Dimenticatevi la Scandinavia: non è Jo Nesbo il re delle storie misteriose, ma un sacerdote alto e prestante venuto dall’est Europa che si chiamava Karol Wojtyla. Per convincersi che questa non è un’iperbole basta osservare il gran numero di testi saggistici e di inchieste giornalistiche che da diversi anni invade le librerie nel tentativo di portare ai lettori qualche lume in più sulla vita dell’uomo che divenne il più grande papa del Novecento col nome di Giovanni Paolo II.
Questa Rubrica.I fatti, le curiosità, gli eventi, le nostre e vostre opinioni.
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Elzeviri
La morte di Agota Kristof
Apprendiamo la notizia da oubliettemagazine.
Ed ecco l’Italia: tanti scrittori, tanti lettori, tanti giornalisti eppure nessuno tratta della morte di una notissima scrittrice, una delle più interessanti: Agota Kristof.
Agota Kristof nasce il 30 ottobre del 1935 a Csikvànd in Ungheria.
La lingua che ha utilizzato per le sue opere è il francese che come seconda lingua, ella stessa sosteneva, non riusciva a padroneggiare alla perfezione, erano frequenti infatti gli errori, questo portò la graziosa definizione per se stessa di “analfabeta”.
Il prezzo delle storie
Tutte le storie hanno un prezzo, anche se non sempre corrisponde a quello che appare sul retro della copertina. Lo sanno i lettori e lo sanno gli scrittori: nessuna storia è mai innocua, tanto meno gratis.
E il cronista viaggiatore incontrò l’Oriente. Àlen Loreti cura il meridiano di Terzani
da Il Corriere della Sera. La vita di Terzani riflessa nei suoi libri: dall’Olivetti a reporter in Cina e Vietnam Tiziano Terzani TUTTE LE OPERE …
Il sogno dei dittatori
La scuola ha appena suonato l’ultima campanella prima delle vacanze estive, ma non è un trillo di gioia: la riforma Gelmini le ha lasciato ferite aperte in tutto il territorio italiano. Anche se molti già pensano al mare e il governo Berlusconi è preoccupato di come fare a sopravvivere alle ultime batoste referendarie, sarebbe un errore permettersi di dimenticare cosa è accaduto e ancora sta accadendo in molti piccoli istituti scolastici locali grazie ai tagli governativi voluti da Giulio Tremonti per la scuola.
Parole nuove per BookAvenue
Diamo il benvenuto in redazione a Paola Mattiazzo che da oggi inizia la sua collaborazione con BookAvenue. Paola Mattiazzo – la cui famiglia è originaria del Biellese …
Stato di clandestinità
C’è qualcosa nell’aggettivo “clandestino” che irrita il mio concetto di civiltà. Quando la clandestinità si riferisce a persone, abbiamo tutti tristemente chiaro che cosa significhi: cittadinanze di pochi, diritti solo per alcuni e nascondimento e persecuzione per tutti gli altri. Ma non siamo abituati ad associare la condizione di clandestinità all’informazione, anche perché nei paesi civili non esiste l’informazione clandestina: dove c’è la democrazia tutta la stampa è legittima e circola liberamente. Anche la Costituzione italiana suggerisce il medesimo concetto nell’articolo 21, quando sancisce che la stampa non può essere soggetta ad autorizzazioni o censure. Non si comprende come in base a quel principio possa ancora esistere nel nostro ordinamento giuridico l’assurdo reato di “stampa clandestina”, risalente al 1948, che sottende invece l’idea che esistano esercizi d’informazione legittimi e altri che invece non lo sono.
Mea Culpa. Aatish Taseer aveva ragione
Nell’articolo dedicato al libro “Straniero alla mia storia” di Aatish Tasser, avevo criticato alcuni punti di vista dell’autore circa il regime siriano. Dissi: “L’arrabbiato e poco riflessivo islamismo che incontra in Siria è solo un aspetto della vita multiculturale del paese, e in nessun caso il solo aspetto della vita sociale e culturale di quel paese. Egli sembra presentare un quadro unidimensionale delle sue terre di transito, a volte al limite del paranoico. E’ spesso “ricarburato” da ciò che sente, e salta a peggiori conclusioni. Ma che i siriani, gente che sa certamente come evitare i tabù politici, possa parlare di politica solo al chiuso della privacy di un automobile, sembra una forzatura anche per me e lontano dalla verità”.
A leggere le cronache di queste settimane devo dare atto all’Autore di aver anticipato di molto tempo quello che sta accadendo al popolo siriano e alle devastazioni e crudeltà opposte dal regime del presidente Bashar al Assad.
Mario Vargas Llosa. Il sogno del celta
”Scorgo una preoccupante deriva culturale. Il nostro tempo sembra correre cantando verso la frivolezza e la banalizzazione. La cultura ha perso la sua nobilta’, sta diventando intrattenimento”.
Lo afferma lo scrittore peruviano Mario Vargas Llosa, premio Nobel per la Letteratura nel 2010, in un’intervista a ‘La Stampa’, nel giorno della presentazione a Torino del suo ultimo libro ‘Il sogno del celta’.
”La cultura – dice lo scrittore – è anche divertimento, ma se è solo divertimento non è più cultura. Stiamo assistendo alla vittoria dell’immagine, all’imposizione di forma di intrattenimento che devono essere forzatamente facili e accessibili alla maggioranza delle persone. Questa smania di semplificazione ha fatto sì che lo stesso termine ‘cultura’ perdesse il suo significato originario. E intravedo il pericolo che non solo disimpariamo a discernere, appunto, tra categorie come bello e brutto, ma addirittura buono e cattivo. Così l’idea di una cultura alla portata di tutti ha condotto al collasso i valori con i quali si giudicava la cultura stessa”, aggiunge Vargas Llosa, che annuncia di essere al lavoro su un saggio che affronti questo tema.