Da noi, a dare il segnale di dismissione della civiltà solidale, è stata la legge Bossi Fini, il cui reato di immigrazione clandestina si estende anche ai pescatori che aiutano le barche in difficoltà, ragione, questa, che mette in condizione gli uomini imbarcati di lasciare al loro destino i disperati del Mediterraneo a bordo delle loro carrette galleggianti e di guardare dall’altra parte in caso di avvistamento. Una vergogna. Per fortuna, il buon senso dei pescatori, che nella maggior parte dei casi se ne strafregano della iniquità di questa legge, ha consentito di salvare molte vite. La stessa cosa succede allo sfortunato protagonista del nuovo libro di Tom Wolfe. Lui è un poliziotto di origine cubana che, con un gesto eroico, salva la vita ad un clandestino mentre è in fuga da Fidel Castro.
Questa rubrica:
Reading Room è la nostra rubrica dedicata ai libri pubblicati oltreconfine; in particolare alle culture anglo-americane.
Reading room
Scrittori che parlano di scrittori. Nick Hornby
Uno dei motivi per cui vado volentieri a trovare il mio fratellastro, che vive in una bella casa nel Sussex, è che conosce un tizio che intrattiene i bambini sparando limoni da un bazooka fatto in casa. Non spara i limoni contro qualcosa, ma è proprio questo il bello: un frutto giallissimo sparato a decine di metri nel cielo azzurro è uno degli spettacoli più fantastici che madre natura possa offrire (anche se, diciamocelo, si serve di un congegno esplosivo fatto dall’uomo).>>
La società dello spettacolo vista da Michel Houellebecq
Per chi ha memoria, nel 2001 Michel Houellebecq fece scandalo dichiarando che l’Islam è “la religione più stupida.” Non ricordo bene il resto ma ricordo bene cosa successe dopo: il finimondo. Questa volta, a sentire gli echi di quello che accade in patria, potrebbe succedere la stessa cosa; uso il condizionale per il sentimento di attesa di qualcosa di dirompente che accade tutte le volte che l’autore, già premiato con il Goncourt (nel 2010, con La carta e il territorio), apre bocca o scrive qualcosa, ma che a ben vedere, forse, non accadrà fatto salvo qualche scoppiettìo sui giornali già letto e digerito.
Tutto quello che avreste voluto sapere su Wilki Collins e non avete mai osato chiedere
“Ho sempre sostenuto che l’unico importante fenomeno presentato dalla società moderna sia l’enorme prosperità dei folli.“
L’Autore. Wilkie Collins nasce a Londra l’8 gennaio 1824. Il padre William, paesaggista, ha in mente per il figlio un futuro fuori dal mondo dell’arte. Infatti Wilkie all’inizio si cimenta con il commercio del thè, scoprendo, però, di non essere tagliato per le attività mercantili.A quel punto decide di studiare giurisprudenza al Lincoln’s Inn: nel 1851 ottiene l’abilitazione all’avvocatura, ma tale carriera non gli dà lo sperato successo.
Solo iniziando a scrivere scoprirà la sua vera vocazione che si accompagnerà a quella per la pittura – Collins arriverà ad esporre le sue opere alla Royal Academy in una mostra nell’estate del 1849. Ma la sua vera passione rimarrà comunque la letteratura, passione che lo porterà ad essere riconosciuto come il padre del genere poliziesco.
Paul Auster. L’inverno del nostro scontento
Sessantacinque anni ma non li dimostra. Eppure deve essere stata questa la molla che lo ha spinto a scrivere il suo nuovo libro “Winter Journal” tradotto come tutti i precedenti da Einaudi.
E’ abbastanza sorprendente scoprire un “lato debole” di Paul Auster.
Chinua Achebe. Un grande africano
Chinua Achebe è morto, di questi tempi, tre anni fa (a marzo del 2013). Era anziano ma non vecchio, nel senso che diamo ad un uomo l’età di 82 anni. Aveva poco più di trent’anni quando alla Nigeria fu concessa l’indipendenza dall’impero britannico e agli inizi del 1960 era già famoso in tutto il continente nero come “lo scrittore” più importante d’Africa. Giusto un paio di anni prima un coraggioso editore inglese: Heinemann, gli aveva pubblicato “Il crollo”, probabilmente il primo romanzo africano che molti dei suoi ammiratori – dentro e fuori il continente – avessero mai letto.
Da questa parte, gente! C’è Jonathan Franzen, Purity
Beh!, l’uscita di un nuovo romanzo del più amato scrittore americano contemporaneo, carica di altrettante grandi attese anche i lettori da quest’altra parte dell’oceano.
Il fatto poi che Jonathan Franzen stia sulle scatole a un sacco di gente -non a torto aggiungo- non è un caso: ha un carattere sprezzante dovuto alla consapevolezza di essere tra i grandi del firmamento letterario americano e mondiale. Cosa che gli ha consentito di mandare letteralmente a quel paese, prima un padre sacro della letteratura come Philip Roth e non ultimo anche Oprah Winfrey utilizzando, in questo caso anche frasi ingiuriose se non addirittura corrive, della serie: “saiiltuobelprogrammamucolodoveloinficco?”
Philip Roth. Difficile lasciarlo andare
Da poco, il 19 marzo esattamente, Philip Roth ha compiuto ottantatré anni e quattro dall’annuncio della sua andata in pensione come scrittore. In effetti, dal 2012 non sono più uscite novità se per novità si escludono tutti i libri non ancora tradotti in italiano. L’ultimo pubblicato è in realtà il primo. E’ di qualche settimana o poco meno l’uscita in italiano del suo primo romanzo “Letting go” tr. Lasciar andare, pubblicato come tutti gli altri da Einaudi, e splendidamente tradotto da Norman Gobetti già curatore in precedenza di: Professore di desiderio e Nemesi, ed anche di autori come Hamid Mohsin e di Martin Amis.
Tutto quello che avreste voluto sapere su Lee Harper e non avete mai osato chiedere
Harper Lee scrisse uno dei romanzi americani più amati di sempre, pubblicato più di cinquant’anni fa, dopodiché sparì dalla circolazione.
La scrittrice sarà ricordata per sempre solo per “Il buio oltre la siepe”, un romanzo che è diventato un punto fermo tra le letture dei ragazzi che seguono le scuole medie e si susseguono poiché intere generazioni dagli anni sessanta in poi hanno avuto tra le mani la storia dell’avvocato Atticus Finch incaricato della difesa d’ufficio di un “negro” accusato di violenza carnale. E’ mancata troppo presto rispetto alla celebrazione con cui il nuovo libro: “Va’ metti una sentinella”, è stato salutato e tutto quello che ne consegue.