Essere o non essere? Non è questo il problema. Il tuo dilemma è semmai: ricordare, anche se fa male, o dimenticare, affogando i ricordi in un fluido che ammortizza l’amarezza ma anestetizza tutti i sensi? Ricordare è anche un perdonare, se ci pensi, un perdonarsi, se serve. Ricordare è provare a capirsi. E ricordare, in fondo, è un atto di affetto verso se stessi. Se ti ci ritrovi, il libro che le stelle ti consigliano sarà stato opportuno:
Nel tuo deserto, Miguel Sousa Tavares
Questa storia che sto per raccontare è successa vent’anni fa. Mi è successa vent’anni fa e l’ho pensata spesso, ma senza mai raccontarla a nessuno, tenendola per me, per noi, che l’abbiamo vissuta. Forse avevo paura di rovinare il ricordo di quei giorni lontani, anzi, per dirla tutta, paura di smuovere quel sottile strato di polvere dove riposa, appena addormentata, la memoria dei giorni felici. (…). Sì, a volte mi succede questa cosa curiosa quando guardo agli anni passati: mi ricordo di tutti i dettagli – persino di quelli che all’epoca ritenevo senza alcuna importanza né significato – e tuttavia sono incapace di identificare il momento esatto in cui ho vissuto le cose. Come se continuassi a viverle per sempre, o come se non le avessi vissute mai.