Alice Walker, Il colore viola

foto di ©marinaandruccioli
   Tempo di lettura: 5 minuti

Quando mia figlia era piccolina ci prendevamo sempre del tempo per noi alla sera, prima di andare a dormire. Sotto alle coperte lei, seduta sul bordo del letto io, sapevo che era il momento ottimale per seminare, per consolidare,  per insegnare: ho sempre creduto che si educa molto più con l’essere in un certo modo e con l’esempio, piuttosto che con le vuote (anche se sagge) parole.

L’adolescenza arriva per tutti, e volendo evitare il notissimo dialogo genitore/adolescente “Come è andata a scuola oggi?” -bene- “Cosa avete fatto?” – niente- durante quei preziosi minuti l’ho aiutata a discernere le emozioni, abituata al dialogo ed al tirar fuori quello che si agita dentro ognuno di noi per conoscerlo e non lasciare che prendesse il sopravvento. Ovviamente ho iniziato io per prima: le raccontavo quindi le mie giornate, ironizzando sui miei scivoloni ed errori per riderci su insieme e piano piano ha iniziato anche lei a raccontarmi le sue giornate di bimba e poi ho iniziato anche il delicato ma necessario lavoro sulle emozioni. Usavo i colori per renderlo più facile: “Allora com’è stata la tua giornata oggi? Come ti sei sentita?”. “Sono stata davvero bene mamma”. “Eh già, e secondo te mi basta? Dai, spiegami con i colori”. E lei rispondeva ad esempio “Oggi c’è stato molto giallo di felicità quando giocavo, rosso quello scuro quando sono stata con i miei amici, sai, gli voglio molto bene. E poi adesso che sono qui con te stò sentendo molto azzurro, come il cielo sereno quando non ha le nuvole”.

Se dovessi descrivervi in una sola frase il libro di cui voglio parlarvi, eccola: “Ma più di tutto, a Dio piace l’ammirazione. Stai dicendo che Dio è vanitoso? Chiedo io. No, dice lei. Non vanitoso, solo disposto a dividere le cose buone con noi. Credo che Dio si arrabbi se, per esempio, uno passa vicino al colore viola in un campo senza notarlo”.

Il colore viola, scritto da  Alice Walker attivista per i diritti delle donne afroamericane, vincitore di molti premi tra i quali il Pulitzer, e dal quale Spielberg ha tratto uno dei miei film preferiti che ha ottenuto 11 nomination agli Oscar, con una Woopi Goldberg strepitosa ed una altrettanto magnifica  Oprah  Winfrey è un libro difficile. Parla delle condizioni delle donne di colore in un sud già complicato per via dello schiavismo e della povertà. Parla delle violenze subite, degli abusi fisici ed emotivi,  di una realtà che umiliava le donne e le sottometteva senza pietà alcuna.

Se c’è una cosa che ho imparato, leggendo libri, è che ognuno legge il suo, di libro: come avviene nei circoli di lettura, quando ci si confronta e si scambiano opinioni sul libro letto da tutto il gruppo, vengono fuori tante riflessioni diverse che pare ognuno abbia letto un libro differente.

Il Colore Viola parla di riscatto, si, di sorellanza, certo, di speranza sicuramente. Ma io leggendo spalla a spalla con Celie le sue lettere, prima a Dio e poi a sua sorella Nettie, credo sia un romanzo intriso di quella spiritualità cantata nei Gospel che noi occidentali ascoltiamo solo nei concerti di Natale, ma che vi invito ad approfondire l’ascolto leggendo i testi delle canzoni; sono pagine impregnate di quella pura saggezza che sgorga dalla sofferenza, di crescita personale, del fronteggiare la disperazione invece di lasciarsene sopraffare, vedo una lenta ma proficua elaborazione del dolore della propria condizione attuale, per emergere e cambiare la realtà.

Dopo aver visto il film nel lontano 1984, ed aver letto successivamente il libro, ne ho tratto un insegnamento saggio: in qualsiasi situazione difficile ti trovi, per quanto dura e dolorosa sia, puoi sempre cercare intorno a te qualcosa di bello. 

I fiori viola sono ovunque. 

Che si creda in Dio oppure no, come dice Shug “Dio è dentro di te. Il primo passo, per me, sono stati gli alberi. Poi l’aria. Poi gli uccelli. Poi le altre persone. Ma un giorno quella sensazione l’ho provata: la sensazione di far parte di un tutto, di non essere separata dal resto delle cose. Dio ama tutte le sensazioni. Sono le cose migliori che ha creato. Io credo che Dio sia tutto. Tutto quello che esiste, che è esistito e che esisterà mai. E quando si capisce questo, e ci si sente felici di averlo capito, si è trovato Dio “.

Questa, per me, è la migliore spiegazione della spiritualità.

Per BookAvenue, Marina Andruccioli


il libro

Alice Walker,
Il colore Viola,
BigSur editore (1a edizione, Frassinelli 1984),
ed.2019 pp.235


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