di Irène Cohen-Janca e Maurizio A. C. Quarello
La nostra casa deve rimanere come un’isola in mezzo all’oceano scatenato, e ciascuno di noi – ci dice Pan Doktor – deve vegliare sul proprio castello interiore.
di Irène Cohen-Janca e Maurizio A. C. Quarello
La nostra casa deve rimanere come un’isola in mezzo all’oceano scatenato, e ciascuno di noi – ci dice Pan Doktor – deve vegliare sul proprio castello interiore.
Nelle città di polvere e rumore, io, per primo,
annuncio l’arrivo della primavera.
In aprile si schiudono le gemme
e con identico slancio spuntano foglie e fiori.
Io sono un ippocastano.
… « In un giorno piovoso di maggio
un cane si mise in viaggio,
era un bel po’ coraggioso,
anche un bel po’ pauroso.
Aveva un orecchio bianco
e un orecchio marrone
era così obbediente,
era così legato al suo “padrone”
… Perché lasciò un posto tranquillo
aveva ogni giorno un osso
per
andarsene senza uno spillo
finendo a dormire in un fosso …» ( pag. 3 )
[segue ]
“ Mi chiamo Adolfo, e sono un lupo ” così inizia questa singolare storia anticonvenzionale, subito, affiancata dall’illustrazione di un feroce lupo dalla bocca grande e i denti aguzzi contornato da una fitta vegetazione a cavallo tra le foreste del vecchio nord Europa e l’intricata la selva amazzonica …
Bocca grande, denti aguzzi … Non vi suona familiare? Non vi ricorda una fiaba di grimmiana memoria?
Cappuccetto Rosso, indovinato! Chissà quante volte l’avrete raccontata ai vostri pargoli drammatizzando le scene “clou ” con mimica accentuata e versi orridi, nella speranza che si addormentassero.
Ma questa volta, a parlare della storia e di come si sono svolti ”realmente” i fatti, non è l’autore, ne la deliziosa bambina vestita cremisi dall’incarnato di pesca e le guance rosee ma bensì il peloso, famelico, cattivone (almeno così sembra): il lupo …