Senza paura è una storia d’amore.
L’amore perverso per una passione, l’amore che trasmigra e rimbalza tra generazioni, l’amore per chi non c’è più, l’amore inespresso e quello letale. E la storia è una di quelle che ti prendono allo stomaco perchè non è inventata, è vera e terribilmente recente.
Ancora una volta Flavio Pagano scrive di sport. Ma non di epiche maratone di inizio ‘900 nè di eroici incontri di rugby. Questa volta è diverso perchè, forse, a ben vedere, l’autore non racconta lo sport, racconta il calcio.
Nella sua veste più degenerata, quella che ormai, inesorabilmente, gli ha tolto la possibilità di essere considerato una disciplina sportiva, tanto meno un gioco.
Tre sono i protagonisti principali del racconto. Un nonno, di cui non si conosce il nome perché voce narrante, un figlio, Antonio e un nipote, Bruno.
Ma Bruno altri non è che Ciro Esposito, il ragazzo ucciso nei pressi dello Stadio Olimpico di Roma il 3 maggio 2014 prima della finale di Coppa Italia tra Napoli e Fiorentina.
Quando Pagano entra nella narrazione dei momenti cruciali della tragedia, il racconto si fa cronaca spietata e non mancano i riferimenti alle connessioni, che di lì a poco sarebbero emerse, tra l’ultrà omicida e l’ambiente di Mafia Capitale.
Ma per il resto, attraverso una trama circolare sviluppata con salti temporali perfettamente coordinati tra di loro, è tutto un turbinio di sentimenti forti, di dolori, di passioni, come il tifo esasperato di Antonio, carnefice e vittima della vicenda.
Tifoso del suo Napoli, rappresenta e riassume tutti coloro che trasformano frustrazioni in violenza, in nome di una maglia da onorare.
Una passione che tracima, che scalza gli affetti primari e a cui ci si aggrappa quando si percepisce il rischio di perderli.
Antonio fa paura, perché si definisce senza paura e perché tutto è tranne che un personaggio di fantasia.
Tra le figure femminili spicca Na’weh, la fidanzata araba di Bruno, a cui Pagano affida il compito di esportare dal Sud del Sud pillole di quella saggezza di cui, una volta, i partenopei erano riconosciuti depositari..
Il resto non va anticipato perché sottrarrebbe curiosità a un racconto che si legge d’un fiato e che spesso lo toglie.
E’ una storia d’amore, lo stesso che Pagano prova instancabilmente per lo sport e per il Napoli e, forse, scrivere di getto questo racconto lo ha aiutato a conservare la speranza che le due cose possano, prima o poi, tornare a combaciare.
per BookAvenue, Antonio Marco Conte
Flavio Pagano,
Senza Paura,
Giunti Editore,
Ed. 2014 – 177 pg.,ISBN 978-88-09-79513-6