Certi libri arrivano al lettore come in risposta a una preghiera. La preghiera può essere un giorno di sole o il momento più basso di un’esistenza, ma è sempre l’arte a esprimere il nostro indicibile. Succede anche per le preghiere di una società. “Ogni epoca concentra l’attenzione su alcune parole, ne è come ossessionata. Questo perché quest’epoca sta perdendo la cosa nominata e comincia ad avvertirne la mancanza”.
Se c’è una cosa che manca all’uomo in questo tempo di declino umano e spirituale, è la Poesia: quella bellezza che l’universo ha facoltà di osservare in se stesso tramite la vita. A questa preghiera dà risposta il libro-miracolo di Alessandro D’Avenia, ponendoci al cospetto di un poeta che forse non abbiamo saputo vedere: Giacomo Leopardi.
Questa rubrica:
Reading Room è la nostra rubrica dedicata ai libri pubblicati oltreconfine; in particolare alle culture anglo-americane.
Reading room

Paul Auster, 4321. Cronaca di una sfida
L’impegno, come ben comprenderete, sfida diverse leggi di gravità. La prima, è l’inevitabile confronto con i maestri del romanzo “panoramico” americano: Roth, De Lillo, Wolfe senza scomodare Hemingway e solo per citarne alcuni. L’altro è la sfida con la quantità: stiamo parlando di un libro che nell’edizione originale pesa quasi un chilo, a testimonianza della scommessa dell’autore di misurarsi con il “grande romanzo classico americano” prendendo a modello non solo Dickens, citato nel libro, ma anche di altri autori classici non esattamente di scuola americana come Von Kleist. Parliamo di 4321.

Nathan Zuckerman, David Kepesh e Alexander Portnoy non abitano più nel Connecticut
Molti affezionati lettori del più grande scrittore americano, si sono chiesti il motivo per cui ha scelto di essere sepolto al Bard College Cemetery di Annadale; un posto molto bello per passare l’eternità e non molto lontano dai luoghi in cui ha vissuto e amato.

Il mondo dopo Philip Roth
Definito LLL Living Literary Legend, in occasione della celebrazione del suo 75mo compleanno, Philip Roth ha donato la sua vita alla scrittura. E’ scomparso all’età di 85 anni e il mondo è un posto più triste dove vivere da ieri.
Considerato già un grande con i suoi racconti d’esordio Goodbay Columbus, Roth ha scritto moltissimo nella sua carriera differenziando tre aree distinte il suo lavoro. Quella famigliare e autobiografica (leggi Patrimonio, a proposito della morte di suo padre), ha indagato il tempo della società americana con grandissimi romanzi (la Pastolare: un vero capolavoro e gli altri due che seguono, La macchia umana, Ho sposato un comunista), consacrato con Il Lamento di Portnoy, una audace tragicommedia post rivoluzione sessuale, e la grande ironia di Zuckerman: il suo alter ego sulla carta con il quale si è divertito a raccontare molto della sua esistenza di scrittore cui ha dedicato diversi libri fino al Fantasma esce di scena.>>
Come Susan Sontag ci aiuta a capire il presente
La cronaca recente ci vede tutti molto occupati a seguire non senza apprensione le vicende di coppia Salvini-Di Maio e di che fine faremo, invece che volgere lo sguardo a quello che accade in medio oriente dove, Trump prima di altri e a seguire il capo del governo israeliano, sono molto occupati a dare fuoco alle micce di bombe che potrebbero anticipare la fine del mondo di qualche migliaio di anni.
Si sa che l’attuale inquilino della Casa Bianca guarda un sacco di televisione, proprio come il resto di noi. Diversamente da noi però, e in risposta alla visione di alcuni servizi giornalistici sulle vittime di un bombardamento di armi chimiche a Khan-Sheikhoun a inizio Aprile durante la martoriata guerra civile in Siria, Donald Trump ha lanciato una sessantina di missili da crociera sulle regioni settentrionali del paese.
La nobile arte di prendersi a cazzotti. Joyce Carol Oates, Sulla boxe
“Perché se uno ha visto cinquecento incontri di boxe ha visto cinquecento incontri di boxe”
Diciamolo: la boxe è stata un baluardo degli uomini inteso sia come sport esclusivo di genere, nel senso letterale della parola di esclusione dell’altro, che come “corporazione” in difesa della sua individualità per un sacco di tempo fino all’arrivo di Joyce Carol Oates: una creatura forse troppo esile ma troppo piena di talento che non ha esitato a scavare tra i cazzotti dei campioni che hanno fatto la storia di questo sport e dato visibilità a quest’arte.
La libertà di parola, un bene inalienabile dell’uomo.
Il 29 ottobre 1969, fu inviato il primo messaggio da un computer dell’Università della California a Los Angeles all’istituto di ricerca dell’Università di Stanford distante alcune centinaia di chilometri; non era ancora quello che oggi chiamiamo comunemente email, ma il dado era stato tratto. Nel dicembre successivo, a soli due mesi da quell’invio, la prima rete di soli quattro computer collegati tra loro anticipò ciò che sarebbe diventato Internet. Lo sviluppo, però, fu lento; ad agosto del 1981 c’erano solo 213 pc collegati in rete e solo per scambio dati. Bisognerà aspettare altri dieci anni per il primo sito web.
La figlia del partigiano O’Connor di Michele Marziani
In certi casi la vita ci riserva delle svolte inaspettate, che possono stordire oppure dare una nuova sferzata di energia, o entrambe le cose.
È quello che accade a Pablita O’Connor, vedova sessantenne che vive nelle Alpi piemontesi e si porta dietro un nome ingombrante. Nome che è il ricordo più vivo dell’amato padre, Malachy O’connor, partito dall’Irlanda nel 1936 per combattere accanto agli antifascisti durante la guerra di Spagna e finito, poi, a fare il partigiano sui monti dell’Ossola.
Proprio per percorrere le tracce lasciate dal padre, per capire qualcosa di più delle proprie radici, Pablita parte per un viaggio avventuroso e imprevedibile che le riserverà incontri speciali la cambierà per sempre.

Tutto quello che avreste voluto sapere su Aleksandr Solzenicyn e non avete mai osato chiedere
Aleksandr Solzenicyn, la cui caparbia e solitaria lotta letteraria, ha acquisito nel corso degli anni il sentimento della profezia, l’autore che ha rivelato le pesanti afflizioni del comunismo sovietico in alcune delle opere più potenti del 20° secolo, morì a Mosca una domenica mattina di inizio agosto del 2008 all’età di 89 anni senza clamore e senza troppo disturbare. Quello, è stato un giorno triste per il mondo. Davvero.