Hai tirato troppo la corda. Le energie su cui avevi messo in progetto di contare almeno fino all’estate si sono esaurite e già non ne puoi più. La tua consueta sete di conoscenza ti rende al momento estremamente pigro e non ti accorgi che faresti meno fatica ad abbandonare il campo, almeno temporaneamente. Il consiglio delle stelle è uno solo ed è quasi un diktat: rinuncia alle novità, ai casi letterari del momento, ai best sellers da conversazione. Ora è il momento del classico che non hai letto, che si tratti di Faust o Karamazov, di un giovane Holden o di un vecchio che non lasciava mai il mare, di un rumore superfluo o di silenzio innocente. Staccati dalla corrente del momento e vai da un’altra parte, un po’ di pausa non ti farà male.
I fratelli Karamazov, Fjodor Dostrojevskij
Più che mai era contrariante, codesta angoscia, più che mai era esasperante, in quanto aveva un aspetto quasi accidentale, del tutto esteriore: era qualcosa che urtava i sensi. C’era in qualche luogo, e faceva bella mostra di sé, un qualche essere o un qualche oggetto, sul genere di quelli che a volte ci stanno in mostra dinnanzi agli occhi, e per un pezzo, occupati in un lavoro o in un’animata conversazione, non li notiamo, ma intanto ti senti dentro un’irritazione, quasi un tormento, finché non indovini a mettere in disparte lo sgradevole oggetto, che spesso è una futilissima e ridicola cosa qualunque, dimenticata fuor di posto: un fazzoletto caduto in terra, un libro non rimesso nello scaffale, eccetera eccetera.