L’ho uccisa perchè l’amavo

di Michela Murgia

Molte volte io e Loredana Lipperini ci siamo incontrate sulle stesse battaglie: dall’uso univoco e strumentale dell’immagine delle donne agli stereotipi di genere, dall’affermazione della consapevolezza del femminicidio alla tentazione di riportare indietro l’orologio dei diritti. Ci siamo spesso domandate come sia stato possibile lavorare per tanto tempo sugli stessi argomenti e non aver mai scritto niente insieme, ma ora abbiamo rimediato.

I piccoli lettori… crescono

I piccoli lettori sono il fiore all’occhiello del nostro sito. Quello che connota di più la rubrica è la vivacità delle molte voci che la compongono e la moltitudine delle esperienze che vi albergano e che la rendono quella che è. E che rende, la nostra, una inesauribile scoperta, accompagnata dall’affetto dei nostri lettori.

Abbiamo qualcosa da dire. Questa è una conspevolezza e anche una responsabilità: in BookAvenue abbiamo capito che la maniera migliore di fare è quella di avere un tono di sobrietà e contenuti. Un mix che siamo riusciti a trovare non senza qualche naturale difficoltà. Di recente abbiamo pure scoperto di essere autorevoli (vero, Antonio Capitano?).

Epistemologia della morte per crisi

di Michela Murgia

Stamattina è apparsa sui giornali la notizia del suicidio di un ristoratore romano di origine sarda. L’articolo si concludeva in modo curioso: “Dai primi accertamenti degli investigatori sembra che l’uomo non soffrisse di depressione nè avesse debiti o problemi economici. Ma le indagini sono solo all’inizio”. La chiosa suggerisce al lettore due cose: la prima è che le cause più ovvie di qualunque suicidio siano da ricercare nella depressione e/o nei problemi economici; la seconda è che questi motivi, che al momento non sembrano esserci, non sono comunque esclusi e potrebbero emergere da un’indagine più approfondita. Chi ha firmato quell’articoletto dal tono un po’ deluso (mannaggia, non c’erano i motivi economici!) con ogni probabilità è afflitto dalla sindrome giornalistica della crisi assassina.

Francesco Taddia e Massimiliano Govoni: il giallo finanziario a quattro mani

Il loro primo romanzo, Hedge Fund, un giallo finanziario scritto in tempi non sospetti ma terribilmente attuale, ha vinto l’edizione 2011 del concorso Io Scrittore del gruppo Mauri Spagnol e il Premio internazionale Città di Cattolica 2012.
Massimiliano Govoni, esperto in nuove tecnologie, e Francesco Taddia, consulente finanziario, scrivono per passione e hanno trovato nel lavoro “a quattro mani” la dimensione creativa che più valorizza il loro lavoro di narrazione.

Tre anni senza Edmondo Berselli

Filippo Ceccarelli su Repubblica del 12 aprile 2010 scriveva così “adesso sarà molto più difficile capire la politica, in questo passaggio cruciale, senza Edmondo Berselli.
E ancora più difficile sarà interpretarne le vicissitudini non tanto nei suoi mutevoli scenari, ma alla luce di quello che, normalmente invisibile e spesso irriconoscibile, stabilmente domina e muove la vita pubblica e al tempo stesso le sta sotto, e dietro, ma anche al lato e soprattutto a traverso. Là dove solo la cultura, la rettitudine e la curiosità spingono a volgere lo sguardo.

Datemi un vestito: i racconti vintage di Roberta Giacometti

“Con poche frasi vi ho cucito addosso il più bel vestito che potessi permettermi. Per voi sono entrata nel migliore dei sogni, quello più geniale, il sogno di coniugare un breve racconto privato con la sconfinata geografia umana”.
Sono una boccata d’aria i racconti che compongono Datemi un vestito, antologia che raccoglie brevi storie scritte da Roberta Giacometti nel corso di vari anni. Anni in cui non c’era ancora il cellulare o l’iPad e la nostra misura economica erano le lire. Da qui il sottotitolo Racconti vintage.