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Le vite fragili e confuse dei Ragazzi di carta

Se dovessi scegliere due parole per definire “Ragazzi di carta” di Marco Mazzanti (Editore Le Mezzelane) sceglierei “malinconico” ed “evanescente”.
Malinconico, perché è il sentimento che pervade e traspare nel mosaico di racconti e poesie che compongono il libro e che tratteggiano vite, anzi stralci di vite, un po’ confuse, smarrite, malinconiche – appunto – di uomini e donne, giovani e già più adulti. Gente del nostro tempo così confuso e sgualcito.
Evanescente, perché sono tracce di tante vite che si intrecciano per un attimo, ma è sufficiente per entrarci dentro e “sentire” la fragilità dei personaggi, quasi fossero davvero come i ragazzi di carta del titolo.>>

Persidivista.com

Un titolo strano, complicato, forse non proprio accattivante. L’originale era “L’assassino con la cravatta”, molto più diretto nel far cogliere al lettore almeno il genere che si sarebbe trovato ad affrontare. Una copertina che, al primo impatto, a me (ma non solo a me) ha fatto esclamare: “Che brutta!”>
Vale la pena di leggere l’ultimo romanzo di Marie-Aude Murail pubblicato in Italia? Certo. Per tre motivi e una sorpresa, che ci farà capire perché il titolo complicato e la copertina brutta siano, in realtà, azzeccatissimi, (ma i lettori della Murail lo dovranno scoprire da soli perché su questo non vi rivelerò nulla).

Blu di barba

Le fiabe sono crudeli. Le fiabe sono spaventose. Le fiabe non sono per bambini. Quante volte abbiamo sentito queste frasi, finendo poi per spulciare lo scaffale delle fiabe di librerie e biblioteche per ragazzi, solo per ritrovarci in mano da un lato raffinate interpretazioni d’autore, in cui immagini e testi perdono i loro contorni e il loro pathos, e dall’altro albi dai colori sgargianti, con figure dai tratti morbidi e tondeggianti e linguaggio semplificato.

Un romanzo trascinante seguendo il volo del falco ghibellino

Stella è una giovane insegnante di lettere che si trova in una situazione delicata: l’amata casa di famiglia rischia di essere venduta a causa dei debiti e questo spezzerebbe il cuore della madre che in quel luogo ha vissuto anni felici col marito mancato da poco tempo.
Le viene in aiuto un editore amico di famiglia: la aiuterà a riscattarsi dai debiti se lei , in cambio, scriverà un romanzo.
Stella accetta la sfida e dà vita a Gemma, fanciulla medioevale appartenente a una nobile famiglia di Acquapendente che incarna tutto ciò che Stella non riesce a essere: coraggiosa, decisa, emancipata, anticonformista.>>

A passeggio con Charles Mingus

Raramente capita di pensarci, ma stamattina mi sono accorta di abitare a Roma. So bene che state pensando che sia impazzita improvvisamente ma se resistete qualche minuto tento di spiegarvi come e cosa è successo.

Sono le otto e mezza e il mio due di coppia mi ha lasciata alla metro. Venendoci, mi ha raccontato dell’ora di macchina che lo affligge da qualche giorno e di come mettersi in moto, sapendo quello che quasi certamente lo aspetta, è come stringersi la corda al collo da soli. Mi ha intenerito sapendo che non avrebbe neanche potuto indossare le cuffiette per ascoltare la sua musica.

Vetrina-menù: le ultime sui libri per bambini e ragazzi

Aria di vacanze, di tuffi in mare e passeggiate all’aria aperta. Ecco, quindi, per voi una vetrina molto estiva! Bentornati piccoli e grandi amici lettori. Iniziamo, subito, questo mese di giugno con una veloce carrellata di albi illustrati e narrativa per bambini e ragazzi scelti dalla nostra redazione che vi saluta e ringrazia, augurandovi come sempre:” Buone letture a tutti! E… non scordatevi di portare un buon libro sotto l’ombrellone o dentro allo zaino!

Arrivederci a settembre con tante novità e qualche sorpresa…

Finchè siamo vivi

Si deve sempre perdere una parte di sé perché la vita continui.

Avevamo conosciuto secoli di grandezza, fortuna e potere. Tempi eroici in cui le fabbriche producevano a pieno ritmo e le città si spingevano fino ai piedi delle montagne, innalzando ponti sopra i fiumi. Avevamo case traboccanti si tesori allora, occhi, tasche stomaci gonfi di ricchezze, figli già sazi appena venuti al mondo.

In quel momento sublime della nostra storia, niente ci faceva paura. Fertili pianure si estendevano a perdita d’occhio tutt’intorno a noi. Le nostre bandiere sventolavano conquistatrici in cima alle torri altissime che avevamo costruito e, accecati dal nostro stesso trionfo, eravamo certi che ogni pietra sarebbe rimasta dov’era in eterno.

Ma un giorno la ruota girò, portandosi via le nostre antiche glorie.

Chiude il salone di Torino. Un successo partecipativo di lettori e pubblico

Il successo del 30° Salone del Libro di Torino, che si chiude oggi al Lingotto, è un dato acclarato, schiacciante, non insidiabile. Ieri alle 20, penultimo giorno, i visitatori erano già 126 mila: gli stessi registrati nell’intera edizione del 2016, «tenuto oltretutto conto del fatto che quest’anno si chiude alle 20 anziché alle 22», come ha precisato la Fondazione.Forte di questo risultato, oggi Torino annuncerà le sue date: il periodo più probabile è dal 3 al 7 maggio. Al massimo si scivolerà in avanti di una settimana, ma una cosa è certa: maggio non si tocca e si cerca anzi di anticipare il più possibile Un modo per battere sul tempo Milano, se Tempo di Libri avesse davvero l’intenzione di scegliere il mese in cui, da 30 anni, va in scena il Salone torinese.

Il successo del Salone del libro è dei lettori

Grazie Milano. Se il Salone del Libro di Torino si avvia a chiudere un’edizione trionfale, euforica, entusiastica come neppure il più ottimista avrebbe potuto prevedere alla vigilia, una grande parte del merito va alla scelta dei grandi gruppi editoriali di organizzarsi una propria fiera a Rho, nella convinzione di sbaragliare facilmente il campo avverso. Una conferma che la concorrenza fa bene (non a entrambi i concorrenti, però), costringendo a ripensarsi, a innovare, a dare fondo all’inventiva. Dentro e fuori del Lingotto, con gli scissionisti non c’è stata partita. Per vendite e partecipazione del pubblico.