Aspettare, secondo Erri De Luca, è un verbo al femminile. Solo le donne sanno cosa significhi l’attesa.
Beh!, non è sempre così. Immaginiamoci in mezzo a una folla e quanti, tra quegli sguardi distratti, stanno aspettando qualcosa o qualcuno.
Marina Andruccioli ha saputo ancora una volta guardare dentro le cose anche se solo con la scusa di recensire i bellissimi racconti di Matteo Bussola.
Il tempo di ritornare a casa





Susan Sontag è stata una di quelle intellettuali pubbliche che gli americani chiamano social critic, impegnata e appassionata sia sul fronte politico sia su quello delle arti e delle lettere. È stata caustica e sensibile autrice di saggi e discorsi sul potere delle immagini, sulla pace e sulla guerra, sulle concezioni sociali di malattie come il cancro o l’Aids ma anche di romanzi (Il benefattore, Il kit della morte, L’amante del vulcano) e commedie teatrali (dalla riscrittura ibseniana Donna del mare a Cosa viviamo ora sull’Hiv). 


Certi esseri provano molto presto una spaventosa impossibilità a vivere per loro stessi. Per dirla tutta, non sopportano assolutamente di vedere la propria vita in faccia, e di vederla nella sua interezza, senza zone d’ombra, senza sfondi.