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Mariapia Veladiano, La vita accanto

Con questo articolo Rosa Manauzzi inizia la sua collaborazione con BookAvenue. Benvenuta!

La vita accanto (Einaudi, 2011) di Maria Pia Veladiano, tra i cinque candidati al Premio Strega, racconta la bruttezza e l’ipocrisia della bellezza

La vita a volte ci passa accanto, oppure, più spesso, accanto ci passa la vita di qualcuno altro, che non notiamo. Se per caso sbirciamo con la coda dell’occhio la sua condizione di inferiorità decidiamo in modo definitivo di non vedere neppure la sua ombra. Il titolo dell’opera di Maria Pia Veladiano, afferma da principio il dramma che si dipana, se pur con stile leggero, per tutto il libro: una vita che non viene accolta.
“E’ la storia di una bambina brutta”, racconta l’autrice nelle numerose interviste di questi giorni frenetici che ci avvicinano al fotofinish del Premio Strega. E forse per questo incipit extra narrativo qualcuno ha pensato che si trattasse di una favola; così non è. Dietro l’innocente protagonista si nasconde uno spaccato torbido, svelato soltanto nei tratti fisici della sua creazione, Rebecca appunto. Una presenza che, per dirla con Umberto Eco (Storia della bruttezza, Bompiani, 2010), consente di “denunciare nel brutto il mondo che lo crea”.