Il Bancarella 2010, alla sua 58° edizione, è stato vinto da Elizabeth Strout con il libro “Olive Kitteridge” edito da Fazi che ha vinto con 100 voti su 187 schede pervenute superando gli altri cinque finalisti : “S.o.s. Amore” di Federica Bosco ( Newton Compton), “ La scatola dei calzini perduti” di Vauro Senesi ( Piemme), “Il giudice meschino” di Mimmo Gangemi ( Einaudi), “L’assassino qualcosa lascia” di Rosa Mogliasso ( Salani), “Confessione” di Bill James ( Sellerio) .
Il libro
In un angolo del continente nordamericano c’è Crosby, nel Maine: un luogo di irrisoria importanza che tuttavia, grazie alla sottile alchimia dello sguardo di Elizabeth Strout, diviene lo specchio di un mondo di più ampio respiro. Perché in questo piccolo villaggio affacciato sull’Oceano Atlantico c’è una donna che regge i fili delle storie, e delle vite, di tutti i suoi concittadini. È Olive Kitteridge, un’insegnante in pensione che con implacabile intelligenza critica osserva i segni del tempo moltiplicarsi intorno a lei, tanto che poco o nulla le sfugge dell’animo di chi le sta accanto: una cantante di club tormentata da un amore ormai finito; un vecchio studente che ha smarrito il desiderio di vivere; un figlio adulto, tirannizzato dalla sua sensibilità spietata; un marito, Henry, che trova nella sua fedeltà al matrimonio una benedizione, e una croce. Così, nell’attimo stesso in cui questa corte di personaggi è alle prese con il proprio precario mestiere di vivere, Olive viene condotta verso una più profonda comprensione di sé e della propria vita. Con dolore, e con spietata onestà, in Olive Kitteridge si accampano i vari accenti e le diverse declinazioni della condizione umana – i conflitti, gli scampoli di pace, e la resistenza necessaria per fronteggiarli entrambi.