Proust per bagnanti

Alfredo Crepuscolo se ne andava in caffetteria ogni giorno, attorno alle otto, prima di lezione. La caffetteria sta nel cuore del campus e, oltre al caffé, offre di tutto: a ruota si susseguono lo stand di cucina orientale Jin-Jow, vaporoso di odori grassi, e poi Salsarita’s, dove graziose Guatemalteche preparano empanadas e gazpacho, e ancora Papa John’s coi suoi panini farciti di polpette, e via dicendo.Rosa era la manager del Burger King e da dietro il bancone del Burger King istruiva dirigeva confortava i giovani alle sue dipendenze, di solito neri e sudamericani, cuoceva hamburger e avvampava di griglia e friggitoria. Cucinare e servire gli studenti in fila al bancone non era compito suo, ma lo faceva lo stesso, perché le piaceva dire buona giornata agli studenti, che questi la riconoscessero, che la chiamassero per nome. La maggior parte del tempo, però, stava di spalle al pubblico, come un direttore d’orchestra, inguainata nella sua divisa d’ordinanza blu, salvo voltarsi ogni tanto e come prima cosa guardare le scarpe delle persone in fila. Era dalle scarpe che un giorno aveva levato lo sguardo su Alfredo e gli aveva detto: “Tu sei Italiano.”
Diceva che un Italiano si riconosce dalle scarpe.
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Video Games. Piccolo manuale per videogiocatori.

Siamo nel mese in cui si concentrano feste e saggi, le vacanze sono vicine, si annusa già il profumo di libertà. Qualche regalo arriverà e tra questi ci sono anche i videogiochi, amati da molti giovani studenti: ne esistono per tutti i gusti, sono divertenti e avvincenti, ma possono incontrare qualche ostacolo da parte degli adulti. Ecco che ho pronto un consiglio di lettura a tal proposito: si potrebbe includere con il nuovo videogioco anche il piccolo manuale per videogiocatori. Riuscire a conoscerli meglio serve a tutti, grandi e piccoli. Un libro utile e piacevole anche per i genitori. Sono troppo divertenti, i videogames, per rinunciarvi o negarli a priori. Spulciamoli insieme!

trekking, foto di uomo al tramonto su sentiero di montagna

H.D. Thoreau. Il cammino dell’uomo

Thoreau ha detto con grande anticipo le cose che oggi leggiamo sui libri di Serge Latouche in fatto di descrescita. La semplicità collettiva è fondata sull’idea che una “vita semplice” con risorse e consumo di energia ridotte, è una valida alternativa alla cultura del consumo.

L’idea, aggiungo, è che la vita “semplice” migliora non solo la nostra vita, ma la vita dei nostri contemporanei – a patto che anch’essi aderiscano a questo modello – e degli altri che verranno dopo di noi. Per non parlare di come questo codice comportamentale contribuisca a salvaguardare il nostro pianeta dalla catastrofe ambientale verso cui stiamo… marciando tutti con grande entusiasmo.

Hotel Grande A

Non ci si imbatte spesso in romanzi che riescono a raccontare l’amore, la morte, la malattia, la famiglia, la vita, con sincerità e trasporto, ma allo stesso tempo facendo ridere e voltare le pagine una dietro l’altra, tessendo tutti i fili di una storia fino a regalare ai lettori un lieto fine appagante. Oh boy! di Marie Aude Murail ci riusciva perfettamente e per tanti aspetti questo Hotel Grande A me lo ha ricordato. Che siano entrambi libri classificati come “per ragazzi” non ne dovrebbe limitare il valore o il pubblico: significa che con essi si potrà identificare sia un lettore giovane che un adulto, che giovane lo è già stato.

Il cuore scomparso della Mitteleuropa

Con questo articolo Davide Zotto comincia la sua collaborazione con BookAvenue…a sua insaputa.
Dalla redazione un caloroso benvenuto.

Non cercate sullo scaffale della libreria la guida Lonely della Galizia, perché non la troverete. Non chiedete nemmeno al solerte commesso. Sarebbe inutile; forse vi risponderebbe che quella guida non la stampano più. Perché la Galizia è stata inghiottita dalla storia; come è stato inghiottito l’impero Austroungarico di cui era la regione più orientale, come sono stati inghiottiti gli shtetl ebraici che la punteggiavano.>>

I nostri cuori chimici

Le recensioni che potrete trovare in rete su questo romanzo sono molte, interessanti e competenti. Quindi perché scriverne un’altra? Quella che segue non sarà una recensione, ma un’intervista di Livia A (che sta per “Livia Ancora Adolescente”) a Livia B (ossia “Livia Bacucca Bigotta”). Altro non serve sapere, se non che è il modo più vero per descrivere questo romanzo, dal mio punto di vista. O dovrei dire “dai miei”.
Se volete lasciarmi i recapiti di un buon analista nei commenti, fate pure.