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Il patrimonio intellettuale di Edmondo Berselli

E’ stato presentato martedì 13 dicembre 2011 a Modena il comitato “Amici di Edmondo Berselli”, promosso da un nutrito numero di amici dell’intellettuale modenese scomparso prematuramente nell’aprile del 2010. la nobile finalità dell’ associazione è quello di riuscire a realizzare, nel giro di pochi mesi, una attività che abbia come fine quello di favorire “la diffusione della conoscenza del pensiero, dell’opera e più in generale del vasto patrimonio intellettuale di Berselli”. Le ultime parole scritte dall’impareggiabile Edmondo Berselli, parlando di Economia Giusta, sono queste: “Dovremo adattarci ad avere meno risorse. Meno soldi in tasca. Essere più poveri. Ecco la parola maledetta: povertà. Ma dovremo farci l’abitudine. Se il mondo occidentale andrà più piano, anche noi tutti dovremo rallentare.
Proviamoci con un po’ di storia alle spalle, con un po’ di intelligenza di umanità davanti.” Eddy, come ci piace chiamarlo, è stato una forza naturale (e ancora lo è e lo sarà), come l’acqua o il vento che permette ad un Mulino di produrre energia (Edmondo lavora di Mulino, avrebbe detto Brera…). Trasparente come l’acqua e intenso come il vento. Molti di noi oggi vorrebbero un suo editoriale come un faro che illumina questi tempi di un buio medievale. Soprattutto nella nuova economia sbilanciata. Che assomiglia sempre di più al pollo di Trilussa.

Un nome tricolore: Carlo Azeglio Ciampi

Il 9 dicembre 2011 un grande italiano ha compiuto 91 anni.
L’Italia ne ha 150 e quest’Uomo,che ne ha percorso gran parte della sua storia ha un nome tricolore. Verde come Carlo, Bianco come Azeglio Rosso come Ciampi. Verde come il suo pensiero, giovane, vivace; bianco come la sua onestà e la sua dignità ; rosso come la passione e la forza delle sue idee e delle sue parole. “Purtroppo – dice il Presidente emerito – ora che è venuto il tempo dei bilanci mi rendo conto che sto vivendo in un paese ben diverso da quello che avevo sognato in gioventù”

Parole nuove per BookAvenue. Antonio Capitano

Come si spiega la nostalgia sempre più diffusa per il vecchio secolo? Cosa è andato storto nell’agonia del Novecento e nel primo decennio del ventunesimo secolo? Siamo forse tutti orfani delle ideologie e della Guerra fredda, ma che hanno garantito cinquant’anni di pace? Siamo semplicemente tormentati dal ricordo del petrolio a 9 dollari al barile, e dei prezzi in lire, pieni di zeri, ma alla fine più convenienti? Ci spaventano di più la crisi delle banche americane, o quelle nostrane?  
Ancora: siamo turbati da fenomeni più gravi e profondi che minacciano la natura stessa delle società organizzate, come l’immigrazione, l’emergere delle società d’oriente con la crescita a due cifre, la crisi economica che affrontiamo, l’Europa e altre questioni. E noi?, come ci misureremo con questo cambiamento? Come sbrogliare vecchi e nuovi nodi, uno per tutti: quello della questione morale, nei cui gangli c’è la vera sfida alla modernità del nostro Paese?

Superman batte la crisi. Venduto il n.1 per due milioni di dollari

Le borse traballano, dell’Euro meglio non parlare, i nostri bond hanno la febbre, il mattone non va: stai a vedere che, alla fine, il vero bene rifugio in tempi di crisi è il caro vecchio fumetto. Sempre più soppiantata (Francia a parte) da altri passatempi giovanili molto più tecnologici, è proprio la “letteratura disegnata” la grande protagonista di un mercato per collezionisti che raggiunge prezzi sempre più esorbitanti. L’ultimo colpo di un’escalation impressionante, è quello fatto segnare dal numero 1 di «Action Comics» (1938), contenente la prima storia di Superman. Una copia perfettamente conservata con la prima storia di Superman (ne esisterebbero solo cento in tutto il mondo) è stata venduta ad un’asta online per ben 2,16 milioni di dollari, circa un milione e 600mila euro. Per la prima volta, dunque, un albo di fumetti supera la barriera dei due milioni di dollari e continua, così, il singolare derby tra supereroi a colpi di record: nel 2010 il numero 27 di Detective Comics (1939), con l’esordio di Batman, era stato venduto a un milione e 75mila dollari, poi a marzo scorso, invece, il numero 1 di “Action Comics” aveva toccato il milione e mezzo di dollari.

La scomparsa di Christa Wolf

foto autriceLa scrittrice Christa Wolf, uno dei massimi autori tedeschi, a lungo simbolo della letteratura del dissenso in Germania est, è morta a Berlino; lo riferisce Der Spiegel.
L’autrice di “Cassandra” e “Un cielo diviso” aveva 82 anni. L’annuncio è stato dato dalla casa editrice tedesca Suhrkamp Verlag Lo spiegel la ricorda come “una delle maggiori scrittrici tedesche del dopoguerra e la più importante cronista della Ddr e della spartizione tedesca”.
Nata nell’attuale Polonia, trascorre l’infanzia sotto il nazismo ma alla fine della seconda guerra mondiale si ritrova nella Germania Est. Laureata in germanistica all’università di Jena negli anni 50 sposa lo scrittore Gerhard Wolf. Dal 1962 lavora come critica letteraria presso la rivista dell’Unione degli Scrittori della DDR “Neue Deutsche Literatur”.

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John Fante. Storia di un autore di culto

STORIA di uno scrittore “cult” riscoperto. Merito, tra gli altri, anche di un festival che lo celebra ormai da qualche anno, in quel paese nei pressi di Chieti che ha un nome familiare e quasi dialettale, un nome che sembra inventato da un gioco romanzesco di fantasia: Torricella Peligna. Lui è John Fante, Denver nel Colorado classe1909, figlio di emigranti. Del padre Nicola aveva quel sangue abruzzese che per metà gli scorreva nelle vene, perché l’altra metà apparteneva alla madre, Maria Capolungo, americana di nascita ma figlia di genitori lucani. Storia antica di immigrati italiani, di operai, muratori come papà Nick, gente povera che aveva una famiglia da sfamare con un salario che non bastava mai.