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Il salone di Torino. Alcune antipazioni

Il Salone 2014 sarà aperto dal ministro per i Beni e le Attività Culturali e il Turismo Dario Franceschini giovedì, 8 Maggio prossimo che – alle 15 in Sala Rossa – si confronterà con Salvatore Settis e il direttore del Sole 24 Ore Roberto Napoletano per fare il punto sulla tutela e valorizzazione dei beni culturali in Italia. Per la Santa Sede Ospite d’onore a inaugurare il Salone sarà il Presidente del Pontificio Consiglio della Cultura, cardinale Gianfranco Ravasi, cui è affidato lo speech nella consueta serata introduttiva a inviti di mercoledì 7 maggio alle 20.00 all’Auditorium Agnelli. Torna al Salone domenica alle 11 il presidente del Consiglio Matteo Renzi. Arrivano per la prima volta il ministro della Giustizia Andrea Orlando e la ministra dell’Istruzione, Università e Ricerca Stefania Giannini. Il Segretario di Stato della Santa Sede, cardinale Pietro Parolin, interverrà sabato 10 maggio alle 11.00 per presentare il nuovo libro della Libreria Editrice Vaticana dedicato a Papa Francesco.Fra le personalità politiche italiane presenti al Salone 2014 Giuliano Amato, Emma Bonino, Renato Brunetta, Massimo D’Alema, Walter Veltroni.

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Come molti grandi libri, “E’ cosi che la perdi” ti mette voglia di fare pulizia. Vuoi andare davanti agli scaffali di casa e tirare giù tutti i romanzi che hai comprato per sbaglio. La raccolta di racconti di Junot Diaz, quello per capirci di “La breve favolosa vita di Oscar Wao” (me ne sono occupato tempo fà), è così tagliente, cosi vergognosamente esplicita, cosi cruda e crudele nelle emozioni, così radicata nel linguaggio e nei ritmi di vita della classe operaia dei latinos immigrati in USA che, in confronto, molta altra letteratura sembra irrimediabilmente povera, soggetta quindi alla nostra impaziente voglia di fare spazio.

Quella volta che scipparono Le Goff a Bari

Andò più o meno cosi. L’illustre storico andò a trovare il suo principale editore italiano, Laterza, a Bari sede della casa editrice. Non fece in tempo a uscire dall’hotel Oriente di via Cavour (Càvur, in barese) dove alloggiava, che sua moglie fu strattonata da tue topini (così vengono chiamati i scippatori) a bordo di uno scooter, e le portarono via – scippandola, appunto – il borsello con dentro tutta la sua vita. Non bastò il tentativo (solo il tentativo!) di rincorrere i ladri in motoretta: “le voleur voleur! arrêté le voleur”; la corsa durò la breve distanza di qualche metro. L’editore Vito Laterza, mortificato per l’accaduto, corse ai ripari, ricomprando tutto quello che alla moglie dell’illustre ospite, potesse essere utile, compreso un nuova borsa.