Caterina è giunta alla soglia della cinquantina conducendo una vita noiosetta e banale. Ma quando il marito, con il quale il rapporto si è assai intiepidito, le annuncia che si è innamorato di un’altra donna e che intende andarci a vivere insieme, le crolla ugualmente il mondo addosso. E improvvisamente si accorge di quanto è grigia la sua esistenza tra le traduzioni part-time dall’olandese per una ditta di tulipani, la figlia studentessa universitaria che ha poco tempo e scarse attenzioni per la madre, e un gatto un po’ stranito.
Così si rifugia nella settimanale seduta di analisi del gelido dottor Sigfrido e nei consigli disfattisti delle amiche, ciniche e disilluse all’ultimo stadio. Che fare per riprendere in mano la propria vita? La “classica” vacanza a Sharm? Ma il destino ha in serbo per Caterina sviluppi inattesi e imprevedibili.
Raccontato così può sembrare il classico romanzetto rosa però ci si ricrede quasi subito grazie all’ironia di cui è intriso e la capacità, pur raccontando con realismo una storia come ne capitano tante, di non cadere mai nel melodrammatico, anche se una nota amara ogni tanto fa capolino.
Le vicende sentimentali della protagonista man mano che si procede nella storia passano in secondo piano lasciando spazio al racconto di altre difficoltà comuni a tante donne di mezza età: la precarietà del lavoro, i rapporti con i figli adulti già difficili per sè e resi ancora più complessi se si è genitori separati, la tendenza ad adagiarsi in situazioni che non soddisfano ma che si tengono strette solo per paura di un salto nel vuoto affrontando nuovi possibili percorsi, la capacità o meno di reinventare una vita che si credeva ormai stabilizzata in banale routine.
Una scrittura agile e fresca, ironica ed estremamente piacevole per una lettura non impegnativa ma che lascia comunque traccia.