
“Si ritrovarono faccia a faccia. Lei aveva gli occhi spalancati e la bocca semiaperta; lui i capelli tutti scompigliati. Il letame denso e puzzolente della stalla fumava nella carriola in mezzo a loro nella fredda aria autunnale.”
La storia tra Sarah, cameriera di casa Bennet (proprio i famosi Bennet di Orgoglio e pregiudizio) e il loro nuovo valletto inizia così. Un esordio ben diverso dalle eleganti scaramucce tra Darcy ed Elizabeth. Il loro incontro fumante di concime fresco toglie ogni dubbio al lettore: qui si parla di vita vera, di quella realtà cruda e concreta, ma non per questo priva di una sua poetica malinconia.






Una volta mi hanno spiegato la differenza tra scrittore e narratore. A me l’avevano detta meglio, ma io ve la rigiro così: il narratore è quello che ti fa voltare velocemente una pagina dopo l’altra perché sei curioso di vedere come prosegue la storia e come va a finire. Lo scrittore è quello che ti fa fermare su parole, frasi, suoni, metafore, immagini, riflessioni e… tutto.
Volete dieci motivi per leggere uno dei più famosi romanzi di Verne quest’estate? Pronti!


Julian Fellowes è autore della meravigliosa serie televisiva Downton Abbey e del film premio Oscar Gosford Park. Chi avesse nostalgia dei suoi personaggi, potrà ritrovare in Snob le vicende (parola grossa, in realtà si naviga placidamente tra vacanze, cocktail e matrimoni) della mai troppo blindata nobiltà inglese. Questa volta però siamo alle prese con un’epoca meno affascinante dell’età edoardiana perché il conte Charles Broughton e l’affascinante Edith si muovono (ma poco, per non sciuparsi) negli anni Novanta del XX secolo, quelli della guerra del Golfo e della morte di Lady Diana, avvenimenti mai citati nel romanzo, come se gli unici eventi in grado di scuotere le coscienze degli altolocati protagonisti fossero i centimetri sociali guadagnati da yuppies, celebrità cinematografico-teatrali e parvenu assortiti … >>


