Il 10 maggio 1933, nell’Opernplatz di Berlino, si organizzò un grande falò, dove vennero gettati i libri considerati dai nazisti “contrari allo spirito “. Questo rogo ne generò altri, i cosiddetti Bücherverbrennungen (tradotto più o meno in roghi di libri) organizzati dalle autorità della Germania nazista, durante i quali vennero bruciati tutti i libri finiti nelle liste nere, non corrispondenti all’ideologia. Dal rogo dei libri si passò poi a altri dolorosi e ben noti roghi… >>
Venezia, 25 giugno 2015.
Nei nidi e nelle scuole dell’infanzia di Venezia i bambini probabilmente non potranno più ascoltare la storia di Piccolo Blu e Piccolo Giallo di Leo Lionni e di altri 49 libri di autori italiani e stranieri.
Quarantanove libri scelti da qualificati bibliotecari e psico-pedagogisti, consigliati dalla precedente giunta comunale di altro schieramento e, oggi, banditi dagli scaffali scolastici.
Perché?
I bambini non potranno più ascoltare le loro storie perché finiti nella lista nera del sindaco, in quanto considerati “contrari”.
Perché trattano di temi “contrari”.
E come dice il sindaco sono: “Sono temi da trattare a casa”.
Non importa se si parli di adozione, diversità, crescita o altre tematiche sociali. Sono contrari e finiti nel grande pentolone-minestrone del “gender” che pochi sanno cosa sia veramente ma alla fine ciò che è contrario è gender e ciò che è gender è contrario, proibito, lista nera.
Nicola Fuochi, il titolare del “Libro con gli stivali”, libreria per l’infanzia di Mestre che poche settimane fa ha conquistato il premio Andersen come migliore libreria dell’infanzia d’Italia dice: «Come libraio ciò che più mi amareggia è che per giudicare bisognerebbe prima averli letti questi libri e mi sembra che non tutti l’abbiano fatto …»
Commenta Camilla Seibezzi, delegata ai diritti civili della precedente giunta e responsabile del progetto: “Leggere senza stereotipi”:
“Colpisce che il suo primo atto ufficiale, in assenza di giunta e di consiglio comunale, sia stato quello di sottrarre agli educatori il libero mandato educativo, limitando la scelta di cosa sia opportuno leggere in classe … L’iniziativa era nata per contrastare anche l’erronea credenza che un diritto esteso a tutti possa danneggiare qualcuno. Il fine più importante era l’integrazione di tutti i bambini e non il riconoscimento dei diritti degli adulti”.
In risposta al sindaco di Venezia, tante iniziative di lettura. Ve ne segnalo una per tutte, nata dal tam-tam della rete:
Leggiamo ai bambini: “PICCOLO BLU E PICCOLO GIALLO”
In tutte le Biblioteche, in tutte le piazze d’Italia e in tutte le Librerie
Mercoledì dalle ore 17.00 alle ore 20.00
Con la motivazione: “Per difendere questo ed altri libri della Letteratura per Bambini e Ragazzi messi al bando dal Sindaco di Venezia. Perché tutti i libri continuino ad essere strumento di bellezza, crescita, gioia, consapevolezza e rispetto per tutti. Perché non vogliamo che sparisca nessun libro dagli scaffali delle Biblioteche di ogni ordine e grado…”
Leggere è un diritto. La Giornata Internazionale dei diritti dell’infanzia e dell’adolescenza invita a sostenere il DIRITTO alle STORIE, tutte le storie e anche Pennac ce lo ricorda:
“In fatto di lettura, noi “lettori” ci accordiamo tutti i diritti, a cominciare da quelli negati
1. Il diritto di non leggere
2. Il diritto di saltare le pagine
3. Il diritto di non finire un libro
4. Il diritto di rileggere
5. Il diritto di leggere qualsiasi cosa
6. Il diritto al bovarismo
7. Il diritto di leggere ovunque
8. Il diritto di spizzicare
9. Il diritto di leggere a voce alta
10. Il diritto di tacere
Mi fermerò arbitrariamente al numero 10, in primo luogo perché fa cifra tonda e poi perché è il numero sacro del famosi Comandamenti ed è bello, per una volta, vederlo servire a una lista di autorizzazioni.
Poiché se vogliamo che mio figlio, mia figlia, i giovani leggano è tempo di concedere loro i diritti che accordiamo a noi stessi…
Daniel Pennac
da “Come un romanzo” – 1992”
Anche oggi, come di consuetudine, prima di lasciarvi, volevo raccontarvi la sinossi di un libro che amo molto.
Nella Germania della Seconda guerra mondiale, quando ogni cosa è in rovina, una bambina di nove anni, Liesel, inizia la sua carriera di ladra, oggetto dei suoi furti sono i libri, i libri proibiti. Rubarli significa salvarli, e soprattutto salvare se stessa. Li salva in vari modi, soprattutto dal fuoco di uno dei tanti roghi nazisti. Col passare del tempo il numero dei libri cresce e le parole diventano compagne di viaggio, amorevoli angeli custodi…
Questa è la storia di “La bambina che salvava i libri” di Mark Zusak.
Non dobbiamo ricordare soltanto nell’approssimarsi delle giornate a tema ma ogni giorno.
Salvare i libri significa salvare noi stessi.
Grande Capitano Genchi!:-)
Io farò in modo che in ognuna delle 600 librerie Mondadori presenti nel nostro Paese siano presenti e consigliati i libri della lista della vergogna pregando i colleghi della Feltrinelli a fare lo stesso. Vi tengo aggiornati.