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L’estate per me inizia quando vedo le prime lucciole, passa per le stelle cadenti ed i cumulonembi estivi e finisce con il meraviglioso azzurro del cielo di settembre. Pierre Adrian, scrittore e giornalista classe 1991 riesce a condensare l’estate in sole 156 pagine.
Adoro i libri brevi: chi riesce ad imbrigliare così tanto in così poco è capace anche di ricreare con le parole la magia che avvolge le perle di rugiada che punteggiano la tela di un ragno.
In ogni pagina di questo romanzo ritroviamo la luce racchiusa in quelle perle di rugiada: a me che piace tanto fare fotografie, la luce è un chiodo fisso sia perchè è davvero emozionante osservare come cambia durante i mesi dell’anno (i mesi che precedono l’estate hanno per me la luce più bella in assoluto) sia perchè della luce dei miei valori avvolgo la mia vita tutti i giorni dell’anno.
E della luce d’estate e di tutte le emozioni che si provano si potrebbero scrivere pagine e pagine, e ci è riuscito Pierre Adrian nel suo I giorni del mare unendo dolcezza, nostalgia, serenità in un susseguirsi cristallino di delicate e profonde emozioni.
La scrittura di Adrian come un tramonto di fine luglio ci porta all’inizio di agosto: l’estate è nel suo pieno splendore, c’è aria di libertà, l’eccitazione delle tanto attese vacanze estive che finalmente iniziano, la certezza di una casa che accoglie la grande famiglia di quest’uomo, la voce narrante, che torna dopo tanti anni in Bretagna per trascorrere le sue ferie.
Assaporiamo insieme a lui le lunghe giornate che si susseguono tutte uguali, la pigrizia mista a noia ed eccitazione, quel chiacchiericcio di fondo dei bambini che giocano ed i continui bisticci, le diverse personalità dei familiari che si avvicendano e popolano questo romanzo delicato e così evocativo.
Mi sono ritrovata spesso a socchiudere gli occhi al riverbero del sole sul mare, a sentire il caldo sulla pelle, il vento che scompiglia i capelli, lo sciabordio delle onde, il fresco dell’acqua immersa in quelle giornate estive sempre uguali a se stesse eppure sempre diverse ogni anno.
I giorni del mare è tutto questo e molto, molto altro.
Adrian riesce a risolvere un’equazione in cui si mischiano emozioni, ricordi e nostalgia delle estati passate, quelle notti passate ad aspettare le stelle cadenti, l’eccitazione degli amori estivi, il tempo passato a tentare di scorgere le costellazioni in quella polvere di miriadi puntini del cielo, del caldo che sembra appoggiarsi tutto addosso sulla pelle, alla serenità delle passeggiate al tramonto sul bagnasciuga ascoltando l’infrangersi delle onde ed annegando insieme al sole nel mare.
Ma l’estate con la fine di agosto volge al termine, e anche per questo giovane uomo, passata l’estate, è ora di mettere da parte quella spensieratezza e di crescere suo malgrado, come scrive Adrian “Agosto era il mese che assomigliava di più alla vita” .
Questo è il miracolo che ogni talentuoso scrittore riesce a fare: inizia a scrivere ma lascia a noi impregnare le pagine di emozioni e ricordi e quando posiamo questo libro le 156 pagine sono intrise di tutte le emozioni che abbiamo provato durante le nostre estati.
“E io pensavo che solo nel mese di agosto si è veramente bambini”.
Vi suggerisco di ripetere la lettura di queste delicate pagine anche in pieno inverno, il risultato sarà magnifico: la nostalgia è ampiamente sottovalutata, e quando prende a braccetto i ricordi, l’equazione da un solo risultato: una bellissima emozione.
Per BookAvenue, Marina Andruccioli

Il libro:
Pierre Adrian,
I giorni del mare,
Blu Atlantide edizioni,
pp.156 ed. 2025
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