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Carne è una parola ricorrente in quest’opera di Francesca Bonafini.

Dà il benvenuto al lettore già dal titolo, poi spunta e rispunta come una luna che si rinnova, trascina maree, illumina, spaventa, scompare…

La casa di carne è “ovatta di un corpo di donna”, ma anche “dick storming”, come se “…l’amore, quando accade, potesse prendere qualsiasi forma di carne”. È anche la mano di un amico che ti saluta facendoti capire che ti aspetterà, che in lui potrai sentirti a casa.

La carne è anche quella dei soldati, dei corpi carbonizzati su campi di battaglia che non finiscono polverizzati e confusi nelle statistiche o occultati da allori e medaglie, ma vengono raccontati nelle storie, nelle letterature, trasformando una morte tra tante in Storia, in “voci di carne”.

Tutti i personaggi di questo romanzo sono voci di carne a partire dalla protagonista che, chissà se è un caso, ha un nome tutt’altro che carnale.

Angela è una trentenne in viaggio, con il corpo e con la testa.

È in viaggio, nei sentimenti e nel mondo. Parte da Trieste, attraversa Brest, due città dai nomi che sembrano appena sussurrati come l’amore con Miriam che arriva dolcemente, pigramente, stiracchiandosi. Approda poi a due città dai nomi tondi, sonori, “corposi”, che riempiono la bocca: Rio de Janeiro dove finalmente trova un amore più solido, quello di Tiago, e Lisbona.

Ama oltrepassare confini fisici, geografici e intellettuali e trascina con sé il lettore nella sua inquietudine, nelle sue scoperte e nelle sue conquiste. E anche nel suo dolore, giustamente, perché la letteratura non è mai carezza, o almeno non deve esserlo troppo a lungo.

Attraverso Angela, Francesca Bonafini ama scavare nei sentimenti e nelle parole, sezionarle alla ricerca del loro significato più reale, profondo e inaspettato, ma allo stesso tempo sa innalzarsi e desiderare che, come lei stessa spiega, significa “de-siderare, tirar giù dalle stelle”.

Così crea e intreccia storie di personaggi che, nonostante all’apparenza sembrino liberi e spregiudicati, hanno tutto ciò che manca alla protagonista: paure e ipocrisie da usare come confini e come reti su cui atterrare.

Angela invece ha le parole. “Senza quella rete di parole inutili, magari uno precipita…” pensa.

Finché si priva anche dell’ultima difesa:

“…l’esperienza solitaria delle parole che sollevano la crosta. Perché quando ti arriva una voce di verità, di carta o di carne poco importa, una voce che ti toglie la rete di protezione e ti mostra il filo su cui cammini e il vuoto di sotto, sei costretto a scegliere: riempire lo squarcio di feticci, oppure fare di quel nulla le fondamenta su cui edificare. Perché il senso non c’è, bisogna costruirlo.”

Al lettore, una volta girata l’ultima pagina, rimangono il gusto e compito tutt’altro che facile di capire e costruire il senso del viaggio di Angela. Che non è poco. Se si cerca un romanzo che impegni il cuore e il cervello, Casa di carne è decisamente una sfida appassionante.

INFO EDITORIALI

Titolo: Casa di carne

Autore: Francesca Bonafini

Editore: Avagliano

Collana: I corimbi

ISBN: 9788883093906

Anno: 2014

Pagine:  156

Prezzo indicativo: €  14.00

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