Ninablu

ninablu
… Il giorno in cui è nata, Ninablu era Nina. E basta. Una Nina come tutte le Nine del mondo.
Con gli occhi così aperti da assomigliare ai grandi bottoni tondi della giacca del nonno, osservava tutto attentamente, facendo bolle di saliva e ba, ba, ba, come ogni neonato.
Il tempo passava velocemente e giunse l’ora delle prime parole.
Il nonno la portava fuori sulle spalle, in un canestrino costruito da lui stesso.
Un bel mattino di sole Nina indicando il mare parlò.
E disse: « Blu!»…“
( pag.22 )
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Una pastorale libanese

Beirut scorre riflessa sulla carrozzeria delle auto in corsa. Scorre frenetica e vitale. Scorre come l’acqua dei pozzi e delle sorgenti a cui si dice debba il nome. Berut. Scorre come dolce latte Laban nel bagliore indimenticabile delle montagne del Libano. Scorre e si infila nel traffico di ogni ora tra neon e lapidi memoriali, nei centri commerciali, nei fori di mitraglia, nelle case poco a poco riempite, desolazione e sfarzo, macerie. Chador colorati e statue di devozione mariana marcano i confini delle confessioni tra i palazzi, sui balconi, nei giardini, nelle nicchie tra un viadotto e i resti di un check-in, interessi e disinteresse, montagne orti e campi profughi. Palazzi lasciati a metà e poco distante locali trendy da ricca capitale dove la notte non finisce mai. Strade dello shopping impero occidente e poco distante le svolte dove non finiscono mai le preghiere.

Podcast. Biografia di Dio: Miles Davis

Come si fa a scrivere qualcosa su Miles Davis senza essere banale, sufficiente, parziale, inadeguata?
Miles Davis è stato un musicista che odiava le etichette (come ad esempio Cool Jazz, Hard Bop, era persino contrario al termine Jazz, inventato- secondo lui- dai bianchi per commercializzare la musica afroamericana) Questo suo atteggiamento – o più correttamente questa sua visione della musica – è ciò che ha permesso al Jazz di uscire dal “ghetto” dei locali per soli neri, facendo sì che si affermasse come linguaggio musicale universale, abbattendo i confini dei vari generi musicali.

Ragazzi perduti del Sudan

Nel corso della guerra civile in Sudan, Valentino Achak Deng viene separato a forza dalla famiglia quando una milizia araba distrugge il suo villaggio. Si unisce ai cosiddetti ragazzi perduti e con loro cammina per settimane attraverso il deserto, sotto le bombe delle forze militari governative, per sfuggire alla violenza della guerra.
Soffrirà la fame e la sete, mangerà frutti mai visti, erbe, foglie, carcasse di animali oppure nulla per giorni interi. Scavalcherà mine divenendo preda di bestie feroci e uomini assetati di sangue.

Ada decide

ada decide“… Quando sono con i miei amici, a scuola ma anche quando siamo a giocare ai giardini pubblici o in strada sotto casa, devo fare delle scelte, devo prendere delle decisioni.
Visto però che non sono sola devo decidere insieme agli altri devo scegliere le cose che ci mettano d’accordo tutti sennò finisce che litighiamo o non facciamo niente.
E così anche quando dobbiamo scegliere a cosa giocare rischiamo di litigare, e poi finisce che qualcuno non gioca o che resta arrabbiato e così non ci divertiamo.
Come si fa a decidere insieme? Come si fa a non litigare?
Beh, con i miei amici proviamo ad ascoltarci … “ ( pag.8 )
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Premio Strega 2011, Nesi guida la cinquina

foto autorePochi minuti prima delle 22, dopo uno spoglio durato più di un’ora, si è definita ieri la cinquina dei libri che concorreranno per la vittoria della sessantacinquesima edizione del Premio Strega, che si assegnerà il 7 luglio, primo giovedì del mese come da tradizione, nel Ninfeo di Villa Giulia a Roma. Primo posto per Edoardo Nesi, autore di «Storia della mia gente», edito da Bompiani

A guidare la classifica, con 60 voti, Edoardo Nesi con il suo Storia della mia gente, edito da Bompiani. Al secondo posto un inedito terzetto di autori a pari merito, tutti con 49 preferenze: Bruno Arpaia con L’energia del vuoto (Guanda), Mario Desiati con Ternitti (Mondadori), Mariapia Veladiano con La vita accanto (Einaudi). Entra in cinquina anche La scoperta del mondo (45 preferenze) di Luciana Castellina, le cui quotazioni erano date in ascesa per un posto al sole già nel tamtam del pomeriggio in casa Bellonci, l’appartamento dei fondatori Guido e Maria dove da oltre mezzo secolo si svolge il rituale più blasonato (e discusso) delle patrie lettere.