“… Noah Barleywater, se ne andò di casa al mattino presto, prima che il sole sorgesse, prima che i cani si svegliassero, prima che la rugiada finisse di posarsi sui campi… Prese il cappotto dall’attaccapanni in corridoio ma si mise le scarpe solo una volta fuori di casa. Imboccò il vialetto, aprì il cancello, uscì, tutto in punta di piedi per non rischiare che sentendo scricchiolare la ghiaia, i suoi genitori scendessero a controllare…”
Entriamo nella vita di questo bambino in punta di piedi così come, in punta di piedi, il nostro protagonista scappa di casa.
Ma perché Noah Barleywater, di soli otto anni, decide di scappare di casa?
La risposta al mistero di questa piccola inquieta vita sembra aleggiare in tutta la trama ma, come in tutte le grandi storie, viene svelata completamente soltanto all’epilogo …
Ci basti sapere che Noah, ha il cuore profondamente ferito a causa della conoscenza di un segreto terribile, una realtà che nessun bambino dovrebbe mai conoscere ed affrontare e che nessuno, nemmeno un adulto è in grado di spiegare ma solo subire.
Per questo Noah scappa per correre più veloce, sfuggire e seminare quell’ombra oscura della sua vita che sembra inseguirlo e non vuole sostenere.
Appena fuori dal paese, entra in una realtà diversa da quella che aveva immaginato di incontrare, un bosco, un mondo quasi onirico fatto di paradossi, assurdità e apparenti nonsense, dove incontra personaggi singolari: alberi che parlano, si spostano e i cui rami ricrescono appena spezzati, mele che supplicano di non essere mangiate, asini che reclamano il loro quindicesimo pasto quotidiano, insomma c’è da rimanere stupiti e smarriti.
Leggendo questo libro, infatti è il senso di smarrimento di Noah che si avverte forte e che accompagna il lettore, quasi pungendolo, mettendolo a disagio, in quasi tutte le pagine del libro fino ad un incontro decisivo e che rivoluzionerà la trama e l’intera esistenza del bambino. Entrando in una incredibile bottega di giocattoli vivi, passando attraverso una porta che si chiama Hanry e venendo a contato con una strana dimensione del tempo introdotta dall’orologio Carl, il ragazzino incontra un vecchio giocattolaio che intaglia giocattoli e marionette di legno ispirandosi a persone che ha veramente incontrato nella sua lunga, avventurosa, esistenza. Fino ad ora gli incontri di Noah erano stati veloci, quasi frettolosi, il ritmo della narrazione incalzante non permetteva di soffermarsi a lungo, in un posto, in un luogo dell’anima ma solo fino a questo momento …
Dall’incontro con questo strano bambino-vecchio, il tempo, la narrazione e anche il cuore di Noah si dilatano, lasciando intravedere un dolore a lungo covato che trova piano, piano, una strada verso la luce e l’accentazione di un congedo imminente…
Anche lo strano vecchietto se ne intende si fughe e di corse e racconta a Noah che da bambino goffo e perseguitato si trasformò in un brillante campione olimpionico, con uno straordinario dono per la velocità. Ma a scappare sempre, anche se si vivono avventure entusiasmanti si perdono però momenti importanti, fondamentali nella vita di un ”umano”: come il dire addio al proprio papà e questo lo strano bambino-vecchio, ancora lo rimpiange. Noah, lo ascolta ogni singola parola che esce da quel lungo racconto, riflette e si rimette in cammino verso casa …
Non vi racconterò il segreto di Noah, ne la vera identità del giocattolaio ma vi posso anticipare però che il bambino dal cuore di legno non è il nostro piccolo Noah…
Dieci anni dopo, il giorno del suo diciottesimo compleanno, Noah, riceve una lettera contenete un’eredità: il dono della bottega del giocattolaio assieme alla missione di porre attenzione a qualsiasi esistenza ci capiti di incontrare per quanto lunga o breve sia avremmo sempre la possibilità di donare e quindi arricchirci …
“… Una marionetta non cambia mai. Una marionetta può viaggiare vivere mille avventure e non invecchiare di un giorno. Un ragazzo… un ragazzo in carne ed ossa … diventa vecchio e davanti a sé ad aspettarlo c’è solo la morte… Ma ricorda ragazzo non devi mai desiderare di essere diverso da come sei – gli disse piano –Ricordatelo. Non devi volere più di quanto ti venga dato. Potrebbe essere l’errore più grande della tua vita … “
L’AUTORE
John Boyne è nato in Irlanda nel 1971. Il suo romanzo:” Il bambino con il pigiama a righe” ha ispirato l’omonimo film di Mark Herman e ha venduto milioni di copie in tutto il mondo. In Italia ha pubblicato anche La sfida e, per adulti, Il ragazzo del Bounty. I suoi libri sono stati tradotti in più di quaranta lingue. Vive e lavora a Dublino.
SCHEDA TECNICA:
Autore: John Boyne
Illustratore: O. Jeffers
Editore: Rizzoli
Collana: Narrativa Ragazzi
ISBN: 17044059
Codice EAN: 978-8817044059
Anno prima edizione: 2010
Formato: rilegato
Pagine: 252
Prezzo indicativo: 15,00 euro
Età di Lettura: (+10 )