(da: Il libraio, organo di informazione del gruppo Gems Mauri Messaggerie libri)
Ben il 97% di chi acquista i libri online sceglie quelli di carta (ma il 41% compra ebook): è quanto emerge dall’indagine Nielsen per AIE presentata a Editech. Si ha anche la conferma che i lettori italiani che preferiscono l’ecommerce sono molto attenti al prezzo, e si scopre che più che dalle recensioni dei giornali o dalle pubblicità si fanno “influenzare” dai reading degli autori e dai siti internet. Quanto al passaparola, funziona ancora bene per i libri di carta, meno per gli ebook, in cui blog e riviste online di libri risultano molto più efficaci.
Questa rubrica
I fatti, i numeri, i commenti e le testimonianze intorno al mestiere della libreria
Cross selling
Joint Venture tricolore
Nei giorni scorsi si è molto parlato della fusione Mondadori-Rcs. Questo è il commento di Bookavenue.
Gli ultimi dati forniti dall’Istat sulla lettura nel nostro Paese nel 2014 (e da noi prontamente forniti ai lettori del sito) sono assai severi. Parlano di circa ottocentomila lettori in meno rispetto l’anno precedente. Meno della metà delle persone campionate (il 41% circa) dai sei anni (!) in poi, ha letto almeno – un solo – libro non scolastico o per le professioni. Si capisce che, su una popolazione di cinquantasette milioni, ben trentaquattro di questi non leggono; quel 41% citato prima, a guardar bene, si compone da: dieci milioni circa che leggono da uno a tre libri, sei milioni da quattro a sei, tre e mezzo tra i sette e undici e, per finire, tre milioni e mezzo leggono più di dodici libri l’anno: i cosiddetti lettori forti. Quelli in mezzo (da quattro a 11) sono i medi, il resto sono i lettori deboli.
Scrivere e leggere nell’era di Twitter
Tema del mese. Scrivere ai tempi di twitter e letteratura di esordio. Ringrazio Carla Casazza e Isabella Paglia per i loro interventi.
Non molto tempo fa, commentando con Paola Manduca il successo di lettori di un suo articolo sulle “sfumature”, il libro dal grande successo planetario di James su BookAvenue, abbiamo convenuto sulla enorme disponibilità in rete di cose da sapere: ogni libro ha la sua recensione anche il più brutto, dicevamo. Ma la quantità di risorse disponibili sulla rete, impongono anche processi di lettura più rapidi tali da fruire di risposte capaci di soddisfare i nostri bisogni di sapere il più velocemente possibile. Oppure è vero il suo contrario? La velocità con cui si legge rende necessaria un’informazione didascalica. Della serie: siate brevi e vi leggeremo.
La crisi di vendite dei libri. Fine di un anno disastroso
Uno su due non legge e quelli che leggono vanno in libreria sempre meno. Oltre al calo delle vendite, che ha portato molte librerie, soprattutto indipendenti, alla chiusura, si registra un costante calo di presenze dei lettori e di frequenza di visita nelle librerie. In breve: sono sempre meno le persone che entrano in negozio. Di questo fenomeno sono le librerie indipendenti a pagare il prezzo più alto (-4.15%) mentre quelle di catena soffrono meno (più o meno il -2%). >>
La cera di consuma e la processione non cammina.
Dopo l’illusorio segno + del mese di Settembre, ecco che Ottobre toglie tutte le fantasie laddove queste si fossero insinuate nelle nostre menti a tal punto da farne diventare una convinzione. Ma siamo matti? No. A soccorrere le nostre misere certezze di essere nel pieno di una crisi che non vede fine ecco i brutti numeri di Novembre.
Era Ora!
(Fonte dati: Ibuk.it) Dopo l’incoraggiante riduzione delle perdite dei mesi estivi, Settembre finalmente registra il segno più, con risultati positivi sia a valore che a pezzi. Dopo otto mesi con il segno meno si registra un dato positivo: 2,25% a valore e 1,31% a numero di pezzi segno, tra l’altro, che il prezzo medio del mese ha avuto un ulteriore piccolo incremento.
Interessante il confronto tra Novità e Catalogo del solo mese di Settembre, che evidenzia un incremento rispettivamente del 4,5% e dell’1,1%.
I 54 Editori che rappresentano il 70% del Sellout perdono complessivamente l’1,37%.
Il buco nero della crisi dei libri non conosce la fine
(fonte AIE) Siamo il secondo Paese d’Europa con meno lettori. Tanto che, nel 2014 il mercato si è ridimensionato di un altro 5% a valore circa ed era annunciato cui si aggiunge ai brutti numeri dello scorso anno nello stesso periodo e’ stato del -6%, per il quarto anno consecutivo. E L’Aie si mobilita. L speranza? erano gli e-book: risultato?, crescono troppo lentamente. Agli italiani dell’e-reader gliene importa poco o nulla.
La promozione della lettura in tutte le sue forme
Si rischia di essere noiosi a ripetere in ogni occasione il rosario delle cifre che descrivono lo stato della lettura e delle competenze linguistiche degli italiani. Ma forse vale la pena di ricordare qualche dato. Soltanto il 43% degli italiani legge un libro all’anno (a fronte del 61,4% degli spagnoli, 70% dei francesi, il 76% degli inglesi, l’82% dei tedeschi);>>
I molti futuri della lettura, si chiamano donna
Donne sempre più capitane d’industria nel campo editoriale, lettrici attente e indefesse molto più del mondo maschile (52% contro il 39%), massicciamente in prima linea nella promozione culturale e nello sviluppo delle idee. Insomma, scrittura, confezione e vendita dei libri si tingono sempre più di rosa nei posti cardine dell’intera filiera.