“Gelide scene d’inverno” è uno di quei libri difficili da descrivere. L’ho letto più volte, ma ci trovo delle cose nuove ogni volta che lo riprendo in mano.
Ann Beattie ha descritto nei suoi libri un intero spaccato della società americana e lo ha fatto con ironia trattando della confusione e della disillusione di un’intera generazione, quella tra i ’60 e i ’70 (è nata nel 1947).
Gelide scene d’inverno


Perché “la carta e il territorio”? Perché la carta è più interessante (e più ricca di vita) del territorio è la lampante rivelazione di Martin Jed, l’artista protagonista del nuovo romanzo di Michel Houellebecq, Premio Goncourt 2010. 

Con la 6a e ultima parte, si conclude il racconto a molti sapori di questo entusiasmante diario di viaggio. Abbiamo pensato di riunire le puntate in un unico numero per potervi offrire l’occasione di leggerlo dall’inizio alla fine.
La scrittura di Barthelme (“scrivi di ciò che hai paura” diceva spesso quando era docente di scrittura creativa presso l’Università del Texas) è stata spesso paragonata a quella di Barth, Pynchon, Vonnegut…
“Alba conosce le Madonne della Misericordia dipinte nei quadri, loro abbracciano uomini piccoli. Così pensa che, in cielo, c’è una donna che accoglie in ali grandi di stoffa chi ha paura (…) Alba vede il Gobba dal ponte sul Danubio, un giorno del viaggio(…) Alba quella sera chiude gli occhi e prega il Gobba della Misericordia. Sa che ogni animale in pericolo è accolto sotto la grande veste del Gobba, sa che lì è al sicuro… “