Escursionisti si nasce. Hiker si diventa

trekking, foto di uomo al tramonto su sentiero di montagna
   Tempo di lettura: 10 minuti

L’escursionismo definisce una forma di esercizio più antica dell’esercizio fisico stesso e non è mai stato così popolare come in questo periodo. Dal 2018 al 2024, il numero di italiani che hanno calpestato i sentieri è aumentato da circa 1 a 9 milioni, secondo Federturismo Confindustria. Il cosiddetto turismo lento ha prodotto, al di là dei numeri, nuove consapevolezze particolarmente importanti:

  • Il 17,2% degli italiani ha indicato il trekking come principale motivo di viaggio: nel 2024, secondo la ricerca, pari a circa 9,3 milioni di persone 

  • Il 39% dei vacanzieri pratica il trekking, considerandolo un modo nuovo e a basso impatto di visitare i territori. 

  • Oltre centomila credenziali sono state distribuite ai camminatori nel 2023 attraverso i Cammini italiani, con un incremento significativo rispetto al solo anno precedente di poco superiore ai sessantacinquemila. 


Per il celebre scrittore Robert MacFarlane, oracolo e guida di chi ama camminare e stare all’aria aperta, nonché professore a Oxford, l’escursionismo offre libertà e prospettiva. Ha detto in più occasioni che questa pratica antica aiuta a riconnettersi con “la grandiosità del mondo” ogni volta che ci si sente impantanati dalla vita quotidiana. Vista la quantità di libri prodotti sul camminare, non deve avere una vita semplice, dopotutto.

Tuttavia, per molti di noi che per ragioni facilmente immaginabili non trascorrono molto tempo all’aperto, un’escursione di una sola mezza giornata può sembrare scoraggiante. E se per un momento riusciamo pure a gettare l’anima oltre l’ostacolo, ecco che immediatamente ci facciamo prendere dalle paure primordiali del Vir Urbanus. Cosa succede se perdo il cellulare? Come posso evitare di perdermi o ferirmi? Ho davvero bisogno di scarpe da trekking speciali? 

Se l’idea di sudare sui sentieri sembra attraente ma non siete sicuri di come (o dove) iniziare, vi suggerisco di leggere questo articolo.

Perché fare un’escursione?

L’escursionismo offre tutti i benefici cardiovascolari della camminata ma il terreno irregolare fa di più per rafforzare i muscoli delle gambe e del cuore, che a sua volta aumenta l’equilibrio e la stabilità. Lo hanno detto in una famosa puntata di  Superquark  dove suggeriscono, tra l’altro, quanto aiuti camminare e fare esperienza di sé con le escursioni all’aperto. Questi benefici si moltiplicano quando i sentieri aumentano di altitudine. Se volete aumentare, dunque, la forza psichica e fisica del vostro corpo, non vi resta che indossare uno zaino (su misura), usare bastoncini da trekking e il gioco è fatto.

Trascorrere del tempo nella natura e avere esperienze che ispirano stupore, può anche ridurre lo stress e l’ansia. Un piccolo studio (*)del 2015 ha rilevato che le persone che camminavano nella natura per novanta minuti avevano meno probabilità di pensare negativamente su sé stesse – un fattore di rischio per la depressione – rispetto a quelle che camminavano in un ambiente urbano. Il ritmo colloquiale dell’escursionismo lo rende anche una forma di fitness ideale per chi ambisce a camminare sul Pacific Crest Trail con più di 2.650 miglia da percorrere. Ma forse è meglio procedere per gradi, non vi pare?

Se state esplorando un nuovo sentiero o una nuova regione, prendete in considerazione l’idea di incontrare un club escursionistico locale per imparare la posizione e tipologia del terreno che state per affrontare. Cercateli: in molti luoghi potete contare sull’esperienza e competenza delle sezioni del CAI. Inoltre, negli ultimi anni sono nati diversi gruppi e comunità, che offrono senza scopo di lucro ogni tipo di assistenza e informazioni. Per i più piccoli, sono sorti gruppi per genitori di bambini come CAI Family o Bimbo in Trekking e sui social ci sono pagine di gruppi specifici (su Facebook) come “babyTrekking – Montagna per bambini” o “In montagna con i bambini”, dove i genitori condividono consigli e esperienze.

Come si inizia?

Se siete relativamente attivi, probabilmente vi state già allenando facendo passeggiate. Può allora essere semplice come uscire dalla porta e considerare di camminare da 40 minuti a un’ora e mezza per aumentare la forza e la resistenza, preparandovi per successive escursioni più lunghe.

Per allenarvi a terreni più ripidi, camminate su per le colline, e se non ne avete una vicina, prendete le scale invece che l’ascensore. Molti blog e social web, raccomandano semplici esercizi di condizionamento delle gambe, prima e tra le escursioni, tra cui gli esercizi sulle gambe con sollevamenti del polpaccio, sollevamenti delle dita dei piedi, squat (alzarsi e sedersi da una sedia/panca) ed esercizi a gamba singola come gli affondi. Insomma: un po’ di esercizio preparatorio, in specie agli arti inferiori, servono eccome.

Trovare sentieri

Scegliere il sentiero giusto può fare la differenza tra un allenamento piacevole e una fatica incommensurabile. Non dovete per forza sentirvi una larva. Per fortuna, i sentieri pittoreschi sono ovunque, se sapete dove cercare. Chi abita in città può raggiungere molti luoghi adatti con un breve tratto a piedi o in bus entro o immediatamente fuori i confini del perimetro urbano della città.

Alcune app offrono gratuitamente o dal costo contenuto, database compilati da esperti e escursionisti regolari che suggeriscono percorsi a colori in base alla difficoltà. Ci sono pure alcune altre applicazioni che consentono anche di scaricare e/o stampare copie delle mappe dei sentieri, nel caso si preveda la mancanza di segnale telefonico o che sia irregolare.

Quando scegliete un’escursione, annotate pure la variazione di altezza magari usando le mappe con l’altimetro per vedere se le salite sono graduali o più brusche. Potrebbero suggerirvi, chessò, la presenza di una parte del terreno con una breve e ripida salita del sentiero, per esempio, oppure se il resto del percorso è abbastanza facile da moderare il passo.

Una buona escursione iniziale dovrebbe avere un dislivello tra 0 e 100 metri per km. Qualsiasi dislivello/salita superiore a 150 metri per km è considerato difficile.

Se Staite tentando qualcosa di più difficile, cercate un percorso con più tracce (inteso come possibilità di percorso) nel caso in cui sentiate l’irresistibile bisogno di ridimensionare le vostre ambizioni. Leggete la lunghezza e il tipo di terreno del sentiero per stimare quanto tempo ci vorrà; spesso i cartelli indicano km e durata. Ricordatevi di aggiungere soste di riposo e considerate come il tempo potrebbe cambiare la difficoltà. Lo dico per esperienza: spesso un crampo al polpaccio è quello che ci vuole per riconsiderare le proprie aspettative. I segnali del corpo aiutano a non finire all’ospedale.

Preparare l’attrezzatura giusta

La chiave per un’escursione rilassata è essere il più preparati possibile. Tuttavia, l’imprevisto è dietro… l’albero: sia che si tratti di un improvviso acquazzone che di una caviglia storta. Ogni escursionista dovrebbe poter rispettare poche regole per salvaguardare il creato e imparare a costruire la migliore attrezzatura da escursionismo adatta alla proprie necessità.

Ma l’attrezzatura più essenziale, sono convinto, sono le calzature, perché i vostri piedi sono letteralmente la vostra base di appoggio. Non è necessario investire in scarpe da trekking speciali, è necessario indossare scarpe che offrano stabilità, protezione e trazione, soprattutto confortevoli se il sentiero è roccioso, ripido o potenzialmente fangoso. La maggior parte degli infortuni fisici sui sentieri non sono errori di allenamento, ma il risultato dell’essere in natura. Buone scarpe e bastoncini da trekking offrono maggiore stabilità. Tra le altre cose, i bastoncini possono anche aiutare ad allontanare eventuali serpenti sul vostro percorso. Capita.

Rimanere al sicuro.

L’ho detto altrove: l’escursionismo comporta alcuni rischi, ma prendere alcune semplici precauzioni di sicurezza può aiutarvi a tornare a casa sani e salvi. Se siete un nuovo escursionista, non partite da soli: andate con un amico o un gruppo locale finché non diventate più esperti, e lasciate a casa – una volta per tutte – lo stick per i selfie.

Prendete l’abitudine di dire ad almeno una persona dove andrete e avvisate di essere rientrati. Lasciate una nota sul cruscotto della vostra auto con il percorsoche seguirete in modo che se non tornate, chi vi cercherà sopra dove iniziare.

Infine, per evitare lesioni, non spingetevi oltre, troppo forte o troppo veloce attraverso sentieri più impegnativi delle vostre risorse. Ricordate: il punto è essere in grado di vedere i panorami e annusare i fiori.
Come ha detto Walden, “rallenta, ammira il paesaggio, ascolta gli uccelli”,

per BookAvenue, Michele Genchi

*Fonti.
PNAS (Proceedings National Academy of Sciences) Nature experience reduces rumination and subgenual prefrontal cortex activation


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