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Grossman. La cognizione del dolore

di Elena Lowenthal

La lingua ebraica ha un ricco lessico del dolore, possiede diverse parole per dirlo, ognuna ricca di sfumature. Ha, in particolare, un vocabolario del lutto affatto ignoto all’italiano: conosce parole per dire la partecipazione alla perdita, scandire con precisione i riti e i momenti che la accompagnano. Contiene, naturalmente, un termine per indicare l’orfanità ma ne conta anche un altro che al confronto con l’italiano spiazza, costringe ad ardue perifrasi: l’ebraico, infatti, ha una parola per indicare il genitore che ha perso un figlio.

David Grossman. A un cerbiatto somiglia il mio amore

David Grossman ha recentemente terminato il suo ” tour” europeo iniziato nel 2010 e conclusosi proprio il mese scorso a Bruxelles, per l’ultima tappa. Tour per promuovere il suo ultimo romanzo, ma non solo. L’esperienza di ascoltare dal vivo e incontrare David Grossman rimane sempre qualcosa di affascinante e di unico al di là dell’occasione e delle spesso imbarazzanti domande poste dai giornalisti (soprattuto riguardo la sua vicenda personale), perché la profondità, l’umanità e la sensibilità della persona trascendono il ruolo dello scrittore, per arrivare semplici e dirette all’ascoltatore. Non si tratta del carisma o della personalità, ma del valore e del contenuto delle sue parole che non sono quindi solo prerogative dei suoi libri.

L’abbraccio

l'abbraccio “… « Sei dolcissimo »  disse la mamma a Ben mentre facevano una passeggiata nei campi verso sera  « sei dolcissimo e tanto carino, non c’è nessuno al mondo come te! »
« Davvero non c’è nessuno al mondo come me? » domandò Ben.
« Certo che no »  rispose la mamma « sei unico !».
Continuarono a camminare lentamente.
Sopra le loro teste un grosso stormo di cicogne volava verso paesi lontani. « Ma perché? »  chiese Ben fermandosi di colpo, « perché non c’è nessuno al mondo come me? ».
« Perché ognuno di noi è unico e speciale »  disse la mamma ridendo e accovacciandosi a terra.
« Vieni qui, siediti vicino a me ».
Poi fischiò alla loro cagnetta  Splendida  perché si sedesse con loro.
« Ma io non voglio che al mondo ci sia soltanto uno come me »  protestò Ben.
« Perché no? » si stupì la mamma «è una cosa bellissima che tu sia unico e speciale!».

« Perché così sono solo! »  si lamentò Ben  « mentre io voglio che ci sia anche qualcun altro come me! » …      ( pag.1 )“ [segue ]

Mi bacerai con tutta l’anima

Non c’è gioia paragonabile alla lettura di un romanzo di David Grossman perché la sua scrittura esalta alla perfezione la qualità sublime della parola.
“Che tu sia per me il coltello” è una strana ed emozionante storia d’amore tra un uomo e una donna che non si sono mai realmente incontrati.
E’ un romanzo che solleva gravi interrogativi, un capogiro, un viaggio mozzafiato negli angoli più oscuri dell’animo umano.
Il goffo Yair, venditore di libri rari, vede una bella donna, Miriam, che non conosce e si sente in dovere di scriverle suggerendole una relazione basata solo sulla corrispondenza. Lei accetta l’offerta e da questo momento in poi tra i due inizia una relazione intensa.