Guida alla prima volta

Abbiamo chiesto alla scrittrice Romana Petri di consigliare a suo insidacabile giudizio una guida al primo libro per neo lettori seconda le categorie di seguito indicate.

Diceva Antonio Tabucchi: «Piuttosto che leggere un brutto libro, meglio sdraiarsi sotto un cielo e guardare le nuvole o le stelle». Il problema, però, è che chi non legge nemmeno si mette a guardare il cielo, resta semplicemente un non lettore. Da insegnante per stimolare i ragazzi alla lettura facevo delle gare. Proponevo nomi di scrittori italiani, almeno una quarantina, loro sceglievano un titolo, lo leggevano e scrivevano una recensione.

Quando tutti erano pronti si dedicava una lezione di due ore alla lettura dei testi, poi i ragazzi votavano e alla recensione migliore io, di tasca mia, offrivo un libro. Era un approccio che aveva grande successo e posso dire con una certa soddisfazione di aver creato lettori abbastanza forti, che ancora oggi mi scrivono e mi raccontano cosa stanno leggendo. 

Di non lettori nel nostro paese ce ne sono molti e allora cerchiamo di buttare giù uno schema ragionato, dividiamoli per categorie e capiamo quale libro potrebbe accendere la luce della passione letteraria. E cominciamo dai più semplici, dalla tabula rasa anagrafica.

Come riconoscere un libro brutto da alcuni inequivocabili segnali: il profilo dell’autore

Il libro scelto a mo’ di esempio è “L’età dei miracoli” di Karen Thompson Walker

Un nuovo ‘caso editoriale’ è atterrato di recente sui comodini italiani: “l’età dei miracoli”, a firma di Karen Thompson Walker.

Il libro d’esordio della scrittrice Karen Thompson – che si chiama tra l’altro come una delle protagoniste di Scuola di Polizia – è all’insegna della fantascienza. Nell’età dei miracoli, la terra intera comincia a rallentare e alle 24h canoniche via via si aggiungono una manciata di minuti finché il giorno arriva a durare 72 ore. Fenomeno straordinario che coglie natura e umanità alla sprovvista, nemmeno gli esperti alla televisione sanno più cosa dire. La notte diventa giorno e viceversa, gli uccelli impazziscono e gli eucalipti – che a inizio del libro “ondeggiavano come anemoni di mare” – finiscono per diventare pericolose mazze pendenti pronte a colpire all’improvviso e mortalmente la testa di chiunque.

L’Italia di oggi? Uguale a quella di ieri

Dopo il successo di “1861”, Giovanni Fasanella e Antonella Grippo ripartono dalle strade del Risorgimento Italiano per percorrerle fino alla Grande Guerra. E lo fanno con un bel libro – “Intrighi d’Italia“, edito da Sperling e Kupfer –  scritto con una verve capace di raccontare episodi “pesanti” con una leggerezza di calviniana impronta, rendendo l’intero lavoro piacevole e ricco di grandi “inediti” che sorprendono pagina dopo pagina il lettore. Da evidenziare da parte degli autori la grande opera nel saper ricercare fonti (specie quelle da archivi stranieri) che fanno conoscere quelle trame che non ci sono sui libri di storia. L’opera peraltro, in alcuni punti, ha molte analogie con i periodi molto più vicini al nostro: basti pensare al Governo dei banchieri, dei tecnici (d’affari) o allo scandalo della Banca Romana che oggi si chiamerebbe Tangentopoli; quasi a significare che la storia si ripete (corsi e ricorsi…) e quando si ripete, cambiano ovviamente i personaggi ma non la fattispecie, come direbbero i giuristi.

Strade Blu di William Least Heat-Moon

Ai viaggi on the road per il continente americano siamo forse già tutti letterariamente e cinematograficamente abituati. Tuttavia ci sono ancora percorsi sconosciuti, territori inesplorati e viaggi del tutto inediti. Strade Blue (nell’originale Blue Highways. A Journey into America) di William Least Heat-Moon è uno di questi.

Pubblicato ormai nel lontano 1982 è un libro che però si colloca in un’altra temporalità, una sorta di storicità parallela, il che lo rende un libro sempre attuale.

La storia di quell’America in cui l’autore viaggia e di cui parla infatti è quella di un’umanità senza tempo o comunque in un rapporto molto particolare con il tempo storico.

Andrea Camilleri, una voce che illumina la notte

Diceva Antonio Gramsci in “Odio gli indifferenti”  che “lo sforzo fatto per conquistare una verità fa apparire un po’ come propria la verità stessa, anche se alla sua nuova enunciazione non si è aggiunto nulla di veramente proprio, non s’è data neppure una lieve colorazione personale”. Non citiamo Gramsci solo per rendere il nostro incipit ricco ed accattivante, ma perché, recentemente, abbiamo avuto modo di apprendere un’infinità di idee, opinioni, cognizioni tanto da averne la testa piena. Un cervello così saturo di idee che se non si dà adito ad un incipit alla fine l’idea inizia a scriversi da sé materializzandosi ai nostri occhi sul monitor. Abbiamo partecipato, domenica 9 dicembre 2012 a Roma presso il Palazzo dei Congressi dell’Eur, a “Più Libri più Liberi” (tra l’altro un titolo geniale voler considerare la parola “libri” una contrazione della parola “liberi” quasi un “difetto” dislessico e come un difetto si porta dentro una libertà creativa infinita), ma abbiamo partecipato non solo per i libri. Siamo andati ad un incontro con i libri che hanno voce, sguardi, mani , piedi e respiro: siamo andati all’appuntamento con Andrea Camilleri, nonostante il “fitusissimo friddu” che si sentiva dentro e fuori, in questo inverno che pare accompagnare le giornate di crisi nera della nostra Italia, Paese ormai estraneo pure a noi Italiani di rango europeo.