità facendomi avvicinare per la prima volta a un suo libro scritto in uno stile diverso da qualsiasi altro. Nuovo, appunto.
Non c’è dubbio che Graham Greene sia stato una figura importante nella letteratura del XX° secolo per le opere teatrali, le sceneggiature, i saggi e le critiche, così come per i thriller. Greene ha creato indimenticabili personaggi ed è stato probabilmente l’autore più volte “nominato” al Nobel, anche se non lo ha mai vinto.