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Un Marcel Proust contemporaneo. Un ritratto di Patrick Modiano

Insomma, Patrick Modiano si è gudagnato il Nobel per la sua eterna ricerca sull’occupazione nazista e il peso che la dittatura ha avuto sulla società civile francese di allora. L’accademia, mi ripeto nella citazione, ha detto: “Per l’arte della memoria con la quale ha evocato i destini umani più inafferabili e scoperto la vita durante l’occupazione (nazista).>>

Colpa delle stelle

Ho paura dell’oblio. Ne ho paura come il proverbiale cieco aveva paura del buio“…

Ha scalato le classifiche aggiudicandosi i primi posti fra i libri cult per teenagers è:

“Colpa delle Stelle” di John Green il cui titolo arriva, in realtà, da un classico del passato il Giulio Cesare di Shakespeare: «La colpa, caro Bruto, non è delle stelle, ma nostra, che ne siamo dei subalterni …»

Il buco nero della crisi dei libri non conosce la fine

(fonte AIE) Siamo il secondo Paese d’Europa con meno lettori. Tanto che, nel 2014 il mercato si è ridimensionato di un altro 5% a valore circa ed era annunciato cui si aggiunge ai brutti numeri dello scorso anno nello stesso periodo e’ stato del -6%, per il quarto anno consecutivo. E L’Aie si mobilita. L speranza? erano gli e-book: risultato?, crescono troppo lentamente. Agli italiani dell’e-reader gliene importa poco o nulla.

Il Nobel per la letteratura 2014 a Patrick Modiano

Così il portavoce dell’Accademia:

“per l’arte della memoria con la quale ha evocato i destini umani più inafferrabili e scoperto il mondo della vita durante l’occupazione

Patrick Modiano, nato nel 1945 a Boulogne-Billancourt, è uno dei più importanti narratori francesi contemporanei. Con Rue des boutiques obscures, nel 1978 ha vinto il Goncourt. Autore di numerosi romanzi e racconti, tra cui, tradotti in italiano, Dora Bruder (Guanda), Sconosciute, Bijou , Un pedigree (Einaudi) e Nel caffè della gioventù perduta (Einaudi). Nel 2012, sempre per Einaudi, ha pubblicato L’orizzonte.

La trottola di Sofia

La matematica mi aveva incuriosita sin da piccola. Tutto merito dell’amore che mi avevano trasmesso i miei zii e mio padre per questa scienza, ma anche di una buffa carta da parati. Quando i miei genitori si erano trasferiti in campagna, avevano tappezzato le pareti della casa con delle carte eleganti, fatte venire apposta da San Pietroburgo. Ma avevano fatto male in calcoli e, arrivati alla camera di noi ragazzi, la carta da parati era finita. Fu deciso di ricoprire, provvisoriamente, le pareti con dei rotoli di fogli pieni di formule astruse, acquistati molti anni prima da mio padre. Passavo ore ad osservare quei segni e quei numeri, allora incomprensibili, cercando di capire il significato di qualche passaggio.