Nelle mitologie antiche il Caos è quasi sempre contrapposto al Cosmo, nel senso di universo disordinato il primo e ordinato il secondo. Ma qui non c’entrano Platone, i miti greci, indiani e cinesi sulla creazione dell’universo finanche la meccanica quantistica di Prigogine o le teorie di Mandelbrot sui frattali. Qui caos e ordine sono distintivi i caratteri dei personaggi del romanzo breve di Erri De Luca. La recensione di Marina Andruccioli chiarisce fin troppo bene il loro e sotto sotto, il nostro.
De Luca Erri
Erri De Luca, L’ospite incallito
L’ospite incallito è un po’ un racconto. Un po’ poesia. Un po’ solo pensieri sparsi.
Per chi conosce Erri De Luca, i suoi scritti intendo, questo libro è una sorta di biglietto agli amici. Un segno lasciato sul tavolo che si può leggere a qualunque ora del giorno, partendo dall’inizio oppure dalla fine o anche dal centro. E dopo averlo letto puoi lasciarlo lì dove l’hai trovato perché è piacevole riaprirlo e leggerlo di nuovo e poi di nuovo, ancora.
È un po’ un racconto. Un viaggio nella memoria da ospite fisso, sempre.
Erri De Luca, Il giorno prima della felicità
C’è Napoli, c’è il dopoguerra, c’è un’infanzia vissuta nei quartieri popolari. Temi e luoghi cari a Erri De Luca tornano nella storia di un giovane orfano con la passione per i libri e per Anna, la ragazzina del terzo piano. A prendersi cura di lui sarà Don Gaetano, portinaio tuttofare dell’immobile in cui vive. Muratore, elettricista, offrirà ala ragazzo l’arte di un mestiere e il calore di lunghe serate passate a chiacchierare attorno a un tavolo. Attraverso lui, il ragazzo, conoscerà la storia di un ebreo rifugiatosi nella cantina del palazzo durante l’occupazione e apprenderà i fatti accaduti nell’autunno caldo del ’43, all’epoca della rivolta di Napoli contro i tedeschi.