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L’economia spiegata a chi ne ha paura

{jcomments off}Non capita spesso che un libro che parla di economia di quasi mille pagine diventi un bestseller, a ben vedere, non solo in Italia. Uscito un paio di anni fa, il libro è scritto da Thomas Piketty – dell’autore dico dopo – ed è stato allora salutato da Paul Krugman, premio Nobel per l’economia nel 2008, come un lavoro che “cambierà il modo di riflettere sulla società e pensare all’economia”.

Un viaggio tra le pagine con l’Atlante tascabile delle isole remote

La prima cosa che mi ha colpito di questo piccolo libro prezioso, l’Atlante tascabile delle isole remote di Judith Schalansky, è stata la copertina giallo arancione che fa contrasto cromatico con i bordi delle pagine colorati di blu. La seconda è stata il sottotitolo: Cinquanta isole dove non sono mai stata e mai andrò. L’ho aperto, sfogliato, e mi sono soffermata sulle affascinanti cartine che racchiude. Doveva essere mio! Il mio sesto senso bibliofilo non mi ha deluso e ho letto il libro tutto d’un fiato come se fosse un romanzo giallo. Avrei potuto gustarlo lentamente, un’isola al giorno. Ma mi ha coinvolto talmente che non ho resistito. Judith Schalansky, autrice anche delle illustrazioni, ci racconta senza inventarsi nulla – ciò di cui parla è tutto documentato – ma in forma narrativa, cinquanta isole sconosciute ai più, alcune piccole o piccolissime, che racchiudono storie appassionanti o strane.

 

Come Susan Sontag ci aiuta a capire il presente

La cronaca recente ci vede tutti molto occupati a seguire non senza apprensione le vicende di coppia Salvini-Di Maio e di che fine faremo, invece che volgere lo sguardo a quello che accade in medio oriente dove, Trump prima di altri e a seguire il capo del governo israeliano, sono molto occupati a dare fuoco alle micce di bombe che potrebbero anticipare la fine del mondo di qualche migliaio di anni.

Si sa che l’attuale inquilino della Casa Bianca guarda un sacco di televisione, proprio come il resto di noi. Diversamente da noi però, e in risposta alla visione di alcuni servizi giornalistici sulle vittime di un bombardamento di armi chimiche a Khan-Sheikhoun a inizio Aprile durante la martoriata guerra civile in Siria, Donald Trump ha lanciato una sessantina di missili da crociera sulle regioni settentrionali del paese.

La nobile arte di prendersi a cazzotti. Joyce Carol Oates, Sulla boxe

Perché se uno ha visto cinquecento incontri di boxe ha visto cinquecento incontri di boxe

Diciamolo: la boxe è stata un baluardo degli uomini inteso sia come sport esclusivo di genere, nel senso letterale della parola di esclusione dell’altro, che come “corporazione” in difesa della sua individualità per un sacco di tempo fino all’arrivo di Joyce Carol Oates: una creatura forse troppo esile ma troppo piena di talento che non ha esitato a scavare tra i cazzotti dei campioni che hanno fatto la storia di questo sport e dato visibilità a quest’arte.

La libertà di parola, un bene inalienabile dell’uomo.

Il 29 ottobre 1969, fu inviato il primo messaggio da un computer dell’Università della California a Los Angeles all’istituto di ricerca dell’Università di Stanford distante alcune centinaia di chilometri; non era ancora quello che oggi chiamiamo comunemente email, ma il dado era stato tratto. Nel dicembre successivo, a soli due mesi da quell’invio, la prima rete di soli quattro computer collegati tra loro anticipò ciò che sarebbe diventato Internet. Lo sviluppo, però, fu lento; ad agosto del 1981 c’erano solo 213 pc collegati in rete e solo per scambio dati. Bisognerà aspettare altri dieci anni per il primo sito web.

Il diritto di avere diritti

Riproponiamo l’articolo di Antonio Capitano sul libro, Il diritto di avere diritti , di Stefano Rodotà  scomparso ieri a 84anni.
Rodotà è stato un grande Italiano. Un uomo fedele alla parola data al Paese, cioè a tutti, e per questo smarcato dalle congerie piu deteriori della politica. Rodotà è stato un giurista di idee,  assai spesso illuminanti, ma soprattutto un uomo colto e indipendente che ha speso la sua vita al servizio delle grandi battaglie di civiltà in un paese che sembra smarrire, talvolta, la propria. Stefano Rodotà è stato uomo libero. >>

Voglio volare sulla montagna!

 

La nostra amica Silvia Belcastro ha assistito all’incontro-intervista con il già premiato allo Strega Giovani (e fors’anche prossimamente a quello maggiore) Paolo Cognetti e Mauro Corona, troppo grande per aver ancora bisogno di un cenno biografico. Il vino, diciamolo, ha accompagnato le parole – in specie – di quest’ultimo che, proprio per questo, finisce con l’essere amato. Il racconto della presentazione che segue è molto bello e a tratti divertente ma per poterselo gustare dalla prima all’ultima parola ha bisogno di una decina di minuti, forse qualcuno meno. Staccate la spina e buona lettura! (ndr)

trekking, foto di uomo al tramonto su sentiero di montagna

H.D. Thoreau. Il cammino dell’uomo

Thoreau ha detto con grande anticipo le cose che oggi leggiamo sui libri di Serge Latouche in fatto di descrescita. La semplicità collettiva è fondata sull’idea che una “vita semplice” con risorse e consumo di energia ridotte, è una valida alternativa alla cultura del consumo.

L’idea, aggiungo, è che la vita “semplice” migliora non solo la nostra vita, ma la vita dei nostri contemporanei – a patto che anch’essi aderiscano a questo modello – e degli altri che verranno dopo di noi. Per non parlare di come questo codice comportamentale contribuisca a salvaguardare il nostro pianeta dalla catastrofe ambientale verso cui stiamo… marciando tutti con grande entusiasmo.

Speciale. La minaccia jihadista che viene dall’occidente

La minaccia jihadista che viene dall’occidente

Sono fin troppo noti i fatti di Parigi e dì, risalire ai fatti di Londra passando per Madrid; l’esercizio è pultroppo facile. La riflessione a pochi giorni di distanza dai fatti di Tunisi, non è priva di una certa carica di preoccupazione. Durante la trasmissione in TV di un video dei terroristi islamici, si è avvertita distintamente la nostra lingua uscire dalla bocca di uno loro. E’ il primo in italiano che abbiamo avvertito. Così come, a Tunisi, gli italiani hanno pagato il loro primo tributo di sangue all’Isis. Secondo le analisi dell’intelligence ci sono moltissimi stranieri che hanno aderito alla missione jihadista (sono stimati in tremila persone, da tutto l’occidente sugli undicimila combattenti presenti in quel teatro di guerra). Gli stati europei stanno implementando molte misure di sicurezza, compresa, quella di ritirare il passaporto a quei cittadini sospettati di aderire al jihadismo estremista in procinto di partire per le zone della Siria a combattere per le loro cause. O per arrestarli al loro ritorno.