michela murgia

Ma le donne sono ancora invisibili

di Michela Murgia

Per poter dare il concorso per diventare insegnanti si dovranno studiare 35 scrittori italiani, di cui solo una è donna: Elsa Morante. E’ un fatto di questi giorni e il mondo intellettuale ci si è scomposto poco, fatte salve le donne intellettuali, che giustamente pretendono che lo sguardo sessista cambi di più proprio dove pretende di formare gli sguardi degli uomini e delle donne che verranno.

Hanif Kureishi, Il Budda delle periferie

Torniamo indietro negli anni per riscoprire questa volta un testo apparso oramai una ventina d’anni fa, il Budda delle Periferie, opera d’esordio dello scrittore anglo-pakistano Hanif Kureishi e pubblicato appunto nel lontano 1990.
Rimane in ogni caso un testo attuale e moderno, nonostante nel libro il contesto sia quello della Londra hippie degli anni 70. Ma non solo della capitale britannica si parla, bensì della sua sterminata periferia, che rappresenta un microcosmo non poi tanto diverso da quello che troviamo ai nostri giorni, almeno per problematiche, situazioni e persone. Come dice l’autore stesso: “Londra sembrava una casa con cinquemila stanze, tutte diverse. Il trucco era di scoprire come si collegavano, e alla fine attraversarle tutte”.

Per filo e per segno

« Sono poverella, figlia mia. Che ti posso dare io che non ho niente?»

«Puoi darmi, commarella, i fili persi della tua bottega».

«Che ci vuoi fare?»

«Ci voglio fare un gomitolo di filo».

«È cosa faticosa, creaturella. Sono corti i fili persi. Per fare un filo li devi annodare…

Dammi il permesso, vecchia commare, di raccattare i fili perduti».

«E sia», disse la sarta … ( pag.3 )[segue ]

A Mo Yan il premio Nobel della Letteratura 2012

Mo Yan, l’autore di Sorgo rosso, opera dalla quale è stato tratto il film omonimo di Zhang Yimou, vince il Nobel 2012 per la Letteratura.
Considerato uno dei più importanti scrittori e sceneggiatori cinesi, alle spalle ha una vita di privazioni. Infatti, come tutti quelli della sua generazione – è nato nel 1955 nella provincia dello Shandong – con la rivoluzione culturale ha dovuto interrompere gli studi per dedicarsi al lavoro manuale.
Ha fatto il guardiano di mucche e pecore.>>

La memoria fa brutti scherzi

Ho finito di leggere questi giorni “Il senso di una fine” di Julian Barnes quasi con un anno di ritardo dal premio che lo ha consacrato in patria con il Booker Prize.
Il libro ritengo sia molto ben scritto e, per quanto contrariamente letto sui blog e nel web dove, pur trovando recensioni molto favorevoli (c’è chi ha parlato di classico della letteratura),  molti hanno “spostato” più il merito della scrittura che la storia vera e propria, il libro è molto bello a tal punto che consiglio vivamente di leggerlo.

 

Podcast. Le nuove generazioni del R&B. Elle Varner

fotoPer chi non ha nessunissima voglia di televisione come me, la radio è una efficace alternativa per ascoltare e scoprire nuovi suoni. Per questo sono grata alla splendida DJ che fa di nome Irene Lamedica e che su radio 2 ci intrattiene con un bellissimo programma. Ma, per quanto grata, non sono qui per esaltare la bravura della conduttrice di Urban Suite, quanto l’artista che, grazie a lei ho scoperto da poco e che prontamente vi giro.

Il bambino che si arrampicò fino alla luna

Il bambino che si arrampicò fino alla luna

Ai nostri giovani lettori perchè nei libri trovino il coraggio di dare speranza e forza alle proprie idee

 

Il bambino che si arrampicò fino alla luna“Benjamin afferrò una sedia della cucina. Ci montò su,

raggiunse la botola, premette, sbatacchiò e spinse con forza.

La botola si aprì con uno scatto e uno schiocco, si spalancò

ed eccoli lì: la notte, le stelle, l’universo.

Rimasero a guardare quella meraviglia con gli occhi sgranati.

Benjamin afferrò Paul per la vita e lo sollevò.

Francesca sussultò per la paura.

«Non si preoccupi» disse Benjamin.

«Un ragazzino come questo non può cadere, con delle idee

come le sue e un amore come il vostro».

Sporcarsi le mani fa bene

Non è un libro di elevate pretese letterarie, questo della Rafkin, ma è una simpatica ed intelligente testimonianza, utile per tanti giovani che hanno paura di sporcarsi le mani e rifiutano lavori con una bassa immagine sociale, anche se temporanei.

La Rakfin non si è vergognata, per mantenersi, ad esercitare il dignitoso mestiere di donna delle pulizie e ciò non le ha impedito, poi, di affermarsi come scrittrice e giornalista. Anzi pulire, spazzare, mettere ordine diventa per lei motivo di orgoglio e manifestazione di competenza. Attraverso il suo lavoro, attraverso la manipolazione dei rifiuti, riesce a conoscere vari ambienti, compie delle esperienze vitali, concrete, che le riusciranno utili nel suo futuro lavoro letterario.