Podcast. Suonala ancora Chuck!

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Da più di cinquant’anni la storia d’amore tra Chuck Mangione con la musica è stata caratterizzata dalla sua infinita energia, l’entusiasmo e la gioia pura che si irradia dal palco ogni benedetta volta che qualche fortunato abbia la fortuna di vedere un suo concerto, (io al Blue Note di Milano c’ero!, ne parlo dopo). Oggi CM ha 72 anni.

Chuck Mangione si è affermato intorno agli anni ’70 conquistando due Grammy Award, il primo nel 1975 con il disco “Bellavia” dedicato alla madre e il secondo con “Children Of Sanchez” (1978), ma tanti sono gli album fortunati ” Feels So Good” (1977),” Disguise” (1984), “Friends And Love” (1970) e altri che gli hanno portato fama e successo a livello mondiale. Il brano che gli ha dato grande popolarità a livello mondiale è stato senza ombra di dubbio “Feels so good”, venduto in milioni di copie può essere considerato alla pari di melodie pop intramontabili come quelle dei Beatles e di artisti rock, ben più conosciuti di Mangione. Il suono delicato del suo flicorno ramato, ha fatto sognare milioni di persone e molti trombettisti si sono innamorati di questo strumento che, credo, ha goduto in quegli anni di una rivalutazione e di una diffusione notevoli. Due o tre sono le copertine degli album dove non compare il flicorno, compagno inseparabile di una vita dedicata alla ricerca di melodie, suoni e ritmi che ricordano spesso la terra d’origine di Mangione: l’Italia.

L’inizio jazzistico di Chuck Mangione e della sua eccezionale carriera artistica, è nel 1960 suonando con suo fratello Gap Mangione con il gruppo The jazz brothers. Nel 1965 fece parte delle orchestre di Woody Herman e Maynard Fergusone e successivamente il grande Art Blakey lo inserì nel suo importantissimo gruppo, Jazz Messengers, in cui rimase fino al 1967. Il successo che ancora oggi riscuotono i suoi brani, probabilmente è da ricercare in una vena melodica orecchiabile e spontanea, ad un grande gusto musicale, al sound soft e alla combinazione di ritmi latinoamericani e jazz.

Il 1980 è l’anno del massimo “impatto”. Viene, infatti,da diversi milioni di spettatori in tutto il mondo che ascolteranno “Give It All You all” come “tema” e sigla delle Olimpiadi invernali di Lake Placid, dove CM che si esibisce dal vivo alla cerimonia di chiusura. CM è stato anche impegnato anche in altri progetti durante il 1980. Ha ospitato una 8 ore di concerto con le leggende del jazz Dizzy Gillespie e Chick Corea; parte dei proventi andranno al nostro paese devastato dal terremoto dell’Irpinia.

Poi. Dopo aver firmato con la Columbia Records ha pubblicato diversi album, tra cui “Love Notes” e “Save Tonight for me”. Ma anche partecipazioni televisive molto seguite come quella del The Tonight Show, con Larry King, i Soul Train,e altri.

Nel 1989, CM ha pubblicato due album live, ” Boys of Rochester”, con Steve Gadd, Gap Mangione, Joe Romano e Frank Pullara, oltre a un doppio album, Chuck Mangione “Live at the Village Gate”. Ne segue un periodo di ritiro: poche apparizioni, scarsissimi concerti, quasi nessun album. Molti, leggo, indicano la morte di Dizzy Gillespie come l’evento che ha lo spinto di nuovo a suonare. Nel 1994 un turbine di attività che include sessioni di registrazione per due nuovi album, una serie di spettacoli “disco”, alcuni concerti con orchestre importanti a New York, ha contribuito a creare un fondo di dotazione in onore di suo padre, Papa Mangione, e Dizzy Gillespie, per la Rochester of the Arts School.

Quando Chuck esegue in Polonia nel 1999 per il Jazz Festival il suo “Children of Sanchez”, fa saltare in piedi il pubblico: a sua insaputa, infatti, il pezzo era diventato un po’ un inno durante la lotta per la democrazia di quegli anni. Per dire quanto è amato.

Questioni di famiglia. 25 Marzo 2005. Il mio due di coppia mi trascina a Milano per un concerto. Mi dice solo: “è un trombettista, ti piacerà.” Fu una scoperta. Durante il viaggio mi racconta dell’inizio della sua carriera presso la libreria Cortina di fronte la “Statale” dove studiava e di come un suo collega gli trasmise l’amore per questo compositore. Il concerto fu all’altezza delle aspettative, con Charles Frichtel (basso), Dave Tull (batteria). Uno dei più belli cui abbia mai partecipato. Chissà se il Blue Note c’è ancora… Mi piace da allora e personalmente auguro a questo artista ancora una lunghissima vita musicale e lo ringrazio per le tante emozioni che la sua musica mi ha dato.

Dalla collezione di casa, consigli per gli acquisti.

Imperdibile è Feel so good, bellissimi da ascoltare sono pure: Main squeez, Children of Sanchez, Finest hour. Il “pezzo” da SoundCloud è Feel so good. E cosa sennò? Buon ascolto e alla prossima.

I libri

Niente di niente. In inglese su Barnes and Noble è disponibile una traccia di biografia in una raccolta (il volume è il 127mo!) jazz play along

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