In attesa di leggere la tua biografia, caro Cancro, per te l’oroscopo di maggio propone due compiti al posto di uno. Tenere un diario, senza …
Gemelli, Maggio 2011
Gemelli, leggi un po’ qui: Nei momenti difficili ci sono ottimi motivi per smettere di leggere e continuare a respirare. Non avete niente di meglio …
Toro, Maggio 2011
In febbricitante attesa per la primavera che non arriva, elettrico per l’aria che comunque si annuncia nuova, allegro per il solo fatto che c’è più …
Ariete, Maggio 2011
Siete sempre convinti che dietro le cose difficili ci siano procedure difficili. E’ vero in molti casi, ma non in tutti. E di esempi ne …

Le vite imperfette avvolte dalla nebbia di Angelo Ricci
Lo chiarisce subito il titolo: la storia che racconta Angelo Ricci in Notte di nebbia in pianura (Manni, 2008), anzi le storie, si svolgono contemporaneamente in una notte invernale di quelle in cui la nebbia della pianura padana la fa da padrona. Una notte tristemente fredda e umida, come tristi e fredde sono le vite dei protagonisti di questo impietoso ritratto dei nostri tempi. Vite che si sfiorano ma non hanno in realtà elementi decisivi di contatto, solo qualcosa di amaro da mandare giù per tutti. C’è l’ex avvocato che per vivere presenta aste televisive in una anonima rete privata, l’ubriaco Sticazzi che comunica esclusivamente col turpiloquio, un giovane infelice sia per la sua nuova condizione di orfano che per la sua enorme stazza. E poi una donna arrestata per favoreggiamento di un terrorista islamico che in realtà l’ha raggirata facendo leva sul suo bisogno d’amore e infine una partita di pocker tra amici italiani a cui assistono le fidanzate dell’Est Europa. Cinque episodi che nella narrazione asciutta, brusca, ritmata di Ricci continuano ad alternarsi come in un caleidoscopio duro, ironico e amaro, un girotondo in cui vengono messe a nudo con uno sguardo disincantato e distante miserie, solitudini, ambizioni, sconfitte, desideri e sogni infranti. Ecco cosa ci racconta Angelo del suo libro e della sua scrittura.

Gianni Celati. L’Italia? Un Paese di senza vergogna
Gianni Celati, uno dei più influenti scrittori italiani, non c’entra nulla con le chiacchiere, le ipocrisie e le invidie del rumoroso panorama letterario nazionale contemporaneo. “Ma non è per tenermi lontano da un mondo che sento lontanissimo che da 25 anni vivo lontano dall’Italia”, chiarisce il Premio Viareggio 2006 con “Vite di pascolanti” (Nottetempo). Negli ultimi anni il 74enne narratore, traduttore (al momento è impegnato in quella, per Einaudi, dell’ “Ulisse” di Joyce), docente di letteratura inglese, regista (tra gli altri, del conturbante documentario “Case sparse. Visioni di case che crollano”) ha concesso poche interviste. Si capisce subito perché: “Il rischio è sfociare nel pettegolezzo. E le grandi dittature del ventesimo secolo sono nate dalla riduzione di ogni pensiero sul vivere e sul morire proprio a slogan e pettegolezzi. Da qui nascono le masse telecomandate, ed è quello che sta avvenendo nell’attuale dittatura finanziaria”.

Podcast Vol. 3. Come il jazz può salvarvi la vita. Wynton Marsalis
Senza ombra di dubbio Wynton Marsalis è il jazzista più famoso degli ultimi anni. Salito alla ribalta durante gli anni Ottanta con il movimento degli “Young Lions” si è subito imposto all’attenzione di critici e case discografiche con il suo quintetto che si ispirava a quello di Miles Davis della metà degli anni Settanta. Cresciuto musicalmente a New Orleans, tra esperienze scolastiche e insegnanti di tromba, fino a diciotto anni, si trasferisce subito dopo a New York per studiare musica. Nella Big Apple viene subito notato dal batterista Art Blakey che lo fa entrare nei Jazz Messengers. Nel 1981 lo chiama il pianista Herbie Hancock e lo porta in tournèe con il suo quartetto.
Quassù sull’albero
“… A noi piace stare quassù
Qui non c’è da aver paura
Però a volte che spavento
SE C’E’ VENTO
CHE AVVENTURA! … “
Una delle cose più belle che ricorda un adulto di quando era piccolo è l’avventura e l’emozione di arrampicarsi su un albero …
Vi presento oggi, un libro che queste emozioni le trasmette a tutti, piccoli e grandi: “ Quassù sull’albero”.
Il 2011 è stato dichiarato dall’ONU: ” Anno internazionale delle Foreste”, sensibilizziamo quindi i nostri piccoli lettori ad imparare ad amare gli alberi che tanto danno alla terra e a confrontarsi con la natura, magari considerandola come una vera e propria compagna di giochi, come avviene in questo racconto [segue]

Freud era un impostore. Parola di Onfray
In Francia la battaglia dura già da mesi, in Italia invece ha inizio solo adesso, con il lancio pubblico della pietra dello scandalo: si tratta del libro “Crepuscolo di un idolo – Smantellare le favole freudiane”, nuovo saggio al vetriolo del francese Michel Onfray (Ponte alle Grazie editore). L’idolo da buttar giù dal piedistallo è nientemeno che il padre della psicanalisi, Sigmund Freud: un’impresa epica, forse più complicata che far sloggare Gheddafi dalla Libia, cui poteva accingersi solo un filosofo libertario, mediatico, provocatore, amante del ring e della rissa, come Onfray: un intellettuale da sbarco che nel corso di una rapida carriera ha già sistemato il Padreterno (“Trattato di ateologia”) e in blocco la sua stessa materia (“Controstoria della filosofia”).