Aleksandr Solzenicyn, la cui caparbia e solitaria lotta letteraria, ha acquisito nel corso degli anni il sentimento della profezia, l’autore che ha rivelato le pesanti afflizioni del comunismo sovietico in alcune delle opere più potenti del 20° secolo, morì a Mosca una domenica mattina di inizio agosto del 2008 all’età di 89 anni senza clamore e senza troppo disturbare. Quello, è stato un giorno triste per il mondo. Davvero.
Tutto quello che avreste voluto sapere su Aleksandr Solzenicyn e non avete mai osato chiedere


Senza sorprese, dunque, la finale del premio Strega edizione 2017 che ha premiato Paolo Cognetti già vincitore dello stesso premio Giovani nella stessa edizione, quasi a farne un inedito. Sotto la presidenza di Albinati vincitore del premio dello scorso anno e con il favore dei 600 e passa elettori, il suo ‘Le otto montagne’ ha ottenuto 208 voti con larga misura sul secondo posto di Teresa Ciabatti con 119 voti con il suo libro La più amata’ edito da Mondadori. Al terzo posto si è classificata Wanda Marasco con 87 voti per La compagnia delle anime finte edizioni Neri Pozza e infine al quarto e quinto posto Matteo Nucci con ‘È giusto obbedire alla notte ed.Ponte alle Grazie con 79 e Alberto Rollo con il suo Un’educazione milanese’ da Manni (questa sì che è una novità) con 52 voti.>>


Nell’America degli anni Quaranta, Pat (Patricia Highsmith) è una sorta di malvivente: determinata e spietatamente libera, ama le donne e vuole fuggire da ogni ipocrisia. È scappata dal Texas e da una madre autoritaria e accentratrice per inseguire il sogno di diventare scrittrice: nei salotti letterari si sente fuori luogo e in grande imbarazzo, ma ha una prontezza e una perspicacia uniche, oltre a un talento straordinario. Per lei la vita e la scrittura – che è piacere, felicità, beatitudine, qualcosa di incredibile che fa sentire vivi – si fondono tra loro nutrendosi l’una dell’altra in modo prodigioso. È questo il prezzo del sogno: è inquietudine, cura, impegno, ma anche frustrazione e inappagamento.
Se dovessi scegliere due parole per definire “Ragazzi di carta” di Marco Mazzanti (Editore Le Mezzelane) sceglierei “malinconico” ed “evanescente”.
Un titolo strano, complicato, forse non proprio accattivante. L’originale era “L’assassino con la cravatta”, molto più diretto nel far cogliere al lettore almeno il genere che si sarebbe trovato ad affrontare. Una copertina che, al primo impatto, a me (ma non solo a me) ha fatto esclamare: “Che brutta!”>
