Ho conosciuto Anna Rastello alcuni anni fa al concorso letterario Turno di notte. In quella occasione mi ha raccontato dell’esperienza da cui, qualche tempo dopo, sono nati il libro e il documentario “Il cammino di Marcella”: 1600 km a piedi da Sarzana ai Pirenei per mantenere fede ad una promessa e fare conoscere come la disabilità si possa “riscattare” dall’handicap.
Dopo questo primo incontro ho seguito con interesse e partecipazione le varie iniziative che Anna ha portato avanti con tenacia, passione e grande sensibilità, per dare voce e gambe a chi non ne ha e richiamare all’attenzione dell’opinione pubblica soprattutto le problematiche legate alla disabilità.
In questo secondo libro “Non riesco più a dire addio”, autoprodotto, Anna racconta in modo sincero e diretto la sua esperienza di mamma di tre figlie biologiche e otto figli in affidamento familiare che si sono avvicendati nella sua accogliente casa: le gioie, le difficoltà, la fatica e i dolori, l’impegno di crescere nel modo migliore così tanti ragazzi.
Una autobiografia avvincente come un romanzo ma intrisa della grande forza e umanità di Anna.
Un libro che ti resta dentro, che commuove, fa riflettere e dà coraggio.
“Cosa vuol dire essere figli? Cosa vuol dire essere genitori? Niente di più che essere presenti al bisogno, asciugare le lacrime nei momenti di tristezza, esultare delle gioie e delle conquiste piccole e grandi, sorreggere nelle debolezze, aiutare a far fruttare i talenti che ciascuno ha in dote nel momento in cui nasce.”