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Grossman. La cognizione del dolore

di Elena Lowenthal

La lingua ebraica ha un ricco lessico del dolore, possiede diverse parole per dirlo, ognuna ricca di sfumature. Ha, in particolare, un vocabolario del lutto affatto ignoto all’italiano: conosce parole per dire la partecipazione alla perdita, scandire con precisione i riti e i momenti che la accompagnano. Contiene, naturalmente, un termine per indicare l’orfanità ma ne conta anche un altro che al confronto con l’italiano spiazza, costringe ad ardue perifrasi: l’ebraico, infatti, ha una parola per indicare il genitore che ha perso un figlio.

Il dissolvimento politico

Un Azione Popolare contro il dissolvimento politico

C’è un libro appena uscito pieno di naturale sostanza per la concretezza delle tematiche proposte. E’ un nuovo prezioso ed autorevole pamphlet di Salvatore Settis che sicuramente potrà innovare, con la sua forza intellettuale, l’attuale dibattito in ordine al momento di crisi che stiamo attraversando sotto ogni profilo e in ogni contesto. Dal sito di Einaudi il libro si presenta così: «Azione popolare» è il pieno esercizio del diritto di cittadinanza, per imporre un’agenda politica centrata sul bene comune. Il suo manifesto esiste già: è la Costituzione. Che società ci aspetta sotto l’assolutismo dei mercati e il ricatto del debito pubblico? Quale ambiente, quale cultura, salute, educazione? Quale giustizia sociale? Serve un’altra idea di Italia per liberare energie civili, creatività, lavoro. Per la Costituzione, lo Stato siamo noi. Cittadini responsabili. In prima persona.

Hanif Kureishi, Il Budda delle periferie

Torniamo indietro negli anni per riscoprire questa volta un testo apparso oramai una ventina d’anni fa, il Budda delle Periferie, opera d’esordio dello scrittore anglo-pakistano Hanif Kureishi e pubblicato appunto nel lontano 1990.
Rimane in ogni caso un testo attuale e moderno, nonostante nel libro il contesto sia quello della Londra hippie degli anni 70. Ma non solo della capitale britannica si parla, bensì della sua sterminata periferia, che rappresenta un microcosmo non poi tanto diverso da quello che troviamo ai nostri giorni, almeno per problematiche, situazioni e persone. Come dice l’autore stesso: “Londra sembrava una casa con cinquemila stanze, tutte diverse. Il trucco era di scoprire come si collegavano, e alla fine attraversarle tutte”.

Sporcarsi le mani fa bene

Non è un libro di elevate pretese letterarie, questo della Rafkin, ma è una simpatica ed intelligente testimonianza, utile per tanti giovani che hanno paura di sporcarsi le mani e rifiutano lavori con una bassa immagine sociale, anche se temporanei.

La Rakfin non si è vergognata, per mantenersi, ad esercitare il dignitoso mestiere di donna delle pulizie e ciò non le ha impedito, poi, di affermarsi come scrittrice e giornalista. Anzi pulire, spazzare, mettere ordine diventa per lei motivo di orgoglio e manifestazione di competenza. Attraverso il suo lavoro, attraverso la manipolazione dei rifiuti, riesce a conoscere vari ambienti, compie delle esperienze vitali, concrete, che le riusciranno utili nel suo futuro lavoro letterario.

Sefardita di Eliette Abécassis

Sefardita di Eliette Abécassis

Sefardita di Eliette AbécassisSefardita é un romanzo pubblicato nel 2009 in Francia e tradotto in Italia nel 2010, scritto da Eliette Abécassis, autrice francese contemporanea.

Il libro é in realtà una saga sull’identità, o per meglio dire sulle molteplici identità che abitano la nostra persona e che attraversano le nostre origini.

La protagonista è una giovane donna ebrea sefardita nata a Strasburgo ma di origini Marocchine. Già in questo semplice dato autobiografico si mescolano almeno tre culture: quella ebraica, quella francese e quella marocchina. Tre culture che diventano tre identità in conflitto, in perenne contrasto e che lottano per la supremazia. Ma in realtà Esther scoprirà come queste culture ne nascondono a loro volta, alla loro radice, altre – quella spagnola, quella ladina, quella araba e quella berbera- in un moltiplicarsi esponenziale e apparentemente incoerente, che trova tuttavia un’unità ultima e suprema nell’affermazione di ognuna di essa insieme alle altre, secondo un disegno quasi cabalistico – per rimanere in tema con il contesto del romanzo. Le identità non sono solo geografiche, come appare all’inizio del romanzo, ma anche storiche, benché esprimano una temporalità che paradossalmente diventa eterna nel momento in cui si fa tradizione.

Storia di un serial killer di inizio secolo

Londra 1910. Loro, Alice, Margaret e Bessie, sono tre donne avanti con l’età e senza troppe attese di mettere al mondo la progenie che le famiglie si aspetterebbero. Tutte e tre vivono sole, hanno lavori diversi e appartengono a quella categoria medio-bassa in un’epoca di fine periodo Vittoriano in cui la parola “zitella” conteneva un misto di disprezzo e commiserazione, che fa di loro prede facili del primo mascalzone che bussa alla porta.

Dave Eggers. In arrivo il suo nuovo romanzo

Dave Eggers, più di altri scrittori della sua generazione, è un marchio. Lo scrittore quarantaduenne è stimato in molti ambiti ed è il fondatore di McSweeney’s, una casa editrice indipendente di successo che pubblica letteratura innovativa e che ha un vitale e umoristico sito. E’ alla guida dell’associazione no profit 826 ed ha vinto il TED Prize, il Heinz Award e il Los Angeles Times Book Prize Innovators Award. Ha di recente pubblicato il suo primo libro di pura invenzione dell’ultimo decennio, “A Hologram for the King.” Infatti negòli ultimi anni ha scritto sceneggiature e saggi o opere realistiche permeate da un profondo senso di giustizia sociale come “Zeitoun” (2009) sull’omonimo siriano americano che fu imprigionato in seguito alle sue attività di aiuto durante l’Uragano Katrina, in “What Is the What” (2006) racconta la storia di Valentino Achak Deng, un ragazzo perduto del Sudan.

paul auster, foto

Paul Auster, Le follie di Brooklyn

Le Follie di Brooklyn è stato pubblicato nel 2005. Un romanzo particolare, dove l’ombra del meta-romanzo è sempre presente, ma in maniera meno forte rispetto agli altri libri di Auster. Nonostante qualche rimando biografico – l’autore americano infatti vive stabilmente a Brooklyn da ameno 30 anni – e geografico ai luoghi principali del distretto newyorkese. E’ un inno alla sua città ma anche molto altro.

Il buio oltre le stelle

Abbiamo fatto tre domande sul Bosone di Higgs ad Amedeo Balbi, autore Codice Edizioni di “Il buio oltre le stelle“.
Intanto, due parole sul libro.
I primi osservatori che secoli fa sollevarono lo sguardo e cominciarono a scrutare il cielo potevano appena immaginare cosa si nascondesse dietro quel poco che si vedeva a occhio nudo. Da allora l’uomo ha raggiunto risultati straordinari, ha esplorato le più remote profondità del cosmo, e ha tracciato un quadro molto soddisfacente della struttura complessiva dell’universo e dei meccanismi che ne hanno governato l’origine e l’evoluzione. Eppure, per alcuni versi, non siamo in una situazione tanto diversa rispetto a quei primi osservatori. Dopo tutta la strada percorsa, dopo tutte le scoperte e i progressi, gli astronomi conoscono con certezza la natura fisica di una porzione limitata di universo, appena il 5% del totale: una goccia in un’oscurità di cui possiamo solo intuire la maestosità e la vertigine. Cosa sono l’energia e la materia oscura, le componenti predominanti del cosmo di cui abbiamo per ora solo una conoscenza indiretta? Potrebbero mettere in discussione le ipotesi fisiche alla base della descrizione e dell’interpretazione dell’universo? I segreti da strappare al buio del cielo notturno sono ancora tanti.