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Come smettere di fumare

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Diciamolo. Sedaris sorprende sempre. Anche ora di fronte alla crisi della sua mezza età, anche ora di fronte alla sigaretta spenta. La sua. Le nostre sono accese: con buona pace di chi non ha – affatto o non più come David – questo straordinario, terribile e temibile vizio. (vuoi mettere?, che recensione sarebbe senza la sigaretta a penzoloni tra le labbra che fa compagnia e riscalda, quasi scotta, mentre il fumo sale e ti fa lacrimare?)

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Certe notti frenetiche

L’Autore.
Joyce Carol Oates è una delle grandi scrittrici e nome tutelare della letteratura americana contemporanea. Ha scritto una settantina di libri (ho provato a cercarli e contarli un pò tutti ma davvero non sono riuscito a fare una mappa precisa dei suoi lavori) tra romanzi racconti e saggistica. Ha compiuto da poco settantasette anni ma ha scritto il libro al suo settantesimo compleanno e dev’essere stato forse questo il motivo che l’ha spinta a divertirsi con questo Wild Nights, Notti frenetiche (o selvagge?). Non mi si punisca per l’eventuale cattiva interpretazione di senso – ma questa è la scheda di un lettore e non di un recensore, il che potrebbe apparire disfunzionale a prima vista. I lettori leggono, non scrivono che diamine! Ma il piacere di trasmettere è più forte del buon senso che imporrebbe un più casto silenzio.

Mens sana in corpore sano. Murakami e l’arte di correre

Fabrizio Fides è un bravo libraio e intellettuale. Il suo sarcasmo ai commenti sul Nobel al poeta svedese Transtromer nascondevano, non troppo, la sua profonda delusione per il mancato premio a quello che considera il più grande scrittore vivente. Naturalmente condivido la sua delusione anche se da sempre faccio il tifo per Philip Roth, il quale, a questo punto, può presentarsi davanti al suo Creatore senza l’ambito riconoscimento. Chi mi legge lo sa da sempre: è Roth il più grande, Murakami è solo il suo gregario.
L’articolo che segue è, in definitiva, un omaggio al grande “secondo” di Kyoto sperando che un giorno possa andare a prendersi a Oslo la sua pergamena.

Un mondo malato pieno di guerre

L’attuale sistema internazionale è caratterizzato da profonda instabilità. Rispetto agli anni della Guerra Fredda, il mondo di oggi sta mutando a velocità straordinarie e la sua evoluzione diventa di difficile lettura.Questa profonda trasformazione, e l’emergere di tematiche sempre meno caratterizzate dall’ideologia e sempre più da valori “pre-moderni” come quelli etnici o religiosi, sta provocando generalizzata insicurezza e faglie di crisi in tutto il globo.

L’amore non c’entra di Luca Martini

Quanto amore c’è nelle nostre vite? Quanto influisce nelle nostre scelte, nei nostri comportamenti?
E la sua assenza come ci trasforma? Parliamo di amore a 360 gradi, amore sentimentale, per un amico, un figlio, per la musica, l’arte, o semplicemente per la vita.
I diciotto racconti che compongono la raccolta L’amore non c’entra di Luca Martini potrebbero fornire delle risposte a questi interrogativi, oppure dimostrarci che non serve immaginare trame elaborate per colpire la sensibilità del lettore perchè in ogni gesto quotidiano, a volte anche banale, raccontato in queste storie, ritroviamo tutta la drammaticità o la tenereezza o l’assurdità o l’ironia dell’esistenza.

Magnitudo apparente di Roberta De Tomi

Confesso che questo romanzo di Roberta De Tomi ha toccato particolarmente la mia sensibilità perché si svolge subito dopo il terremoto in Emilia del 2012 e racconta, tra le altre vicende, quella di un adolescente che ha vissuto il terremoto direttamente sulla sua pelle. Dive vivo io, in Romagna, il sisma non è stato così tragico come nella Bassa Modenese, ma ha scosso noi tutti ugualmente.
E in “Magnitudo apparente” è ben descritta la paura strisciante che continua a gelarti per mesi, il panico ad ogni scossa anche minima, il senso di provvisorietà che ti assale. Roberta De Tomi lo fa attraverso le sensazioni di Nicolò, quindicenne schivo che subito dopo il sisma viene mandato da alcuni parenti a Milano. Qui il ragazzo deve fare i conti prima di tutto con la nuova dimensione della metropoli, lui abituato ad un piccolo paesino. E poi si trova a contatto con una realtà familiare molto diversa dalla propria: una cugina Neet spigolosa e in crisi, un cugino e perfettino che fa brevi e frettolose apparizioni in casa, uno zio freddo e assente, e una zia che ha sacrificato la propria creatività per la famiglia e ora si trova improvvisamente ignorata dal marito e senza obbiettivi.

philiproth elabora by ©mg

Philip Roth non finisce mai. La nostra gang.

Penso che Roth si fosse semplicemente inc…zato di brutto. A tal punto, che si sedette alla scrivania e scrisse di getto Our Gang.
Siamo nel 71 e l’America non se la passa benissimo. La guerra in Vietnam rispetto le bonarie e sbrigative dichiarazioni che la davano breve, poco costosa e solo con qualche danno collaterale, si era già trasformata nella tragedia che quelli della mia generazione conoscono bene.>>

copertina libro numero zero di umberto eco

Come costruire una perfetta macchina del fango e istruzioni per il suo utilizzo.

Come costruire una perfetta macchina del fango. Come prepararla e utilizzarla.

Ingredienti.
Un investitore (di facciata o vero che sìa). Dategli un nome: Vimercate e un titolo, Commendatore.
Un direttore di testata. Simmei di nome (e Machiavelli di fatto)
Un giornalista miserabile, un relitto di infima categoria come caporedattore. Date anche a questo personaggio un nome: Colonna.
Un gruppetto di cronisti della stessa categoria di cui sopra, buttati fuori da mille giornali per incapacità manifesta e/o fannulloni per scelta e, possibilmente, scemi inconsapevoli.  Meno uno.
Una redazione con un nome: Il Domani

Don Winslow. Già marinaio, guida turistica, investigatore e finalmente scrittore

Don Winslow è abbastanza giovane per essere un celebrato autore dell’altezza di Ellroy, Connelly ai quali per altro dice di ispirarsi; è nato nel 53 a NYC ma cresciuto a Rhode Island. Prima di mettere a frutto il suo talento di scrittore, è stato un ricercato conduttore di barche per turisti entro le sei miglia marine nonché guida turistica per uomini avventurosi nella savana e di safari in Kenya. E’ stato pure un’apprezzato investigatore privato. Suo padre è stato un ufficiale di marina durante il secondo conflitto mondiale ed è stato quasi tutto il tempo dopo la guerra sui cacciatorpedinieri nella East Cost. La madre era di New Orleans. Si sposarono durante un congedo di lui. Si racconta che la nonna, una guaritrice, avesse lavorato per Carlos Marcelo, il capo mafia accusato dell’assassinio di Kennedy. La cosa, è quasi sicuramente vera.