Un mese buono quasi per tutti. In particolare per gli affetti e la famiglia.
Inizia una bella stagione dolce tra le cose più belle che ci regalala vita. Fatemi il piacere: rilassatevi. I segni di aria e fuoco se la passano meglio grazie ai passaggi di Marte e Sole nei loro segni. Per acqua e terra non mancherà qualche tranvata dalla seconda settimana, in specie con le finanze. Si sbrighino a finire le cose iniziate: dopo sarà più difficile.
Parola di Maga Magò.
Non c’è nulla da festeggiare.
La flessibilità del lavoro si traduce nelle forme di “contratto di lavoro” quand’anche queste rientrino a pieno titolo nel diritto del lavoro. In questa molto variegata e assortita definizione si definisce “atipico” tutto quello che non rientra in un contratto a tempo pieno e con durata indeterminata.
L’editoriale di Michele Genchi per il 1° Maggio e il libro di Luciano Gallino, Il lavoro non è una merce.
Altro che festeggiare.
McCall Smith e le atmosfere africane
La n.1 della Detective Agency, protagonista dei molti libri di Alexander McCall Smith si riferiscono a un personaggio pittoresco che osservò una volta catturare… un pollo con stile, brio e un sorriso meraviglioso. Ecco Precious Ramotswe; il suo umorismo secco, affascinante e di buon cuore, rivela un acuta osservatrice senza traccia di malizia che fonda la sua agenzia investigativa privata e diventa la prima investigatrice privata donna del paese. Ramotswe è un personaggio forte, vivace e con i piedi per terra, i cui casi includono mariti smarriti, persone scomparse e truffatori. La gente del posto è attratta dalla sua saggezza intuitiva, dal buon senso e dalla difesa dei valori antiquati. Ne parla Francesca Lombardi nel suo articolo dedicato all’immaginifica investigatrice botswana.
Istantanee dell’immagine di Sé
La grande pittrice messicana Frida Kahlo. La sua vita appassionata, tragica e romantica, è stata segnata da una serie di traumi fisici e psichici che hanno ripetutamente messo a repentaglio la sua identità, dissociandola e ricomponendola in forme contraddittorie.
Ne parla Sivia Belcastro nella recensione al libro di Riccardo Dalle Luche e Angela Palermo.
Le favole. Il luogo dove i personaggi reali e quelli fantastici s’incontrano.
Per Marie-Louise von Franz le fiabe sono l’espressione più autentica ed elementare dei processi che avvengono nella psiche individuale e collettiva ma anche sull’archetipo del Femminile e il nostro rapporto con esso. Allieva di Jung secondo cui le fiabe sono una spontanea e ingenua manifestazione della psiche, che vi si mostra come realmente è. Oltre il Bene e il suo Contrario, c’è un aspetto ulteriore: quello del ridere, che Marina Andruccioli ci mostra divertita mentre racconta del libro di Jasper Fforde, oggetto del suo articolo.
Due o tre giorni al Massimo
Due o tre giorni al Massimo è un originale e brillante esperimento metaletterario con l’obiettivo di affrontare e realizzare un’altra idea di Sicilia. Coloro che hanno realizzato il volume hanno un denominatore comune: una riconducibilità diretta o indiretta all’isola e alle sue infinite suggestioni.
L’uomo che cambiò i cieli
L’uomo che cambiò i cieli di Francesco Ongaro è un libro intrigante e raffinato, prodigioso per la sua complessità e per il dono di rispecchiare la storia, l’arte di riflettere la lentezza della psicologia e del tempo, l’eleganza delle sue sfumature.
Fuori Orario
Riceviamo e subito pubblichiamo la breve, brevissima, lillipunziana, microscopica risposta all’articolo di Michele Genchi sulla crisi da foglio bianco del nostro amico Davide Zotto. La via della guarigione sembra ancora lontana.
Davide Zotto e il blocco dello scrivano
Il nostro collega e amico Davide Zotto soffre di intermittenza. Per fortuna, è un malessere che colpisce solo alcune attività cognitive; di solito la scrittura prima di altro. Colpisce indifferentemente ricchi e poveri, scrivani e studenti, scrittori e giornalisti, relatori di tesi e professori universitari in cerca di ranking. Alcuni inequivocabili segnali c’erano già stati con la pubblicazione del suo articolo: Orario! sul nostro sito: non ce ne eravamo accorti fino al suo più esplicito “non ci riesco”.
Michele Genchi nel più irriverente sollecito che si possa fare a un collega.