La povertà del Sud del mondo si combatte anche coi libri: il progetto “Quand la sève devient lait”

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Riporto qui, per gentile concessione dell’autore, l’intervista fatta da Aldo Moscatelli della casa editrice I sognatori a Gian Andrea Rolla: entrambi sono coinvolti – a titolo gratuito – nel progetto editoriale “Quand la sève devient lait” finalizzato a sostenere e sviluppare l’amore per la lettura anche in Mauritania, paese dove Rolla opera come cooperante internazionale.

1) Ciao Gian, direi di cominciare questa intervista parlando un po’ della realtà mauritana. Wikipedia dichiara che nel Paese in cui vivi e lavori il 45% della popolazione (soprav)vive con meno di due dollari al giorno. Ti risulta?

Qualcuno ha deciso che si è poveri con meno di due dollari al giorno, come se con il doppio o il triplo fosse la fiesta. Più scientificamente mi pare di poter dire che in Mauritania l’85% della popolazione è poverissima, il 10% se la cava e il 5% se la spassa, mentre in Occidente il 5% se la spassa e il 95% comincia a essere nervoso, ma il più derelitto dei poveri in Occidente farebbe parte del 10% dei mauritani che se la cavano, e non perché nei paesi ricchi la vita è cara, ma perché si consuma troppo. L’enfasi nell’Occidente in recessione e in bancarotta fraudolenta è tutta nella ricerca della crescita e non in una equa e solidale decrescita. Insomma la domanda è ormai da commedia, da rivista: ma cos’ è questa crisi? Non sarà una crisi del sistema produttivo, del modello dei consumi, delle pretese del profitto e del costo del lavoro? A degli amici mauritani parlavo della pensione sociale che in Occidente sta tra i 400 e i 500 euro e loro pensavano che parlassi del massimo della pensione, non del minimo. Come si fa a spiegare i dolori di chi non arriva a finire il mese a coloro che il mese neppure lo iniziano?

 

2) So che ti occupi di diritti umani. I nostri sui loro, per citare un passaggio di “Solo i viaggiatori finiscono”. Detto francamente: com’è messa la Mauritania a livello di libertà civili?

Come l’Italia che fino al 1985 aveva una religione come religione di Stato, nel nostro caso la cattolica, e tollerava gli altri culti, o come l’Italia che fino al 1975 aveva il padre/marito come capo-famiglia e l’aborto come reato o come l’Italia di oggi che vieta l’eutanasia per preservarci dall’inferno perché la mia morte e la mia vita non sono mie ma di Gesù bambino.

3) La Mauritania è uno Stato ufficialmente islamico. Com’è la situazione da questo punto di vista?

A Nouakchott, capitale della Mauritania, in centro città c’è una chiesa cattolica, un edificio di dimensioni ragguardevoli, contro la quale non sono mai state raccolte firme perché disturba il paesaggio e l’arredo urbano come invece capiterebbe sicuramente per una moschea in Val Camonica.

5) Parliamo adesso della Cultura, e in particolare della cultura del libro. Puoi dire ai nostri lettori quanto costa in media un libro dalle tue parti, e quali sono le conseguenze (a livello di alfabetizzazione) per il popolo mauritano?

Un libro, diciamo un romanzo mal stampato e di carta di scarto (pardon per il bisticcio), costa più o meno 10 euro, cioè il 20% di uno stipendio medio mauritano dove chi ha stipendi non supera il 20% della popolazione. La scuola è sempre più privatizzata e la scuola pubblica comunque non è gratis. Come del resto l’assistenza sanitaria, in Africa non c’è ticket, siamo al trionfo del liberismo. Si paga tutto, dalle aspirine alle operazioni chirurgiche. Un vero modello per far capire dove ci porteranno Berlusconi e i suoi simili. Si fa solo qualcosa per le pandemie come AIDS, malaria e tubercolosi. Per tornare all’istruzione, siamo ottimisti se pensiamo che un bambino su tre vada a scuola e se uno su due arrivi alla licenza elementare. Ma nella cooperazione internazionale, l’istruzione pubblica è sul due per cento della massa degli aiuti e dei finanziamenti. Un giorno avranno ponti, strade e aeroporti… e noi occidentali o i cinesi a dirigere il traffico mentre loro continueranno ad andare a piedi.

6) Un bel giorno ti è venuta in mente un’idea mica male, e ne abbiamo parlato assieme a Lerici. Vuoi illustrarla?

Marcello Baraghini prima con i librini a mille lire e poi insieme a Ettore Bianciardi con i bianciardini a un centesimo d’euro, ha dato un bel calcio negli stinchi all’affarismo editoriale. Mi dissi che l’esperienza poteva essere ripresa in Africa non solo per combattere l’affarismo editoriale ma anche e soprattutto per combattere la povertà, perché “non si vive di solo pane”. Proposi a Baraghini e Bianciardi di fare bianciardini in Africa e li facemmmo in Burkina Faso. Volevo replicare in Mauritania, ma non si è fatto più nulla per motivi che non sto a spiegare, quel che importa è che il progetto dei bianciardini in Mauritania è naufragato. Poi ne ho parlato con te e si è deciso di cambiare, di puntare in alto: non quindici foglietti spillati più o meno bene, ma – pur rimanendo assolutamente fuori mercato – un’elegante brossura di 120 pagine.
L’idea portante è far capire che per il Sud del mondo la lotta alla povertà non è solo assicurare pane e antibiotici ma anche libri, per evitare appunto che i soliti ignoti dirigano il traffico.

7) Quella che hai appena descritto è l’idea dalla quale siamo partiti. Un anno fa. Adesso siamo in dirittura d’arrivo. Il libro si chiamerà “Quand la sève devient lait” e verrà venduto solamente in Africa, il che significa che presenterà un prezzo di copertina. Puoi specificarne l’ammontare? E che fine faranno i soldi raccolti? Soprattutto… io e te, e Francesca, e Tina, e tutti i bravi occidentali che stanno fornendo chi soldi e chi tempo… che ci guadagniamo? Tu sei pure ligure, dovrai ben volere qualcosa.

Il libro costerà 500 ouguiyas, più o meno 1,25 euro.
Venderemo i volumi e con gli introiti ne pubblicheremo altri, semmai con sponsor ovviamente mirati, diciamo etici?
Per questa prima edizione abbiamo tutti offerto lavoro gratis e poi abbiamo completato con una colletta. I miei antenati sono scandalizzati, la notte non mi lasciano dormire. Ma è un modo per rivederli. Guarda cosa ho dovuto inventarmi per stare un po’ con loro!

8) Ci spieghi il significato del titolo?

“Quando la linfa diventa latte”. La linfa serve agli alberi, il latte ai vitelli, agli agnelli, ai bambini… a te piace il latte?

9) Un bicchiere al giorno non me lo toglie nessuno, ma solo col caffè. Senti un po’: chi speriamo di raggiungere con la pubblicazione di questo libro?

Los pobres de la tierra. Da “Guantanamera”, credo.

10) Puoi confermare il fatto che questo libro è stato creato “dal basso”, cioè senza l’intermediazione di qualsivoglia autorità/ente governativo/ente non governativo? Personalmente ne vado fiero.

Belin! Confermo! Tutto fatto in casa, neanche l’Ong con la quale lavoro ho coinvolto. In Burkina, i bianciardini li aveva sponsorizzati “Terre des hommes Italia”, qui volevo provare a far da noi. Anche se sponsor etici come “Terre des hommes” andrebbero in seguito coinvolti…

11) Il libro presenta scritti in tre lingue, ovvero il francese, l’arabo e il poular. Come mai?

Abbiamo chiesto agli autori di esprimersi nella lingua che preferiscono. Questo perché il lettore mauritano non avrà problemi di lettura visto che in Mauritania si parla non solo arabo, francese e poular ma anche sonninké e wolof. Il francese è la lingua dei vecchi coloni ereditata come lingua utile per l’amministrazione pubblica, anche se l’arabizzazione ormai è cosa fatta. L’arabo è la lingua degli antichi islamizzatori penetrati in Africa più d’un migliaio d’anni fa. Poular, sonninké e wolof sono le lingue delle popolazioni autoctone che stanziavano lungo la vallata del fiume Senegal e anche più a nord. Gli antichi berberi vennero linguisticamente arabizzati. Spero con le buone…

12) In quale modo contate di promuovere il libro in Mauritania?

Prevediamo prima incontri con le popolazioni dei quartieri più poveri della città, poi, se non abbiamo venduto tutto, anche presentazioni nell’università, nei centri culturali mauritani, africani, arabi e francesi.

13) Creerà problemi a qualcuno questo nostro tentativo di diffondere una cultura del libro partendo “dal basso”? Voglio dire, non è che qualche falso poliziotto ti inseguirà per le strade di Nouakchott e cercherà di arrestarti per possesso illegale di libri?

Il libro in Mauritania è distribuito da APPEL, associazione per la promozione e il radicamento della lettura, ufficialmente riconosciuta dallo Stato. Malfattori travestiti da poliziotti (o poliziotti travestiti da malfattori) ne ho già seminati in altre occasioni, grazie alla mia guida italiana.

14) Dimmi degli scrittori, per concludere. Chi sono? E cosa dicono dell’imminente pubblicazione?

Come me, nessun scrittore di professione, eccezione fatta del fu Habib Mahfoud, un autore arabo e africano di primissimo livello. Ma come me (sono pronto a sottoscrivere col sangue, se necessario – N.d.Aldo), trattasi di scrittori che in un mondo più giusto dovrebbero essere scrittori professionisti. Vi sono giornalisti, insegnanti, intellettuali… tutti mauritani e provenienti dalle diverse culture di questo Paese. Tutti molto stimati e riconosciuti in Mauritania, in Africa e nel Maghreb. Il prudente Unesco li tiene presenti in ogni sua sortita.
Della pubblicazione dicono che era l’ora, che ho menato il can per l’aia e che cominciavano a pensare che sono soltanto un chiacchierone perditempo. Sembrava d’ascoltare la mia insegnante di latino!
Ma qui voglio ricordare le signore francesi che ci hanno aiutato e Tina con loro, che non è francese, ma che è una signora, la mia per la precisione, e che si sono occupate del coordinamento, dell’editing linguistico e di incoraggiare gli autori quando di me non ne potevano più. Un grazie anche da qui.

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Carla Casazza

Carla Casazza ha fatto della scrittura la sua passione e lavoro.
Laureata in Pedagogia a indirizzo storico, ha insegnato per diversi anni.
Ha pubblicato alcuni libri sia di narrativa che di non-fiction.
Vive in Trentino.

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