Mostra: 19 - 27 di 43 RISULTATI

Le tre del mattino

di Bruna Mozzi

E’ la notte il momento che Gianrico Carofiglio sceglie per questo suo romanzo; le tenebre che, con il loro trascorrere, fanno avvicinare i due protagonisti, un padre e un figlio. Forse, dopo, i due non saranno più come prima: un ragazzo adolescente che cresce e un uomo sulla cinquantina che matura.

E’ l’età topica di tante coppie di padri e figli, da Telemaco che cerca il padre Ulisse a Zeno che con il padre litiga fino a riceverne uno schiaffo sul letto di morte a Kafka che accusa il genitore di avergli imposto una vita non voluta. Un evergreen che hanno affrontato anche i contemporanei: ad esempio il Michele di “Io non ho paura” o la giovane figlia nel romanzo “Pura vita” di De Carlo.

Simon Winchester, Il professore e il pazzo

Di Simon Winchester avevo già letto altro. Per cui quando ho preso in mano Il professore e il pazzo< mi è venuto spontaneo dargli un’occhiata. Anche perché la copertina fa simpatia, è buffa. L’abstract del testo mi inspirava, ma è quando ho letto  le poche righe espunte dal testo in cui Winchester racconta l’incontro tra il Murray e Minor che ho capito che non potevo non leggerlo.
Adelphi ha scelto probabilmente le righe più belle del libro. Il divertente e ben congegnato racconto di un colpo di scena: l’incontro tra Murray curatore dell’Oxford English Dictionary e il suo collaboratore principale, il dottor Minor. Minor, un medico americano in congedo, è detenuto in un manicomio per aver ucciso un uomo ed essere stato dichiarato malato di mente durante il processo.

Elisabeth Åsbrink, 1947

Ho terminato da poche ore il saggio in forma narrativa 1947 e  non riesco a digerirlo, continuo a rimuginarci. È palese che il libro non mi ha lasciato indifferente. Se dovessi usare un aggettivo per definirlo direi: interessante. Ma sarebbe nascondere l’inquietudine che ha mi ha trasmesso. Ecco, la biografia di quell’anno del dopoguerra ti tramette le macerie nell’animo. Non perché descrive le macerie lasciate dalla seconda guerra mondiale, ma perché inocula l’assenza di speranza di quel libro. Non c’è speranza, né spazio per un mondo migliore. Sarò un pessimista, ma questo è ciò che ho ricavato dal libro. Continuo a rimuginare su quello che ho letto e vedo nella cronaca attuale quello che succedeva allora protrarsi senza sosta e senza speranza di soluzione. Ecco un altro aggettivo per quel libro: amaro.

Addio a Naipaul, premio Nobel in letteratura ma non nella vita.

E’ morto a Londra dopo una lunga malattia Sir Vidiadhar Surajprasad Naipaul. Aveva ottantasei anni. È considerato uno dei romanzieri più grandi della nostra epoca e ha vinto sia il Booker Prize che il Premio Nobel per la letteratura nel 2001 con la seguente motivazione: “per aver unito una descrizione percettiva ad un esame accurato incorruttibile costringendoci a vedere la presenza di storie soppresse”. Il grande autore, tuttavia, non avrebbe vinto alcun premio per la sua vita privata se mai ce ne fosse stato uno.>>

Podcast. Scrivere Jazz. La splendida passione di Murakami

Ed io che pensavo di essere stata originale! Qualcuno più importante di me ha scritto esattamente quello che da un pezzo questa rubrica si ingegna di fare. Ed è la ragione del mio ammunitamento dalla rubrica, senza contare che un po’ di congedo serviva comunque per una pausa di riflessione. Il fatto che mi stiate leggendo è segno di questa riconciliazione con il web e non me ne vogliano i colleghi di questo splendido sito per la mia assenza. Siamo in cammino, come ama dire il mio due di coppia.

Lo scrittore giapponese e il suo amore per il jazz – “La musica di Chet Baker aveva un inconfondibile profumo di giovinezza” – “Miles conficca senza pietà il suo cuneo magico nelle incrinature dell’animo” – “Mi è venuta una voglia terribile di ascoltare La Mer suonata da Django Reinhardt…”

Paul Auster, 4321. Cronaca di una sfida

L’impegno, come ben comprenderete, sfida diverse leggi di gravità. La prima, è l’inevitabile confronto con i maestri del romanzo “panoramico” americano: Roth, De Lillo, Wolfe senza scomodare Hemingway e solo per citarne alcuni. L’altro è la sfida con la quantità: stiamo parlando di un libro che nell’edizione originale pesa quasi un chilo, a testimonianza della scommessa dell’autore di misurarsi con il “grande romanzo classico americano” prendendo a modello non solo Dickens, citato nel libro, ma anche di altri autori classici non esattamente di scuola americana come Von Kleist. Parliamo di 4321.

Il mio cielo è diverso di Flavio Emer

Flavio Emer era un giornalista e scrittore, un uomo ironico e profondo. Ma era anche un corpo fragile e vulnerabile costretto su una sedia a rotelle da una malattia degenerativa, un corpo fragile ma tenace che riusciva a scrivere grazie a un complesso sistema di controllo vocale del computer. Avrei tanto voluto conoscerlo Flavio, dirgli delle emozioni che ha suscitato in me la lettura di questo che è stato il suo primo libro, raccontargli le riflessioni nate dalle sue parole.>>

Helena Janeczek ha vinto il premio Strega 2018

Si è appena concluso, lo spoglio della seconda e ultima votazione che ha proclamato Helena Janeczek, con il romanzo La ragazza con la Leica, (Guanda), vincitore della LXXII edizione del Premio Strega, promosso dalla Fondazione Maria e Goffredo Bellonci e da Liquore Strega con il contributo della Camera di Commercio di Roma e in collaborazione con BPER Banca e Fuis (Federazione Unitaria Italiana Scrittori).>>